DA CARBURANTI ITALIA E WIKIPEDIA
DEL 2O MAGGIO 2019 IVA + ACCISE
0,605+costo benzina
Composizione attuale del prezzo medio Benzina
(20/05/2019 – 1.626€/l)
IVA (0.293€/l)
Accise (0.728€/l)
totale 1.021
Prezzo totale 1.626
Composizione attuale del prezzo medio Gasolio
(20/05/2019 – 1.516€/l)
Prezzo tasse escluse (0.626€/l)
Accise (0.617€/l
totale 0.890
Prezzo totale1.516
totsle 1.516
Accisa sui carburanti
Per accisa, in scienza delle finanze si intende una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. Nella maggioranza dei paesi del mondo il prezzo dei carburanti è gravato da accisa, in particolare nei paesi non produttori.
Dopo gli anni 2000, in Europa, ci si è resi conto che i carburanti, e in particolare quelli di origine fossile, contribuiscono all’inquinamento; l’introduzione di accise viene perciò giustificata dalle spese sostenute dagli enti pubblici per ridurre l’impatto ambientale degli stessi.[1][2]
In Italia
Su tutto il territorio italiano sono oggi soggettati ad accisa: oli minerali e derivati, alcool e bevande alcoliche, fiammiferi, tabacchi lavorati, energia elettrica, gas metano, oli lubrificanti.[3]
L’accisa sull’acquisto dei carburanti è stata, in varie epoche, attribuita a:
- emergenze di cassa dello Stato
- volontà di limitare le importazioni e la dipendenza da fonti energetiche esterne al paese
- necessità di compensare i danni all’ambiente (green tax)
Il valore dell’accisa sul carburante è diverso a seconda dell’uso che l’acquirente intende farne: in generale maggiore per il trasporto, minore per il riscaldamento.
Per quanto riguarda il carburante per l’autotrazione, nel tempo sono state utilizzate accise diverse allo scopo di fronteggiare finanziariamente emergenze provocate da eventi naturali e non. Quando sono decadute le motivazioni originarie,nessuna di queste è stata abolita, e sono state, a partire dal 1995, inglobate in una unica accisa indifferenziata e senza più riferimenti alle originali motivazioni[4][5][6].
- 1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935–1936;
- 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
- 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
- 99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
- 75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
- 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della missione ONU durante la guerra del Libano del 1982–1983;
- 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1996;
- 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
- 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
- 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
- da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
- 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
- 0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
- 0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
- 0,024 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012;
- 0,005 euro per il finanziamento del “Bonus gestori” e la riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo
- 0,0024 euro per il finanziamento di alcune spese del decreto Fare “Nuova Sabatini” (dal 1º marzo al 31 dicembre 2014)
Nel Testo Unico del decreto legislativo del 1995 l’accisa viene definita in modo unitario ed il gettito finanzia il bilancio statale nel suo complesso. Nella legge di stabilità del 2013 le accise sono state rese strutturali.
Il totale di suddetti incrementi dell’accisa, stabiliti prima dal Regno d’Italia e poi dalla Repubblica Italiana, ammonta a circa 0,41 euro (0,50 euro IVA inclusa). Da precisare che dal 1999 un decreto legislativo permette alle varie Regioni di imporre una accisa autonoma sulla benzina.
A tutto questo si somma la cosiddetta imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale a 0,7242 euro per litro per la benzina verde e 0,6132 euro per il gasolio IVA esclusa. Aggiunta anche questa, al 22%, si ottengono 0,8835 euro nel primo caso e 0,7481 euro nel secondo.
La scelta di differenziare le accise applicate ai carburanti (dati 2018)[7] è un meccanismo statale di indirizzo politico-economico:
- benzina: 728,40 € per 1000 l
- gasolio: 617,40 € per 1000 l (416,00 € per 1000 l nel 2006)
- GPL: 267,77 € per 1000 kg
- gas naturale: 4,4 € per 1000 kg (dato indicativo, calcolato applicando una conversione di 0,74 kg/m3)