Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, compie oggi due anni d’asilo politico nell’ambasciata di Ecuador a Londra, ed è per questo che ha offerto una conferenza stampa online insieme il ministro degli esteri ecuadoriano, Ricardo Patiño.
Il cancelliere ecuadoriano, Ricardo Patiño, come primo punto, ha sollecitato oggi la grande stampa ad abbordare il caso di Julian Assange, perché dopo avere usato l’informazione pubblicata dalla sua organizzazione WikiLeaks, ora mantengono un silenzio sepolcrale sulla sua situazione.
In una conferenza stampa in questa capitale, Patiño ha fatto riferimento ai grandi mezzi di comunicazione come The New York Times, The Guardian, El Pais, Le Monde e Der Spiegel che ora non parlano di Assange che si trova da due anni rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, per il rifiuto britannico a dargli un salvacondotto per viaggiare a Quito.
Ricardo Patiño, ha proseguito denunciando la passività del Regno Unito e della Svezia davanti al caso di Julian Assange, dato che in due anni non hanno agito come corrisponde per risolverlo.
Patiño poi ha informato che un anno fa ha incontrato il suo omologo britannico, William Hague, e gli ha proposto di creare un gruppo integrato da rappresentanti di vari paesi per cercare di trovare una soluzione diplomatica e politica.
Nonostante l’iniziativa sia stata ben accolta in principio, ha aggiunto, sono passati 12 mesi e non abbiamo potuto concretarla a causa di disaccordi sui termini ed obiettivi del funzionamento del gruppo.
Benché l’Ecuador abbia concesso asilo politico all’informatico australiano due anni fa, Regno Unito gli nega un salvacondotto per viaggiare a Quito, e per questo è obbligato a rimanere rinchiuso nella sede diplomatica.
Rispetto all’attuazione delle autorità svedesi, Patiño ha spiegato che la normativa di questa nazione stabilisce l’obbligatorietà di portare a termine i processi legali corrispondenti per assicurare alle persone il minore tempo possibile in una situazione di incertezza, affinché la privazione di libertà non duri più del normale.
Nel caso di Assange ciò non è successo, ha denunciato, perché la Procura svedese si rifiuta di intervistarlo a Londra, fatto che implica che le indagini siano stagnanti.
Ha enfatizzato che le autorità britanniche mantengono un costante dispositivo di vigilanza nei paraggi dell’ambasciata, che è costato a Londra circa 11 milioni di dollari.
Rispetto a se ci potesse essere qualche cambiamento di posizione dopo le elezioni del 2017, in caso che non continui il governo della Rivoluzione Cittadina, Patiño ha messo in chiaro che la protezione si manterrebbe di accordo coi sostentamenti legali.
“Tanto la Costituzione dell’Ecuador come i trattati internazionali di cui siamo firmatari stabiliscono l’impossibilità di consegnare una persona alla quale è stato concesso asilo politico, cosicché né il paese né il popolo ritireranno il loro appoggio ad Assange”, ha concluso.
Invece, il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, ha denunciato oggi le difficili condizioni in cui è stato detenuto dalle autorità del Regno Unito, prima di ricevere asilo politico dall’Ecuador ed entrare nella sua ambasciata.
L’informatico australiano ha spiegato che la stanza dove è stato arrestato era in condizioni pessime, il suo stato di salute si è deteriorato molto, gli hanno applicato elettrodi alle gambe e tutti i giorni doveva deporre davanti ai poliziotti.
L’australiano ha sottolineato che in questi quattro anni non ha potuto vedere i suoi figli, mentre la sua famiglia è stata vittima di innumerabili minacce di morte.
Molti dei miei parenti hanno dovuto perfino cambiare il loro nome a causa delle persecuzioni e delle minacce, ha affermato.
“Nonostante la situazione, ha aggiunto, io ho mantenuto la mia promessa di mantenermi forte e non arrendermi a dispetto delle grandi pressioni, compreso un blocco finanziario a me ed alla mia organizzazione che ci colpisce già da vari anni”.
Assange ha ringraziato per la costanza del governo di Rafael Correa nella sua protezione, oltre agli avvocati ed al personale che conformano la sua squadra di aiuto e lo fanno quasi senza ricevere onorari.
19 Giu 2014
da Prensa Latina
traduzione di Ida Garberi