telegraph.co.uk Uber ha subito un nuovo duro colpo dopo che l’Alta Corte danese ha stabilito che si tratta di un servizio di taxi illegale e non una app di ridesharing. Il giudizio è l’ultimo colpo per l’azienda che sta affrontando la resistenza dei regolatori di tutto il mondo. L’anno scorso il Telegraph aveva rivelato che Transport for London stava progettando il proprio giro di vite su Uber con una serie di norme, tra cui il divieto di offrire auto a noleggio con una applicazione smartphone. Tuttavia questi piani erano stati stravolti da Boris Johnson, l’ex sindaco di Londra (link all’articolo).
La sentenza della Corte Suprema danese ha confermato la condanna di sei autisti Uber che sono stati dichiarati colpevoli di aver violato le leggi di taxi del paese e sono stati multati con 2.000/6.000 corone (£ 230 a £ 690) ciascuno.
I giornali locali riportano che la rabbia dei tassisti danesi contro l’applicazione Uber sta aumentando a causa della concorrenza sleale che essa sta praticando. Come conseguenza della decisione, l’ufficio del pubblico ministero Copenaghen sarà in grado di intentare una causa contro la sede di Uber a San Francisco.
L’azienda, che ha già 300.000 clienti in Danimarca i quali hanno scaricato la app, ha detto di essere molto delusa da questa sentenza. Altre azioni legali sono state intraprese contro Uber in Francia, Belgio e Germania. In altri luoghi i tassisti sono scesi in piazza per protestare contro la presenza di Uber tra cui San Paolo, Roma, Varsavia e Melbourne.
19 novembre 2016