Funzionari del Ministero dell’Interno, il Pubblico Ministero Generale della Repubblica e il Tribunale Supremo Popolare, durante la seconda giornata di lavoro della commissione dei Temi Costituzionali e Giuridici del Parlamento hanno assicurato che anche se i risultati sono positivi, lo scontro a questo fenomeno necessita una maggiore lotta.
Anche se il successo nella lotta contro la droga in Cuba è il risultato del concetto di lavoro congiunto di tutte le autorità del paese, quest fenomeno necessita uno scontro più forte, hanno assicurato i Funzionari del Ministero dell’Interno (Minint) , il Pubblico Ministero Generale della Repubblica (FGR) e il Tribunale Supremo Popolare, durante la seconda giornata di lavoro della commissione dei Temi Costituzionali e Giuridici del Parlamento.
«La presenza di droga in Cuba è infima, ma questo non smette d’essere un fenomeno preoccupante», ha riconosciuto Darío Delgado Cura, Generale della Repubblica, parlando ai deputati che hanno analizzato nel compimento dei piani e delle strategie di prevenzione e scontro, questo flagello negli ultimi anni.
«Il contesto internazionale sta influendo nell’esistenza di questo fenomeno nell’Isola e in particolare per la tendenza mondiale di rendere flessibili le sanzioni per coloro che incorrono in questi reati e per la decisione presa in 12 paesi di depenalizzare vari tipi di sostanze – sette appartenenti alla nostra area geografica», ha informato il Colonnello Juan Carlos Poey Guerra, capo della direzione nazionale anti droga del Minint.
Inoltre incide su Cuba la sua posizione geografica che la ubica nel centro del maggior flusso di sostanze illecite ─la marihuana, soprattutto- luogo di passaggio tra i paesi produttori del sud e il principale mercato: il nord.
«Per questa ragione la maggior quantità di droga che entra in Cuba giunge dalle rive del mare, anche se noi non siamo il paese di destinazione. Per questo è imprescindibile il controllo di queste zone, per evitare che qualsiasi persona l’ incontri e tenti di commerciarla», ha spiegato il capo della Direzione Nazionale Antidroghe.
Da parte sua il Pubblico Ministero Generale della Repubblica continua ad applicare misure severe contro il traffico e il consumo .
Alina Montesinos Li, alla guida della Direzione d’Informazione e Analisi della FGR, ha assicurato che le azioni realizzate per affrontare il fenomeno si sforzano nell’identificare quartieri e famiglie con tendenze a queste pratiche nocive e a partecipare attivamente alle azioni di prevenzione che si realizzano nella comunità e nei centri d’insegnamento assieme a rappresentanti dei ministeri d’Educazione e Interni, ha commentato.
Il Pubblico Ministero inoltre applica il Decreto Legge 232 2003 e la norma amministrativa che stabilisce la confisca delle case e terre per fatti relazionati con le droghe.
“L’individuo a cui si confisca la casa non resta in mezzo a una strada: lo si sistema in un’altra o si decide se mandarlo in affitto, in dipendenza della gravità», ha assicurato il Pubblico Ministero Generale della Repubblica.
Rubén Remigio Ferro, presidente del Tribunale Supremo Popolare, ha assicurato che questa istituzione mantiene un’attenzione differenziata per i temi relazionati alla droga, mantenendo il rigore nella risposta penale.
«La droga la combatteremo come ci ha chiesto il nostro Generale d’Esercito
Raúl Castro Ruz nel 2003: ‘A sangue e fuoco’».
“Non permetteremo che questo fenomeno si scontri con quello che il nostro paese progetta verso il futuro», ha valutato il Colonnello Juan Carlos Poey Guerra, Capo della Direzione Nazionale Antidroga del Minint. (Traduzione GM – Granma Int.)
13 luglio 2017