di: PAOLO SPIGA
“Se Julian Assange verrà estradato negli Stati Uniti e processato nel Distretto Orientale della Virginia, non troverà una giuria imparziale, subirà una pesante condanna e verrà imprigionato qui”.
E’ la previsione formulata da chi ha sperimentato, sulla propria pelle, di quale pasta sia fatto quel distretto giudiziario che lo ha condannato del tutto ingiustamente.
Si tratta di un ex agente della CIA, Jeffrey Sterling. Laureato alla ‘Washington University Law School’, dopo aver intentato una causa di discriminazione contro la stessa CIA, Sterling è stato processato e condannato nel 2015 nel Distretto Orientale della Virginia, in base all’Espionage Act, la legge sullo spionaggio del 1917. Quella stessa legge, oggi, viene usata per colpire Assange che, in caso di estradizione dall’Inghilterra, verrà processato proprio presso quel famigerato Distretto.
Ottimo conoscitore della lingua Farsi ed ufficiale specializzato (uno dei pochi agenti afroamericani della CIA) in operazioni clandestine in Iran, Sterling ha preso parte all’Operazione Merlin, organizzata dalla CIA per sabotare il programma nucleare iraniano. Ma quando si è reso conto che i protocolli di sicurezza non venivano seguiti, l’ufficiale ha esposto le sue preoccupazioni ai membri delle commissioni di intelligence del Senato e della Camera.
E’ stato anche accusato, Sterling, di aver passato i dettagli del raffazzonato piano della CIA al giornalista del New York Times James Risen. Ed ha riassunto la sua story in un libro, “Unwanted Spy: The Persecution of an American Whisterblower”.
Ecco cosa Sterling racconta adesso nel corso di un’intervista al giornalista Mohamed Elmaazi.
“Sono stato accusato dalla CIA e dal mio governo di aver fatto trapelare o passato impropriamente informazioni a un giornalista riguardo ad un’operazione in cui ero coinvolto, con la CIA. Non ho fatto nulla del genere. Ci sono voluti anni e anni. Sono stato licenziato dalla CIA nel 2002, non sono stato incriminato fino al 2010, sono stato arrestato nel 2011. Sono stato accusato in base all’Espionage Act, sono stato processato nel 2015, sono stato condannato a tre anni e mezzo, ingiustamente, e ne ho scontati due e mezzo”.
“C’è, oggi, il timore che Assange stia per affrontare una pena detentiva calcolata in centinaia di anni. Credo che l’accusa statunitense e la procura britannica stiano usando il mio caso come punto di riferimento per il tipo di condanna che dovrebbe ricevere. L’ho trovato ripugnante. Usare una parodia della giustizia come esempio dell’imparzialità che Julian troverebbe in un tribunale statunitense è assolutamente ridicolo”.
“Assange affronta 17 accuse di presunta violazione della legge sullo spionaggio. Questa legge non è stata mai diretta nella sua storia contro un giornalista o un editore. Julian affronterà lo stesso tribunale che mi ha ingiustamente condannato. Non avrà una giuria imparziale”.
“Il pool di giurati che selezioneranno nel Distretto Orientale della Virginia è composto da individui che hanno tutti una sorta di legame – famiglia, esperienza personale – con la comunità di intelligence o l’apparato militare. E hanno familiarità con le autorizzazioni di sicurezza. E questo crea già un pregiudizio, perché gli individui non vogliono fare nulla che possa metterli in cattiva luce, quando arriva il momento della loro valutazione di sicurezza. Questi individui non sanno nulla di Assange, se non quello che i nostri politici e procuratori hanno detto per anni e anni: che è un terrorista, in sostanza”.
“Se dovesse essere processato nel Distretto Orientale della Virginia, Assange non avrà alcuna garanzia di protezioni costituzionali. Penso che quella Corte si sia dimostrata più volte a favore della CIA e del governo degli Stati Uniti, e che abbia permesso al governo di pilotare il caso e di portarlo nella direzione che vuole”.
12 Maggio 2021