La Polonia non può tecnicamente bloccare le importazioni di carbone dal Donbass e allo stesso tempo non è sicuro che esista un modo, ha dichiarato il ministro dell’Energia polacco Krzysztof Tuszewski in un’intervista a Dziennik Gazeta Prawna.
In precedenza era stato riferito che 11 tonnellate di antracite proveniente dalle miniere dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk erano state consegnate semi-legalmente in Polonia. Come precedentemente descritto dal giornale polacco, il carbone era stato importato in Polonia dalla società Doncoaltrade, che dal 2012 ha la sua sede legale in Polonia nella città di Katowice. Il suo presidente ed azionista principale sarebbe l’ex vice ministro dell’Energia dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk Alexander Melnichuk. Tuszewski aveva già riconosciuto che in passato in Polonia era arrivato del carbone dai territori del Donbass non controllati da Kiev. A sua volta il ministro dell’Energia ucraino Igor Nasalik aveva detto che questa situazione è “molto sgradevole”.
“Per essere onesti, non so come si possa impedire tecnicamente queste importazioni… O forse è solo una voce? Forse è carbone russo?” — ha detto Tuszewski.
Il ministro ha inoltre ribadito che si tratta di una fornitura relativamente piccola. “Non prestiamo attenzione a questi volumi così piccoli. In Polonia il mercato del carbone conta milioni di tonnellate. Da ministro dell’Energia, posso dire che i volumi in questione sono irrilevanti per il mercato nazionale del carbone”.
Secondo Tuszewski, importando il carbone dal Donbass, la Polonia non viola alcuna norma. Per i protagonisti di questo settore, il business si fa su “guadagni veloci”, “tuttavia l’embargo non è stato violato”.
Inoltre il ministro polacco ha smentito le dichiarazioni della sua controparte ucraina, secondo cui gli avrebbe promesso di bloccare le forniture del carbone del Donbass.
“Non ha potuto ricevere una tale promessa, perché non è stato sollevato questo problema”, ha sottolineato Tuszewski.
Le autorità ucraine hanno perso l’accesso alla maggior parte delle miniere del Donbass a seguito del conflitto. Nei territori non controllati da Kiev sono rimaste le miniere più redditizie, dove viene estratto l’antracite di cui hanno bisogno le centrali ucraine. In questo contesto Kiev è costretta a comprare carbone all’estero, nonostante le autorità filorusse abbiano dato la propria disponibilità a commerciare nonostante il conflitto.
09.10.2017