di Luigi Grimaldi
In Italia circola da tempo un file con nome, cognome, residenza data e luogo di nascita di 26411 presunti affiliati alla massoneria del grande oriente di Italia. Sembra si tratti di una copia di un elenco ufficiale. Alla registrazione n° 13048 si incontra il signor Valter Lavitola, nato a Napoli il 16 giugno 1966. Chissà che non sia il nostro editore dell’Avanti (per grazia di fratel Berlusconi P2 1816). Evidentemente, se non si tratta di uno straordinario caso di confusione di identità, dietro la storia di Saint Lucia c’è molto di più da scoprire di quanto si sia pensato sinora. Sarebbe il caso che qualcuno accertasse se esiste o è esistito un qualche contatto tra Lavitola e Thomas L. Fisher Assistant Secretary della Saint Lucia Lodge di Castries (E-mail:: fishert@candw.lc – Abercrombie Lodge No. 2788 ). La cosa andrebbe approfondita per diversi motivi. Il primo è che l‘Avanti, il giornale edito e diretto da Lavitola, il 14 dicembre del 2009, ha pubblicato un articolo di Aldo Chiarle dal titolo emblematico “Massoneria e Socialismo, un legame inscindibile” in cui lamentava di non aver potuto salutare con l’appellativo di “compagno e fratello” alcuni ex direttori dell’Avanti perché questi non erano massoni. L’articolo si chiudeva con questa illuminante frase: “Essendo io molto giovane non ho avuto la fortuna di conoscere il primo direttore dell’Avanti, il socialista e massone Leonida Bissolati, morto a Roma nel 1920 e non l’ho quindi potuto abbracciare e salutare chiamandolo “compagno e fratello”, come ho fatto con altri direttori e come faccio con l’attuale direttore Valter Lavitola”.
Sul fatto che Chiarle sappia ciò che dice e sia massone di vaglia non sembrano esservi dubbi se è vero, come è vero, che a Roma lo scorso 15 maggio nella sede della Libera Muratoria, nel Tempio dedicato a Giuseppe Garibaldi, si sono riuniti i Fratelli da tutta Italia per festeggiare i “65 anni di Lavoro Massonico di Aldo Chiarle, giornalista, socialista, Uomo libero e Libero Muratore”. Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, ha sottolineato come ”dalle pagine dell’Avanti, da innumerevoli anni, Aldo Chiarle racconti il vero volto della Massoneria, i suoi ideali, le sue battaglie e la sua capacita’ di confronto, seguendone gli intrecci con la storia e la cronaca politica e sociale. Senza compromessi, senza ipocrisie, con un invidiabile spirito caustico: questo il suo carattere e il suo contributo alla Massoneria”. E allora, che ci faceva il “fratello” Lavitola alla conferenza stampa indetta dal ministro della giustizia di Saint Lucia, e dedicata ai giornalisti italiani, per confermare l’autenticità della lettera con cui assicurava il primo minisro del fatto che le società offshore allocate nel suo paese e proprietarie del famoso appartamento di Montecarlo erano riconducibili al cognato di Gianfranco Fini? E’ un mistero, anzi più probabilmente un segreto da condividere “tra fratelli”. Già perchè il 24 settembre – senza smentita – su la Repubblica, in un articolo di Massimo Giannini si è appreso che Luigi Bisignani dispone di un suo ufficio “da consulente” a Palazzo Chigi. Bisignani, un nome che nell’establishment italiano fa scattare sull’attenti parecchia gente, e a noialtri fa rizzare i capelli. Specialista in logge, diciamo. Ma davvero gli hanno dato un ufficio vicino a quello di Gianni Letta? Bisignani una volta lavorava nell’ombra, o al massimo tramite Dagospia. Ora parrebbe di capire che nello scontro istituzionale a suon di ricatti messo su per ricondurre all’obbedienza la terza carica dello Stato vi sia uno schieramento che comprende il Presidente del Consiglio e la Massoneria. Una situazione intollerabile che ha il sapore della congiura di palazzo in una chiave ottocentesca che con la democrazia non dovrebbe avere nulla a che vedere. Non dovrebbe assolutamente perchè la situazione, data la presenza massonica nel caso, ha il sapore di un complotto bello e buono. Sopratutto alla luce di quanto rivelato dal massone dissidente Gioele Magaldi che sostiene di sapere che Silvio Berlusconi ha una sua loggia e ne farebbero parte Previti e molti leader Pdl. Gioele Magaldi ha infatti dichiarato a Il Fatto Quotidiano che : “Le decisioni ufficiali del partito vengono prese in privato dagli affiliati e poi comunicate a tutti gli altri”. Notizia sconvolgente perché significa, fuor di metafora, che il vero problema rappresentato dall’uscita dei finiani dal Pdl è che si sarebbero sottratti al controllo egemone di una parte della massoneria sul governo, quella berlusconiana. Mala tempora currunt.