La mafia a Milano non esiste. Arriverebbe a questa conclusione chiunque avesse la pazienza di leggersi i programmi dei principali candidati sindaco alle alle prossime elezioni amministrative del 3-4 ottobre.
Così ovviamente non è: Milano è da almeno gli anni ’80 una metropoli di mafia, crocevia di interessi criminali, a partire dal traffico di droga, nonché culla di nuove generazioni di uomini della ‘ndrangheta, la più potente organizzazione mafiosa al mondo. Basti pensare che l’Ortomercato, nonostante trent’anni di operazioni antimafia, resta stabilmente in mano a poteri extra-legali, come denuncia non solo la dott.ssa Alessandra Dolci, a capo della DDA milanese, ma anche la paradossale vicenda dell’ex-ispettore di Sogemi Iose Dioli.
Milano Capitale Antimafia
Questa assenza della lotta al potere mafioso dal dibattito pubblico e dai programmi dei candidati, recentemente pubblicati, conferma la necessità della nostra call to action “Milano Capitale Antimafia“, rivolta ai candidati sindaco e consigliere, che sta riscuotendo un buon successo anche tra i candidati ai 9 Municipi della città.
Ad oggi, 16 settembre, hanno aderito 7 candidati in Consiglio Comunale del Partito Democratico, 7 della Lista Milano Unita, 5 della Lista Milano in Comune, 3 della lista Europa Verde, 2 della Lista Beppe Sala Sindaco. Dalle liste Movimento 5 Stelle e Riformisti le adesioni si fermano a un candidato per ciascuna lista.
Sul fronte dei candidati sindaco, l’unica adesione pervenuta è quella di Gabriele Antonio Mariani, sostenuto dalle liste Milano in Comune e CivicAmbientalista, che raccoglie l’eredità di Basilio Rizzo, ex-presidente del Consiglio Comunale sotto Pisapia e per 38 anni consigliere comunale sempre in prima fila su questi temi (anche 5 anni fa, da candidato sindaco, fu l’unico a rispondere alle nostre domande sul futuro della lotta alla mafia a Milano sin dal primo turno).
Il programma di Mariani
Partiamo da quest’ultimo nell’analisi dei programmi dei candidati sindaco, visto che ad oggi, 16 settembre, è l’unico che si è pubblicamente impegnato a portare avanti gli 8 punti della nostra call to action, in caso di elezione.
Nel programma di Mariani, il tema della legalità compare già a pagina 2, proprio in riferimento all’Ortomercato, in un paragrafo dedicato al lavoro: “Esemplificativo degli interventi che abbiamo in programma è, dopo decenni di abbandono e trascuratezza, l’intervento sulla SOGEMI (ortomercato), perché torni un luogo di legalità e lavoro sicuro e centro di riferimento per l’agricoltura lombarda e nazionale, per quella di prossimità e per i mercati comunitari ed europei“.
A pagina 12 troviamo un piccolo paragrafo, molto generale, intitolato “Legalità e buona amministrazione“, dove si legge:
“La lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, è parte integrante di ogni serio progetto di buona amministrazione. L’istituzione della Commissione Antimafia comunale ha certamente consentito un monitoraggio attento delle infiltrazioni malavitose, ma molto resta da fare per affermare il pieno diritto delle cittadine e dei cittadini a vivere in contesti urbani e sociali dove siano escluse le azioni della criminalità mafiosa. Preservare l’Amministrazione pubblica da ogni infiltrazione mafiosa e di corruzione, è uno dei nostri obbiettivi principali, insieme alla denuncia attenta delle contaminazioni negli affari e alla promozione informativa sui fenomeni nascosti come racket ed usura”.
Il tema emerge trasversalmente anche nel capitolo dedicato allo sviluppo urbanistico della città, con un riferimento alla questione San Siro, ma senza affrontare la questione del titolare effettivo. Ha comunque aderito l’8 settembre alla nostra call to action.
Il programma di Sala
Beppe Sala da Sindaco sui temi della lotta alla mafia e alla corruzione ha fatto un buon lavoro. Rispetto alle risposte che diede alle nostre domande di cinque anni fa, in occasione del ballottaggio, ha rispettato la quasi totalità di quegli impegni. Dalle iniziative di sensibilizzazione con “Milano è Memoria“, ai vari protocolli con Prefettura e le associazioni di categoria, dalle dichiarazioni pubbliche in occasione degli anniversari, fino a quelle sul titolare effettivo in relazione soprattutto alla vicenda San Siro (benché non ci abbia mai risposto dopo l’invio delle oltre mille firme al nostro appello), l’attuale Sindaco di Milano si è ben mosso, Ortomercato a parte.
Ecco perché ci saremmo aspettati che nel suo programma il tema della lotta alla mafia e alla corruzione avesse decisamente più spazio, come abbiamo scritto al suo comitato elettorale nella richiesta di adesione alla nostra call to action (rimasta anche questa, ad oggi, senza risposta).
Nelle 35 pagine di programma pubblicate sul suo sito, invece, su questi temi non c’è assolutamente nulla. “Milano sempre più Milano” è lo slogan che campeggia in copertina, ma nulla di quello che è stato fatto in tema di lotta alla mafia e alla corruzione viene rivendicato né ci sono precisi impegni nero su bianco rispetto alle sue dichiarazioni in occasione dei vari anniversari, soprattutto sul tema del titolare effettivo e della questione San Siro.
La parola “legalità” compare una sola volta, a pagina 26, nella seguente frase: “Le Forze dell’Ordine hanno un ruolo imprescindibile per la vita democratica che va riconosciuto anche attraverso un’azione culturale di promozione della legalità“. Sembra quasi che il Sala candidato si sia dimenticato delle parole del Sala Sindaco circa il ruolo vitale di associazioni come Libera, noi e tanti altri nella promozione della cultura della legalità a Milano, anche in ragione delle occasioni di memoria cui è stato invitato e cui la sua amministrazione ha dato il supporto.
A pagina 5 viene rivendicata l’incorruttibilità come tratto della propria amministrazione e si legge: “Si apre una stagione in cui, grazie al PNRR, il tema non sarà la disponibilità di risorse bensì la correttezza e trasparenza della loro gestione“. Bene, ma non vi è alcuna proposta su come assicurarle, soprattutto in occasione delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.
Speriamo a questo punto che voglia impegnarsi pubblicamente a portare avanti gli 8 punti della nostra call to action, redatti insieme anche a David Gentili, baluardo durante la sua amministrazione su questi temi (improvvidamente non ricandidato dal suo partito).
Il programma di Pavone
Layla Pavone è la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle, tradizionalmente attento a questi temi, sin dai tempi di Mattia Calise, il giovane ventenne candidato a sindaco dieci anni fa.
Nel suo programma, Pavone dedica un paragrafo a pagina 70 alle sue proposte in tema di lotta alla corruzione (parola che compare ben 26 volte in 82 pagine). Tuttavia in tema di antimafia non c’è molto, il che è strano, date le competenze di livello che il Movimento 5 Stelle può vantare, a partire dalla Presidente della Commissione Regionale Antimafia Monica Forte.
La stessa parola “mafia” compare solo una volta, a pagina 53 (quando si riferisce ai beni “requisiti” anziché confiscati alla mafia da dare agli artisti), mentre la parola antimafia compare solo nella già citata pagina 70, quando si dichiara di voler favorire le relazioni tra il comitato antimafia con gli altri soggetti preposti all’anticorruzione. Non vi è alcun riferimento alla commissione comunale antimafia (a meno che non abbia usato impropriamente il termine comitato, che indica invece gli esperti del Sindaco), né al tema del titolare effettivo, Stadio di San Siro in primis, né tanto meno al fenomeno dell’usura. Per quanto riguarda il racket, si fa riferimento solo a quello degli alloggi, a pagina 48.
Speriamo a questo punto che si impegni anche lei pubblicamente nel portare avanti gli 8 punti della nostra call to action.
Il programma di Bernardo
Rispettando la tradizione del centrodestra milanese, nel programma del principale sfidante di Beppe Sala non vi è alcuna proposta sui temi della lotta alla mafia e alla corruzione.
La parola “mafie” compare solo a pagina 13, inserita in questo contesto: “Il supporto alle Forze dell’Ordine nelle attività di lotta alle mafie, allo sfruttamento dei minori, alla prostituzione minorile e femminile e alla tratta delle donne e dei minori, anche attraverso iniziative volte a tutelare e sostenere chi denuncia tali situazioni“.
L’approccio è quindi quello “preistorico” di chi interpreta la lotta alla criminalità organizzata come prerogativa solo delle forze dell’Ordine: non vi è alcun riferimento al ruolo dei cittadini o al movimento antimafia, figurarsi alla magistratura, né alla realtà criminale del territorio milanese e agli organi di antimafia amministrativa implementati negli ultimi dieci anni. A pagina 59 propone l’educazione alla legalità nelle scuole, ma non specifica con chi e su che temi.
La parola “trasparenza” è usata solo in relazione alla digitalizzazione dei procedimenti amministrativi, mentre “legalità” è usata 4 volte, in particolare in relazione a sgomberi di centri sociali (pagina 14) e al racket delle case popolari (a pagina 53). La parola corruzione è assente.
Su San Siro a pagina 26 assicura l’immediata approvazione del progetto di Milan e Inter, senza fare alcun riferimento ai temi della trasparenza dei capitali investiti e dei titolari effettivi, e per altro assicurando il mantenimento del Meazza (non previsto però nel progetto delle due squadre). Lo stesso dicasi sulle Olimpiadi.
Non confidiamo che risponda alla nostra call to action, ma speriamo di essere smentiti in questa valutazione, basata sulla lettura del programma.
Gli altri candidati
Per quanto riguarda gli altri candidati, non siamo riusciti a recuperare il loro programma: molti non hanno un sito e quando ce l’hanno si trovano solo punti molto generici che non toccano i temi della lotta alla mafia a Milano. Invitiamo comunque gli altri candidati a inviarci il loro programma in formato pdf, in caso lo avessero, e provvederemo a riportare le loro proposte sul tema, qualora ci fossero.
Per tutti i candidati sindaco e consigliere, vale l’invito a impegnarsi pubblicamente sugli 8 punti della nostra call to action “Milano Capitale Antimafia“.
16 Settembre 2021