Tra le carte pubblicate, alcune inerenti alla scomparsa di Mauro de Mauro e il delitto Scaglione
di AMDuemila
Continua l’importante lavoro di desecretazione e pubblicazione di atti giudiziari da parte di Nicola Morra e della Commissione Parlamentare Antimafia da lui presieduta. Dopo la desecretazione degli atti e dei documenti audio relativi agli interventi di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone all’Antimafia, oggi sono stati portati alla luce alcuni a firma del commissario Boris Giuliano e del colonnello Carlo Alberto dalla Chiesa. In particolare sono stati resi pubblici “per la prima volta – ha spiegato Morra – quattro documenti costituiti dal verbale di denuncia del 6 giugno 1971 e dai rapporti giudiziari del 20 settembre, 26 ottobre e 15 luglio 1971 che furono redatti in un momento assolutamente particolare per la storia di Cosa Nostra in seguito ad indagini congiunte, da alcuni uffici di Polizia giudiziaria dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato della città di Palermo”. Carte di una certa importanza sui quali Giuliano e dalla Chiesa, due investigatori di punta della storia dell’antimafia, hanno lavorato per lungo tempo. Fra i documenti desecretati infatti ci sono alcuni sui delitti e i misteri avvenuti nel capoluogo siciliano in quegli anni. Come la scomparsa del giornalista d’inchiesta Mauro De Mauro, l’omicidio del Procuratore della Repubblica Pietro Scaglione e del suo autista Antonio Lo Russo. Fino agli inquietanti atti dinamitardi della notte di Capodanno del 1971 eseguiti a Palermo ai danni di vari enti e uffici pubblici: “Fatti questi – si legge nei rapporti pubblicati dall’Antimafia – che non hanno precedenti nelle manifestazioni criminose dell’isola, perché appaiono talmente aberranti da far ritenere che si agitino o si occultino a monte degli esecutori materiali grossissimi interessi ai quali non sarebbero estranei ambienti e personaggi legati al mondo politico ed economico-finanziario e che, in forma più o meno occulta, hanno fatto ricorso, dal dopoguerra in poi, a sodalizi di mafia per conseguire iniziali affermazioni nei più svariati settori, per garantire quanto via via acquisito, per speculare sugli ulteriori locupletamenti“.
Non solo. Dalla lettura dei documenti si colgono gli effetti della sentenza della corte d’assise di Catanzaro che, il 22 dicembre 1968, aveva assolto 44 imputati con la formula della insufficienza di prove determinando decine di scarcerazioni. L’effetto, secondo quanto emerge dai rapporti, fu da un lato conferire “più rinnovato prestigio ed autorità a quanti ne erano usciti indenni” e dall’altro “il devastante incremento di sfiducia dell’opinione pubblica”. “Continuiamo questo lavoro di pubblicazione di atti – ha dichiarato il presidente dell’Antimafia Morra – le istituzioni non hanno paura della propria storia; questi giorni così difficili, che ci consentono di rimanere a casa, impegniamoli anche in modo utile nello studio della nostra storia più recente”.
10 Marzo 2020
Clicca qui per leggere la pubblicazione di atti della Grande Antimafia (legislature IV-V-VI)