Nasce a Milano una sezione Anpi intitolata alla celebre attrice. Vania Bagni, responsabile del Coordinamento nazionale donne dell’Anpi e vicepresidente nazionale: «Aprire nuove sezioni e intitolarle a donne impegnate nella Resistenza è un passo avanti per l’intera società»
Natalia Marino
Un’icona intramontabile di eleganza, grazia e raffinatezza. È intitolata all’attrice Audrey Hepburn, la sezione Anpi nata ieri, a Milano. Già perché l’indimenticabile protagonista di film di straordinario successo planetario, Vacanze romane (pellicola che le farà vincere l’Oscar), Sabrina, Colazione da Tiffany, solo per citarne alcune, fu giovanissima partigiana in Olanda. Riservatissima, del suo contributo alla lotta contro l’occupazione nazifascista, la star di Hollywood parlava solo in casa, ed è stato rivelato grazie alla biografia “Dutch Girl: Audrey Hepburn and World War II” di Robert Matzen, pubblicata lo scorso anno, in occasione del centenario della nascita, e tradotta in tutto il mondo.
E debutta nel segno di forti novità per Associazione, la neonata sezione: «Nel 75° della Liberazione dedicarla a una stella del cinema internazionale, staffetta partigiana in Olanda – spiega Ardemia Oriani, vicepresidente del Comitato provinciale dei partigiani – vuol essere un omaggio alla Resistenza italiana ed europea». Un’altra delle caratteristiche è l’essere stata fondata unicamente da donne, e donne sono tutte le cinque componenti del direttivo: «La sezione conta già 50 iscritte– prosegue Oriani –. Ovviamente la possibilità di aderire e partecipare alle iniziative sarà aperta anche agli uomini».
Altra peculiarità: a volerla fortemente sono state attrici di teatro e cinematografiche, musiciste, cantanti, non a caso la scelta dell’intitolazione, che da tempo sono impegnate in attività culturali dedicate alla Resistenza e all’antifascismo: «Hanno scelto di proseguire il loro impegno in favore della democrazia all’interno dell’Anpi, la casa di tutti gli antifascisti», continua la vicepresidente dell’Anpi milanese. L’iniziativa è stata preceduta da molti incontri perché, altra novità della sezione è di aver un vasto raggio di attività, abbracciando l’intero territorio di Milano. «Un percorso necessario, realizzato sull’esperienza di un precedente – precisa Oriani –. Una decina di anni fa, infatti, si costituì una sezione di giornalisti che si appoggiò alle altre sezioni cittadine». La sezione Audrey Hepburn avrà una propria sede nel Municipio 9, al quartiere Isola, a un passo dalla Casa della Memoria, presso la libreria Le Mots, in via Campagnola, angolo via Pepe, e opererà connessa con le struttura locali dell’Anpi a ogni livello.
Tantissime personalità della cultura milanese hanno forti legami con l’Associazione. Quasi una tradizione della realtà meneghina. La vicinanza alle iniziative dell’Anpi di pittori, scultori, esponenti di disciplina artistica, i tanti Cori dedicati alla Resistenza, lo documentano. Da quattro anni ormai esiste una sezione Anpi al Teatro alla Scala, attivissima. «L’Associazione è divenuta un imprescindibile punto di riferimento di giovani e meno giovani generazioni – dice Roberto Cenati, presidente Anpi Milano». L’incremento degli iscritti è costante e considerevole, ha raggiunto quasi 11.000 con 118 sezioni. «C’è chi non ha mai preso una tessera in vita sua e oggi chiede l’iscrizione all’Associazione dei partigiani. È una risposta alla crisi della politica e una reazione alle preoccupanti derive fasciste, razziste e antisemite». L’impegno e la dedizione di tutti gli iscritti all’Anpi è straordinario e generoso: «Lo hanno dimostrato le decine e decine di iniziative promosse per il Giorno della Memoria», dice Cenati.
E un’ulteriore misura della grande vivacità e della capacità propositiva dell’Anpi è proprio la nuova sezione Anpi intitolata a Audrey Hepburn: «La presenza delle donne tra le iscritte e anche tra le dirigenti della nostra Associazione è sempre più significativa – dice la responsabile del Coordinamento nazionale delle Donne dell’Anpi e vicepresidente nazionale, Vania Bagni –. E la sensibilità e l’interesse ad aprire nuove sezioni che portano il nome di donne che hanno operato nella Resistenza e hanno decisamente segnato un cambiamento per la società dell’intero Paese è un passo in avanti nel cammino dell’Anpi certamente ma anche per la coralità della società italiana sul piano culturale e per la memoria attiva della lotta di Liberazione».
La scelta di intitolare la sezione in particolare a Audrey Hepburn è lieta notizia per la responsabile del Coordinamento nazionale Donne dell’Anpi: «L’ho sempre ammirata, pur non conoscendo la sua storia di giovanissima partigiana, mi aveva conquistato la sua semplice eleganza, la sua concretezza, era molto diversa dalle dive hollywoodiane di quegli anni, un magnifico modello di donna».
L’attrice è scomparsa nel 1993. Aveva solo 10 anni Kathleen Ruston-Hepburn nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale. Era nata a Bruxelles da genitori filofascisti, l’inglese Joseph Anthony Ruston e la sua seconda moglie, la baronessa Ella van Heemstra, originaria dei Paesi Bassi. Sarà però proprio la presa d’atto della realtà a far cambiare idea alla madre di Audrey (non al padre, che già nel 1935 aveva divorziato e abbandonato la famiglia). All’inizio conflitto gli Hepburn vivono in Inghilterra e credendo di trovarvi un luogo sicuro dai bombardamenti nazisti, la nobildonna decide di tornare in Olanda, nella città di Arnhem. Nonostante il blasone i soldi erano pochi, tuttavia Audrey studia danza e frequenta il conservatorio cercando di andare avanti nella normalità, ma 1940 le truppe hitleriane invadono Belgio e Olanda.
La normalità relativa è distrutta nel 1942 quando lo zio di Hepburn, Otto van Limburg Stirum, partigiano, è rastrellato e imprigionato, portato con altri quattro compagni nei boschi, legato a un palo e fucilato. I martiri sono costretti a scavarsi la tomba. Nell’estate ’44, ha 15 anni, Audrey prende contatti con una cellula della Resistenza che ha base in un ospedale, i medici falsificano i documenti per nascondere ebrei e oppositori politici. Audrey è una staffetta, tra i suoi compiti diffondere un giornale clandestino e trovare fondi. Per raccogliere contributi danza in occasione delle “zwarte avonden”, “serate nere”, chiamate così perché i padroni di casa erano costretti a oscurare le finestre per non essere scoperti dagli occupanti nazisti. Un altro importante incarico assegnatole, perché parla perfettamente l’inglese, è portare messaggi e cibo ai piloti alleati abbattuti. Uno di loro sarà a lungo nascosto in casa da Audrey. Come la coetanea Anna Frank.
23 Gennaio 2020