La ridicola farsa della Lega che denuncia l’europarlamentare, Cecile Kyenge, perché avrebbe detto che sono razzisti potrebbe rivelarsi un boomerang giudiziario.
Infatti, se, per caso, il Tibunale dovesse dare ragione alla Kienge (cosa per nulla esclusa. Anzi!), la Lega si troverebbe nella condizione di avere altri guai giudiziari perché l’affermazione di razzista è cosa, giustamente, perseguibile dalla legge italiana.
O, forse, la Lega pensava di rimediare qualche soldino dalle cause contro chi la contesta per arrivare a racimolare quei famosi 49 milioni di euro sottratti agli italiani? Crediamo non sia sulla strada giusta e si sbaglia ancora di grosso.
Non ricordano, forse, i leghisti gli slogan “senti che puzza, stanno arrivando i napoletani” del «Noi non siamo i napoletani», coro leghista di Pontida ? (2010)
Oppure, la consigliera leghista della provincia di Monza e Brianza, invocare l’aiuto dei vulcani per pulire il sud “Forza Etna, Forza Vesuvio, Forza Marsili!!!”? (2012)
O, ancora, nel 2011, in merito al terremoto de L’Aquila, l’europarlamentare leghista: “Questa parte del Paese non cambia mai, l’Abruzzo è un peso morto per noi come tutto il Sud. Il comportamento di molte zone terremotate dell’Abruzzo è stato singolare, abbiamo assistito per mesi a lamentele e sceneggiate”?
E, molto altro, ancora…
MOWA
Disse “Lega razzista”, Kyenge a processo
L’eurodeputata Pd Cecile Kyenge a processo a Piacenza per diffamazione, querelata dal segretario e leader del Carroccio Matteo Salvini. A darne notizia è la stessa dem – sotto accusa per aver detto “la Lega è razzista” – che sul suo profilo Facebook ha condiviso alcune affermazioni fatte da esponenti leghisti nel corso degli anni, chiedendo ai lettori di giudicarle.
“Oggi a Piacenza: Salvini mi cita in tribunale, perché ho detto che la Lega è razzista. Secondo voi lo è? Giudicate voi“, scrive infatti Kyenge, che ha quindi condiviso alcuni virgolettati leghisti: “Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani” (Matteo Salvini, 2009); “Quando vedo la Kyenge penso ad un Orango” (Roberto Calderoli, 2013); “Crediamo sia giunto il momento di prevedere sul treno degli appositi vagoni per extracomunitari, e delle carrozze riservate ai poveri italiani” (Erminio Boso e Sergio Divina, 2003); “Questo è un governo del bonga bonga” (Mario Borghezio, 2013).
“L’accusa nei miei confronti – continua Kyenge – è paradossale: negare le dichiarazioni razziste degli esponenti leghisti è negare la realtà“. E in un post scriptum l’europarlamentare sottolinea: “Ho deciso di partecipare responsabilmente all’udienza, potevo scegliere di utilizzare l’immunità ma trovo giusto essere qui. Salvini – conclude – non c’è”.
Salvini e la Lega si sono costituiti parte civile al processo: al centro del dibattimento, la frase pronunciata dall’ex ministro dell’Integrazione in un comizio dell’8 agosto 2014 a Fontevivo (Parma). Questa mattina, al processo, non sono state accolte le eccezioni della difesa che si opponeva all’ammissione delle parti civili. La difesa ha chiesto di poter sentire (quali parti coinvolte nel processo) sia l’esponente dem che il ministro dell’Interno. Il responsabile del Viminale è difeso dall’avvocato Claudia Eccher.
14/09/2018