La Spagna ha sbloccato una parte dei fondi di proprietà del Venezuela che furono sequestrati dal Governo spagnolo e saranno restituiti al paese sudamericano attraverso la Organizzazione Panamericana della Salute.
La cifra, pari a 2,5 milioni di dollari, sarà utilizzata per il trattamento del Covid-19, come da accordi dei ministeri degli esteri dei due paesi.
La informazione è stata rilasciata dal Ministro degli Affari Esteri dell’Unione Europea e della Cooperazione spagnola, Arancha González, attraverso il suo account sul social network Twitter, il quale ha indicato che “risorse venezuelane congelate sono state trasferite su @opsoms nel nostro paese per contribuire ad alleviare gli effetti della pandemia.”
I soldi furono bloccati e sequestrati illegittimamente al Venezuela dopo le misure unilaterali coercitive imposte dagli Stati Uniti contro la nazione sudamericana, che, nonostante i blocchi economici, sta finora ottenendo notevoli successi nella lotta contro il Covid-19.
La decisione dello sblocco parziale è stata presa dopo che, pochi giorni fa, il governo di Nicolás Maduro e la parte maggioritaria della opposizione venezuelana guidata da Juan Guaidó hanno firmato un accordo in merito.
A darne notizia era stato il ministro venezuelano della comunicazione, Jorge Rodríguez, annunciando l’accordo coi 4 partiti oppositori come “una buona notizia” e sottolineando che si tratta di un riavvicinamento tra l’esecutivo Maduro e “un settore” dell’anti-chavismo.
Il firmatario per l’opposizione era stato il medico Julio Castro, nominato da Guaidó come consigliere sanitario del Parlamento.
L’accordo ha mandato su tutte le furie la parte più estremista della destra golpista venezuelana.
Nelle trasmissioni televisive da Miami, condotte da fuoriusciti dal Venezuela quali la Poleo, si è subito definito Guaidó “un traditore” arricchitosi con le immense fortune destinategli dalla amministrazione Trump che gli ha intestato i beni sequestrati negli USA al Venezuela e che dopo questo ennesimo gesto non condivisibile non è più degno di essere riconosciuto come leader della opposizione.
Non meno dure sono state le accuse a Guaidó dal suo gran alleato a Madrid, il latitante della giustizia Antonio Ledezma, ex sindaco di Caracas, incriminato per numerosi reati e rifigiatosi in Spagna dopo essere fuggito dagli arresti domiciliari a cui era sottoposto in Venezuela.
Ledezma ha accusato Guaidó in un tweet di essere giunto a patti con quello che lui chiama “il regime velenoso” e aggiunge che l’unico accordo che Guaidó doveva firmare era “un accordo con gli Stati Uniti per far arrestate tutta la banda di governanti del Venezuela. Il miglior vaccino contro la pandemia è la cattura del virus Maduro. Bisogna essere fermi, con loro non si dialoga e non si fanno accordi se si vuole salvare il Venezuela”.