RedHack, un gruppo di hacker turchi, ha piratato le e-mail del ministro turco dell’Energia. Subito un tribunale è intervenuto per vietarne la pubblicazione e la riproduzione.
Ciononostante, i 20 gigabyte di dati hanno potuto essere analizzati dal professor Ahmed Yayla, vicedirettore dell’ICSVE (Centro internazionale per lo studio dell’estremismo violento) ed ex responsabile dell’antiterrorismo turco [1]. Le e-mail confermano le voci persistenti e forniscono nuovi dettagli.
Il petrolio rubato da Daesh in Siria è stato trasportato da 8.500 camion-cisterna di Powertans, una società che ha ottenuto, senza gara d’appalto, il monopolio del trasporto di petrolio in territorio turco. Powertans appartiene alla misteriosissima Grand Fortune Ventures con sede prima a Singapore, poi nelle isole Cayman. Dietro questa scatola cinese di società si nasconde Çalık Holding, la compagnia di Berat Albayrak (foto), genero del presidente Erdoğan e ministro dell’Energia del suo governo.
[1] “Hacked Emails Link Turkish Minister to Illicit Oil”, Ahmed Yayla, World Policy, 17 ottobre 2016.
Traduzione
Rachele Marmetti
Il Cronista
5 novembre 2016