La Consulta boccia la riforma Fornero, nella norma che bloccava la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici al costo della vita per gli assegni superiori a tre volte il minimo Inps. Lo ha stabilito oggi (30 aprile) la Corte costituzionale.
In particolare, la sentenza della Corte dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, n. 214, nella parte in cui prevede che “in considerazione della contingente situazione finanziaria, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’art. 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo Inps, nella misura del 100 per cento”.
“Dopo la vicenda degli esodati un altro clamoroso colpo alla legge Fornero: la sentenza della Corte Costituzionale conferma che la cosiddetta riforma non sta in piedi e che le norme vigenti vanno cambiate”. Così Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, commenta la sentenza con cui oggi la Consulta ha bocciato l’articolo 24 del decreto legge 201/2014, che, per il 2012 e 2013, ha bloccato la perequazione dei trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo.
Per Lamonica “il governo sbaglia a non aprire urgentemente un confronto su come modificare la legge nel suo complesso, richiesta avanzata più volte unitariamente dai sindacati”, ricorda. “Ora – conclude la dirigente sindacale – restituire subito il maltolto ai pensionati, a partire da quelli con assegni pari a tre volte il minimo”.
“Avevamo ragione noi. Il blocco della rivalutazione delle pensioni voluto dalla Fornero era profondamente ingiusto e perfino incostituzionale. Ora è bene sanare questa ingiustizia perché i pensionati meritano di vedere tutelata la propria pensione, così come abbiamo sempre sostenuto fin dal governo Monti”. Così il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, commenta la sentenza.
30/04/2015