Da italiana residente all’estero mi tocca spesso combattere e distruggere falsi stereotipi sul nostro paese, da quelli più simpatici del mangiare lasagna e pizza a pranzo e cena a quelli più antipatici dei giovani fannulloni che non hanno voglia di lavorare.
Ma se c’è uno stereotipo sul quale proprio non ho nulla da discutere, e ahimè mi imbarazza anche ammettere, è quello delle veline e delle show girls utilizzate nei programmi TV italiani come meri oggetti di decorazione accanto (o dietro) presentatori uomini brillanti e intelligenti.
Di certo il sessismo in TV non è prerogativa tutta italiana, ma vi sono realtà quali quella inglese, o danese, nelle quali un programma come quello di “Selfie” lanciato recentemente su Canale 5, non solo desterebbe grande disdegno, ma comporterebbe quasi sicuramente un’ondata di protesta sui social.
Il programma si propone quale strumento benefico dalla missione sociale di “aiutare le persone a capire le cause reali della propria insicurezza”, lasciando ai cosiddetti “mentori” il potere di decidere se finanziare o meno determinati desideri di cambiamento.
In questa foto potrete ammirare una donna che è stata assistita dal programma di Simona Ventura affinché questa potesse assomigliare a Valeria Marini.
Ora, a parte i casi in cui la chirurgia plastica si è effettivamente rivelata uno strumento di cambiamento di serie disfunzioni fisiche, genetiche o post-tumorali, difatti il programma finisce per incoraggiare standard di bellezza stereotipati affinché questi possano perfino gratificare altri uomini.
Appoggiare richieste futili di donne che vogliono assomigliare ai loro idoli preferiti senza capirne le vere cause, o finanziare cambiamenti che possano rendere felici mariti e fidanzati insoddisfatti, non solo va contro lo scopo del programma ma è anche pericoloso per chi lo ascolta.
Al tempo stesso, celebrare cambiamenti al seno come grande “cadeau” per i fidanzati, o nuovi look quale regalo che “tutte le donne sognerebbero in Italia” affinché queste diventino per i mariti “la “principessa che tu hai sempre voluto che fosse”, comunica l’idea che gli individui debbano attenersi a determinati standard sociali e che debbano perfino preoccuparsi di ciò che la gente pensa.
Ma perché in Italia nessuno si è ribellato? E perché in altri paesi molte donne si sarebbero indignate?
Dopo essermi adoperata contattando conoscenti ed amici italiani, c’è chi mi ha detto che l’Italia è fatta così e che il trash ci sarà sempre, e pertanto non vale la pena né parlarne né combattere, e chi invece mi dice che non ci vede nulla di male. Ovviamente poi c’è anche chi mi invita ad occuparmi di problemi reali e di smettere di fare la solita femminista del ca**o.
In un paese già affetto da alti tassi di femminicidio, la TV deve prendersi le sue grandi responsabilità. Commenti e battute sessiste non fanno altro che contribuire ad una cultura di violenza che permette e promuove l’idea che la donna non solo sia di proprietà dell’uomo, ma che sia anche oggetto di intrattenimento per lo stesso.
Pertanto, quando le bambine e le adolescenti crescono in un paese fatto di programmi televisivi in cui il compito della maggiorparte delle donne si limita a passi di danza sexy per divertire il pubblico e i presentatori, o come nel caso di Selfie a richiedere cambi di look per far felici i propri fidanzati, il sessismo non solo viene normalizzato ma perfino interiorizzato. I bambini e i ragazzini invece continuano ad abituarsi all’idea che sia assolutamente legittimo guardare alle donne come oggetti sessuali e commentarne o disprezzarne il fisico per strada.
Che madre natura ci abbia già punito con la debolezza fisica, non giustifica il fatto che dobbiamo auto-punirci anche a livello sociale.
Se continuiamo a guardare a noi stesse come trofei di bellezza o servire e riverire i nostri mariti, lasciando loro il potere di dirci cosa indossare o come apparire, allora saremo destinate a rimanere esseri fragili.
Perché non sono solo battute, e non è solo l’ennesimo programma trash, ma l’ennesima violenza alla nostra dignità.
La vera debolezza pertanto sta nelle donne che non decidono di combattere. La vera forza sta nell’amare sé stesse.
Firmate e leggete questa petizione. Probabilmente non riusciremo a bloccare il programma o neanche a cambiarlo, ma almeno faremo in modo che la prossima bambina che guarda la TV possa comprendere che tutto ciò non è normale.
Infine, mi appello soprattutto alle istituzioni perché queste possano adoperarsi per definire dei criteri di programmazione e delle politiche etiche alle quali i media debbano attenersi per porre fine all’ attuale cultura di violenza.
Grazie di cuore
Cristiana, un’italiana che ha capito il proprio valore solo dopo aver lasciato il proprio paese
PS: qui un estratto del programma “Selfie”
Dec 15