Donatella Alfonso
Intervista a Lidia Roversi, presidente provinciale di Cagliari dell’associazione dei partigiani, sulla Conferenza di Organizzazione del Sud. L’auspicio è che il tema delle basi militari venga affrontato nell’incontro di Paestum. Centrali i temi della garanzia dei diritti costituzionali: dalla salute alla scuola, dal lavoro alla cittadinanza. Il ruolo molto importante del sodalizio resistente nell’aggregazione sociale dei giovani e nella proposta culturale, soprattutto nei piccoli Comuni
I sardi hanno “risposto ai manganelli con le matite”: non è solo una frase a effetto quella di Alessandra Todde, neoeletta alla presidenza della Regione Sardegna, nella sua prima conferenza stampa dopo la vittoria della coalizione di centrosinistra che ha battuto di un soffio, ma convintamente, i partiti della destra di governo. Perché la prima donna al governo dell’isola, che ha più volte dichiarato la sua convinta posizione antifascista, ha commentato, facendo riferimento alle forsennate manganellate contro gli studenti del venerdì precedente alle elezioni: “Mi hanno molto colpito i fatti che sono accaduti a Pisa, io ho studiato a Pisa, e quello che è capitato a dei ragazzi ci deve ricordare che i diritti non sono scontati”.
E proprio la difesa dei diritti, quindi, è al centro dell’azione delle sezioni sarde dell’Anpi. Un territorio particolare, la Sardegna, dove la Resistenza non si è manifestata come in altre zone del Paese, perché l’isola si era salvata dall’occupazione nazista, ma dove tuttavia era stata importante, molto forte e radicata la cultura antifascista durante il regime (tra l’altro ha espresso grandi nomi come Gramsci e Lussu) e si sono manifestati episodi anche eroici (ricordiamo dopo l’8 settembre i soldati che disobbedendo agli ordini dei superiori, collaborazionisti, cercarono di impedire alle truppe della 90ª Divisione Panzergrenadier e a un reparto dei paracadutisti della Nembo di stanza a La Maddalena di andare a rafforzare le forze occupanti il Centro Nord del Paese.
Inoltre proprio dalla Sardegna sono partiti molti militari che, dopo l’8 settembre, impossibilitati a tornare nell’isola, hanno scelto di unirsi alle bande partigiane. Come nel caso di Claudio Perra, carabiniere di Monserrato (scomparso nel 2021 a 98 anni, l’ultimo dei resistenti sardi), arruolatosi nella “Banda Generale Caruso”, tutta composta da carabinieri e infine internato militare, fino agli ultimi suoi giorni impegnato nell’incontrare gli studenti per tenere viva la memoria di quelle scelte.
Ma non ci sono solo la testimonianza, la memoria, la difesa dei diritti costituzionali: mentre crescono le sezioni sarde dell’Anpi, cresce anche l’urgenza di denunciare un territorio ferito dalle servitù militari, in lotta per un altro diritto costituzionale: quello alla salute, spiega Lidia Roversi, presidente provinciale Anpi Cagliari. È lei a spiegare le attività associative nell’isola e su quali temi i rappresentanti sardi di confronteranno con le altre regioni coinvolte nella Conferenza di Organizzazione Anpi Sud.
Uno dei temi centrali della campagna elettorale del campo progressista in Sardegna è stato l’antifascismo, in particolare su quali temi?
Sicuramente Alessandra Todde si è sempre dichiarata antifascista e partecipa alle nostre manifestazioni. Ci sono stati nei vari interventi dei candidati richiami specie sulla libertà di stampa, sull’istruzione, il diritto allo sciopero, il diritto allo studio, la riforma della scuola. Molti riferimenti ai diritti costituzionali, insomma. Compreso quello alla salute, messo in discussione dall’eccesso di insediamenti militari che costituiscono un danno per la salute e un forte disagio per la vita quotidiana dei cittadini.
Non solo la guerra di ieri, ma quella di oggi, la guerra che i sardi hanno in casa e che “sentono” ogni giorno, porterete questo tema alla Conferenza di Organizzazione?
Sì, mi aspetto che si affronti il problema delle basi militari perché sono un insediamento eccessivo sotto il profilo della salute, ma anche perché dalle basi sarde partono gli aerei verso le zone di guerra. E non dimentichiamo le esercitazioni che durano mesi e mesi, con 50-60 mila soldati che bloccano per giorni la strada tra Cagliari e Teulada, creando disagio alle persone e anche all’economia. Siamo la Regione con il territorio più esteso rispetto all’occupazione militare, non solo Teulada a sudovest, ma il salto di Quirra sopra Muravera, Capo Marrargiu sulla costa tra Alghero e Bosa, e ancora La Maddalena. In questi ambiti si testano bombe, missili e altre armi: questo crea un forte inquinamento ambientale, con rischi per la salute confermati dall’alto numero di tumori, scoperti anni fa: si ammalava anche chi aveva la lavanderia e lavava le tute ai militari… Ma c’è anche la storia della fabbrica RWM di Villamassargia nei pressi di Iglesias, che ha 350 addetti fissi alla fabbricazione di ordigni bellici, impegnando 500 persone compreso l’indotto, in un territorio dove non ci sono altre risorse, e il progetto di riconversione non è semplice.
Anpi protagonista in un settore delicato e di cui si parla poco. Ma cosa significa essere l’Associazione Partigiani, in Sardegna?
Anpi è oggi, insieme alla Cgil, l’unica organizzazione di difesa della Costituzione e della democrazia. Spesso ci si chiede di sostituirsi ai partiti, di confrontarci sulle carenze della politica, ma non è il nostro ruolo. Essere Anpi significa soprattutto essere un punto di aggregazione, un luogo di crescita culturale culturale; in alcuni territori, specie nei piccoli comuni, si fanno cineforum, letture, iniziative. Ci sono undici sezioni a Cagliari e dintorni, e una sta per nascere; ci sono sezioni a Oristano, Nuoro, Siniscola e Tortolì; la sezione di Sassari comprende anche Ozieri e poi c’è Olbia, e c’è un coordinatore regionale nella persona di Antonello Murgia.
Quali sono le attività, come si ricorda la Resistenza dove non la si è combattuta in battaglia, in montagna o nelle città?
In molte sezioni si sta lavorando a ricostruire le vicende dei sardi che hanno combattuto nelle diverse formazioni sul continente, si lavora a gemellaggi, a incontri con sezioni e comuni dove la Resistenza si è combattuta: abbiamo ricordato, in un viaggio della memoria con una quinta classe del Liceo classico di Cagliari, Mario Corona, il comandante partigiano che faceva parte del gruppo di Emilio Lussu e che liberò Fucecchio poco prima dell’arrivo degli Alleati, fermandosi poi a vivere in Toscana e diventando sindaco di Fucecchio nel 1975. Oppure la storia del cagliaritano Antonio Garau, che nel ’43 fugge dall’Accademia Militare di Forlì, aderisce alla Resistenza, viene arrestato e subisce torture, torna operativo e diventa comandante con il nome di “Geppe”. Libererà il comune di Spilamberto, nel Modenese, dove ricevette nel 2005 le chiavi della città ed una piazza porta il suo nome. E poi i viaggi con gli studenti ad Auschwitz e a Marzabotto, a Casa Cervi e in altri luoghi fondamentali per la conoscenza della Lotta di Liberazione.
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Che rapporto c’è con i giovani? La Resistenza li attrae o c’è il rischio che resti qualcosa di astratto?
Non è semplice, perché nonostante ci siano iniziative nelle scuole e all’università, non sempre riusciamo a coinvolgerli, in un territorio dove questa pagina di storia non si è combattuta. Inoltre, senza parlare delle difficoltà di collegamento che abbiamo in Sardegna, spesso inseriamo dei giovani bravi e capaci negli organismi ma altrettanto spesso sono loro, i più attenti e sensibili, ad andare via, a studiare o lavorare altrove. Ma noi insistiamo: nel novembre 2023, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, grazie al film C’è ancora domani di Paola Cortellesi, siamo stati invitati a diverse proiezioni per parlare di violenza di genere nelle scuole, una maniera per riprendere gli incontri dopo gli stop imposti dal Covid; e presto avremo incontri sulla Costituzione. Il 9 marzo ad Arzara saremo in una scuola superiore con l’Anpi di Nuoro a presentare la mostra sulle donne Costituenti. Di certo, non ci fermiamo, anzi.
Donatella Alfonso
In vista della Conferenza di Organizzazione delle Anpi Sud che si terrà a Paestum il 6 e 7 aprile prossimi, Patria Indipendente ha pubblicato una serie di interventi e interviste, che sono raccolte sul sito uno specifico dossier. Vi ricordiamo comunque anche qui i titoli in ordine cronologico. Carlo Ghezzi, “L’Antifascismo che riparte dal sud“. Intervista ad Angelo Lauricella (Anpi Agrigento). “Il nostro obiettivo è far crescere l’Anpi al Sud”. Intervista a Ciro Raia (Napoli), “Le tessere meridionali nel mosaico della Resistenza”. Intervista a Michele Petraroia, membro della Commissione nazionale di garanzia dell’Anpi “Anche al Sud cercarono la libertà tra rupe e rupe”. Intervista a Carmela La Padula (Matera). “Ecco perché è importante per il Paese la Conferenza delle Anpi del Sud”. Intervista a Fulvio Angelini (L’Aquila). “L’orgoglio e la memoria dell’Abruzzo”. Intervista a Pasquale Martino (Bari) “Conferenza organizzazione Anpi. Parla Pasquale Martino”.