È iniziato all’Aia il processo contro l’ex presidente kosovaro Hashim Thaçi, accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità durante e dopo la guerra di indipendenza del Kosovo contro la Serbia, combattuta tra il 1998 e il 1999. Thaçi era stato formalmente incriminato nel 2020 dalle Kosovo Specialist Chambers, che prima di era limitato ad indagare e processare la parte serba nel conflitto.
Ora, su mandato Onu (che di fatto indirizza gli obiettivi di indagine e i potenziali colpevoli), indagate e condannate le parti serbe coinvolte, ha avuto mandato di indagare sui crimini commessi dall’Esercito di liberazione (L’Uck) del Kosovo durante la guerra. Subito dopo l’incriminazione Hashim Thaçi, si era dimesso da presidente ed era stato arrestato e portato in carcere nei Paesi Bassi in attesa del processo.
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Il leader kosovaro albanese venuto dall’America
Durante la guerra kosovara di indipendenza dalla Jugoslavia serba, Thaçi era stato tra i principali leader dell’Esercito di liberazione del Kosovo, l’Uck, che aveva combattuto contro le forze di Belgrado prima dell’intervento della NATO nel 1999, terrorista o patriota a seconda degli schieramenti in lotta. Secondo l’accusa Onu, Thaçi e altri tre ex comandanti a processo con lui sarebbero responsabili, tra le altre cose, di un centinaio di omicidi di serbi, albanesi, kosovari e oppositori politici. Thaçi si è sempre dichiarato innocente.
In seguito alla dichiarazione d’indipendenza del Kosovo dalla Serbia, nel 2008, Thaçi divenne il primo capo di governo del paese, carica che mantenne fino al 2014, e poi nel 2016 presidente del Kosovo, repubblica indipendente ancora oggi riconosciuta da circa la metà del Paesi Onu.
Ex guerrigliero ed ex capo di Stato
Quasi venticinque anni dalla fine del conflitto in Kosovo prima che gli inquisitori del tribunale internazionale dell’Aja abbiano avuto il mandato di indagare anche l’altra parte in conflitto che nella sua parte di guerriglia ha avuto i suoi episodi di maggiore e abbastanza nota violenza. Tribunale a mandato di parte politica la debolezza stessa dell’istituzione, peraltro non riconosciuta da molti grandi protagonisti internazionali, Stati Uniti, Russia e Cina tra i primi.
Giustizia tardiva a rischio anti storico
Il processo che vede sul banco degli imputati l’ex comandante politico venuto dall’America, vede imputati anche altri combattenti dell’Uck: Kadri Veseli, Rexhep Selimi e Jakup Krasniqi. Ma molti altri i protagonisti di quella feroce mattanza fra le parti che è stata la vigilia del bombardamenti Nato sulla allora Jugoslavia di Serbia e Montenegro, personaggi noti e con ruoli di rilevo attuali, non sono al momento tra gli accusati.
Gjarpëri in albanese, Serpente
Thaci era divenuto negli anni uno dei più importanti leader politici del ‘Newborn’, il neonato Stato del Kosovo. Gjarpëri (Serpente), suo nome di battaglia, a leggere la dichiarazione di indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008, divenendone uno dei simboli. A novembre del 2020 l’epilogo con le dimissioni dalla presidenza kosovara dopo il mandato d’arresto della Corte speciale del Kosovo. Un tribunale ‘ibrido’ istituito nel 2015 con una legge del Parlamento kosovaro, praticamente imposta dalla comunità internazionale che, dopo aver punito la parte serba con tre mesi di bombardamenti Nato e anni di processi all’Aia con dure condanne e molti ergastoli, aveva lasciato senza risposta i crimini contrapposti e noti.
Oltre all’attualità del governo locale ancora segnato da appartenenze clanistiche e da una economia con forti venature criminali.
Il giudice svizzero Dick Marty
La Corte è il risultato delle indagini svolte da una ‘task force’ dell’Ue sulla base di un rapporto drl senatore svizzero ed ex magistrato inquirente, Dick Marty, in cui venivano denunciate le attività criminali condotte in particolare dal gruppo della Drenica, una delle cellule dell’Uck legate a Thaci. Tra le attività criminali denunciate, anche il traffico di organi al cui riguardo tuttavia la task force ha affermato di non avere prove sufficienti. L’intero processo che ne è scaturito è fortemente contestato dalla popolazione kosovara poiché getta ombre sulla guerra di liberazione del Kosovo contro la pulizia etnica ordinata dall’ex presidente della Jugoslavia, il serbo Slobodan Milosevic.
Nato schiarata giustizia dispari
Lo stesso Milosevic fu processato al Tribunale per i crimini nell’ex Jugoslavia, ma è morto prima che i giudici potessero emettere la sentenza. Ieri a Pristina una manifestazione per esprimere solidarietà agli ex Uck sotto processo. Da ultimo il premier albanese, Edi Rama, che in un tweet ha definito come «preoccupante il fatto di considerare dei criminali coloro che guidano il proprio popolo verso la libertà contro regimi brutali».
Storicamente più clamorosa e persino ‘più audace’ l’affermazione dell’allora vice presidente Joe Biden che aveva salutato Hashim Thaçi «come il George Washington del Kosovo».
3 Aprile 2023