Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer
per la ricostruzione del P.C.I.
La lotta di Liberazione deve continuare il nostro paese non ha finito l’opera di defascistizzazione della nostra nazione. Questo processo è stato interrotto a causa del recupero del fascismo, in funzione anticomunista, fatto dalle potenze come gli Stati Uniti che sono stati, con i suoi alleati interni e internazionali, la causa negli anni del dopoguerra della Strategia della tensione che tanti morti e feriti ha provocato tra le nostre masse popolari.
Oggi quella strategia si è saldata, a suon di bombe e stragi, con i massocapitalisti delle P1-P2 e con la loro Trattativa tra Massoneria-Stato e mafia, che gli ha consentito di realizzare un altro pezzo del loro Piano di rinascita facendo saltare la democratica prima Repubblica e il suo sistema elettorale proporzionale puro, strumento fondamentale di partecipazione delle masse popolari alla vita politica e sociale del paese, tramite i loro partiti radicati nel territorio.
Quello spirito di libertà e democrazia derivava direttamente dalla lotta partigiana e dalla Resistenza, tradottasi poi nella Costituente e di lì nella nostra avanzatissima Costituzione.
Oggi vogliamo ricordare con tre interventi di nostri dirigenti, Palmiro Togliatti, Giuseppe Di Vittorio e Enrico Berlinguer, gli insegnamenti di quella lotta di Resistenza che ci condusse alla vittoria contro l’oppressione nazifascista.
Contro chi oggi tenta di cancellare la storia o tenta di piegarla a miseri e reazionari calcoli politici per riabilitare il fascismo diciamo loro: non passerete.
Vi faremo chiudere, leggi alla mano, ogni sede di formazioni fasciste-negazioniste come Casa Pound, Forza Nuova, Lega e Fratelli d’Italia, Forza Italia. Manderemo via ogni vostro infiltrato nello Stato perché voi non siete formazioni politiche democratiche ma formazioni criminali, siete i continuatori della Strategia della tensione, voi siete una parte di quel potere criminale che va sotto il nome di mafia.
W la Resistenza
W il 25 aprile giorno di Liberazione dal nazifascismo
Palmiro Togliatti il 29 dicembre 1945 al V Congresso nazionale del P.C.I.: “Compagni, se guardiamo al cammino che in questi anni abbiamo percorso possiamo concludere che abbiamo adempiuto con onore il compito che ci eravamo prefissi e che era di servire la causa della classe operaia, del popolo e della nazione italiana; abbiamo adempiuto il compito di lottare per la distruzione del fascismo, per la restaurazione delle libertà democratiche, per il rinnovamento dell’Italia. […] In questa lotta – prosegue il segretario – non siamo stati soli, né pretendiamo nessun merito esclusivo. Abbiamo avuto accanto a noi operai e lavoratori socialisti, lavoratori e intellettuali del Partito d’azione, del partito democratico cristiano e di altre correnti democratiche e liberali a cui mandiamo il saluto fraterno dei combattenti. Nella lotta per la liberazione del nostro paese si è creata tra il nostro partito e queste altre tendenze democratiche una unità di propositi e di azione che è stata tra le cause principali della nostra vittoria. Questa unità non si deve oggi spezzare, anzi deve durare e consolidarsi, deve diventare una delle fondamenta della nuova Italia che insieme vogliamo costruire”.
“L’insurrezione vittoriosa di tutto il popolo dell’Italia del Nord, il 25 aprile 1945 – ribadirà Giuseppe Di Vittorio in occasione del primo anniversario della Liberazione – realizzò la premessa essenziale della rinascita e del rinnovamento democratico e progressivo dell’Italia, come della sua piena indipendenza nazionale. E’ per noi motivo di grande soddisfazione ricordare che a questo movimento di riscossa nazionale, il contributo più forte e decisivo fu portato dai lavoratori italiani. Furono gli operai, i contadini, gli impiegati ed i tecnici che costituirono la massa ed il cervello delle gloriose formazioni partigiane e di tutti i focolai di resistenza attiva all’invasore tedesco. Chi può dire se la clamorosa vittoria del 25 aprile sarebbe stata possibile, senza gli scioperi generali grandiosi che, dal marzo 1943, si susseguirono, a breve distanza, sino al 1945? Quegli scioperi, che contribuirono fortemente a paralizzare l’efficienza bellica del nemico ed a sviluppare la resistenza armata, costituiscono un esempio unico e glorioso di lotta decisa dalla classe operaia sotto il terrore fascista, sotto l’occupazione nazista ed in piena guerra. E’ un esempio che additava il proletariato italiano all’ammirazione del mondo civile! I lavoratori italiani, manuali ed intellettuali, non dimenticano. Essi hanno piena coscienza di essere stati il fattore determinante della liberazione dell’Italia, per opera degli italiani; della salvezza. Dell’onore dell’Italia e dell’attrezzatura industriale del Nord. Essi sono consapevoli dell’obbligo che si sono assunti di essere un pilastro basilare della nuova Italia democratica. Solidamente uniti nella grande Confederazione generale italiana del lavoro, i lavoratori italiani saranno all’altezza della loro funzione di forza coesiva dell’Italia rinnovata; della forza che assicurerà stabilità e ordinato progresso al nuovo regime democratico e che assicurerà al popolo italiano la libertà, il benessere e una più alta dignità civile ed umana”.
“A vent’anni dall’insurrezione del 25 aprile – tornerà a scrivere Enrico Berlinguer su «l’Unità» del 25 aprile 1965 – gli ideali della lotta antifascista e della guerra di liberazione non solo restano vivi e profondamente radicati nella coscienza nazionale, ma si presentano ancora come un punto essenziale di riferimento e di ispirazione per tutte le forze che intendono continuare nelle odierne condizioni la lotta per il rinnovamento della nostra società, e per tanta parte di quelle stesse generazioni nuove che pure della Resistenza non hanno vissuto direttamente l’esperienza”.