Il dubbio di tutti i servizi segreti del mondo risolto dalla Unità di crisi della Farnesina e dal ministro dichiarante
Un attentato tra i molti in Egitto nella stessa strada del consolato d’Italia, e quel muro sbrecciato diventa l’attacco del jihadismo all’Italia, afferma il ministro Gentiloni. Fonte Cia, Aise? Dubbi. Verso sera un presunto twitt attribuibile ad ambienti jihadisti cavalca la tensione. Strano.
di Ennio Remondino
I fatti prima delle opinioni. Erano da poco passate le 6.30 del mattino quando la capitale egiziana è stata scossa da una potente esplosione nella strada per fortuna semideserta accanto al consolato d’Italia nella capitale egiziana. Secondo fonti della procura del Cairo, ad esplodere sarebbero stati circa 250 chili di tritolo in una macchina parcheggiata accanto al lato sinistro del consolato. Detonazione potentissima che, grazie all’ora, ha causato soltanto una vittima, alcuni feriti e la caduta del muro perimetrale sinistro dello stesso consolato a quell’ora assolutamente deserto.
Solo in serata via twitter una presunta rivendicazione Isis, mentre le indagini egiziane starebbero invece puntando contro i Fratelli Musulmani, sostenitori dell’ex presidente Morsi. Gli artificieri rilevano che sono stati usati gli stessi materiali adoperati la scorsa settimana per l’assassinio del procuratore capo egiziano Hisham Barakat, ucciso proprio dai Fratelli Musulmani. La procura egiziana ‘non esclude’ (quindi sospetta) che l’attacco possa essere stato diretto contro il giudice Ahmed al Fuddaly, abitante nella zona dove si trova in consolato, uomo vicino al presidente egiziano Al Sisi.
E mentre tutto il mondo dell’Intelligence cercava di capire e si interrogava, lui, il ministro Gentiloni sa, e lo comunica al mondo in una conferenza stampa convocata alla Farnesina a mezzogiorno con la concitazione da catastrofe nazionale. Ed il ministro della diplomazia così sostiene, tra rigorose citazioni d’agenzia e virgolette: “Non c’è nessun dubbio, il Consolato italiano era l’obiettivo”. “Un tentativo di intimidazione”, “Un attacco contro la presenza internazionale, ma anche un attacco diretto all’Italia, paese impegnato in prima linea nel contrasto al terrorismo”. Certezze assolute.
Ma Gentiloni non si piega. Dal tavolo della Farnesina dove ti aspetti di vedere i capi delle spie e scopri il capo della Unità di Crisi, il ministro dichiara “La rinnovata determinazione dell’Italia a combattere il terrorismo e l’Isis in particolare”. Il Califfo è avvertito. “L’Italia non si fa intimidire” aveva affermato in un tweet, aggiungendo poi: “Risponderemo con fermezza”. E via twitt gli risponde Isis, o almeno, un account definito vicino all’Isis rivendicando l’attentato. I terroristi annunciano nuovi attacchi. Vero, falso, provocazione? Paolo Gentiloni è uso ad affermazioni stentoree. Salvo successive smentite.
Cosa è meglio augurarci in questo caso?
11 luglio 2015