di Marco Pondrelli
Ho già avuto modo di recensire un libro di Daniele Ganser incentrato sulla storia degli Stati Uniti. Questo volume del 2016, che è stato recentemente tradotto e pubblicato in italiano da Fazi editori, è altrettanto interessante e si intreccia con il lavoro precedentemente citato.
Il ruolo degli Stati Uniti e della Nato in questo spicchio di mondo non può essere criticato e lo stesso Ganser, cittadino svizzero, ha ricevuto molte critiche per i suoi studi. Come recentemente ha mostrato lo squadrismo televisivo scatenatosi dopo il 24 febbraio, la verità ufficiale degli Stati Uniti e della Nato non può essere messa in discussione, l’Autore si è macchiato di questo gravissimo vilipendio, purtroppo per i cantori dell’Impero Ganser conduce questa critica citando fonti, documenti e le risoluzioni dell’ONU. Difatti al centro delle riflessioni del libro oltre la Nato c’è l’Organizzazione delle Nazioni Unite, la cui ispirazione alla difesa della pace e della cooperazione è stata minata dalle guerre illegali degli Stati Uniti e della Nato.
La Nato nasce nel 1949 è, come possiamo osservare rispetto al caso italiano e al ruolo di ‘Gladio’, assume un ruolo che non è solo di difesa dal nemico esterno, scrive l’Autore: ‘la NATO aveva costituito in Europa dei reparti paramilitari segreti stay-behind,che durante la guerra fredda avevano l’incarico di difendere il territorio dei paesi appartenenti alla NATO in caso di invasione sovietica, combattendo dietro le linee nemiche, e che però di dovevano attivare anche in tempo di pace contro comunisti e socialisti, qualora fossero diventati troppo forti nei paesi dell’Alleanza Atlantica’ [pag. 44].
Il ruolo della Nato viene letto attraverso gli interventi illegali commessi nel mondo, a partire dal colpo di Stato organizzato in Iran contro Mossadeq reo di avere nazionalizzato le ricchezza del Paese colpendo gli interessi di inglesi e statunitensi. Nel 1954 per lo stesso motivo, ovvero sia avere toccato gli interessi della United Fruit Company, venne rovesciato il legittimo Presidente del Guatemala Àrbenz. È interessante come l’Autore dedichi un paragrafo a come questi avvenimenti influenzarono enormemente Che Guevara, che in quel momento era ancora un giovane medico neolaureato, che vide con i propri occhi come la lotta contro il colonialismo venne schiacciata dalla forza militare statunitense.
Sarebbe lungo ripercorrere tutte le tappe che Genser analizza nel libro. Un capitolo interessante è quello alla crisi dei missili cubani, sia perché l’Autore si è occupato in passato molto di questo problema sia perché di questi eventi si parla molto ma sempre superficialmente, raramente si ricorda che la scelta sovietica era una risposta ai missili che gli USA avevano installato in Turchia. In proposito c’è un episodio interessante che merita di essere riportato, alla Casa Bianca tutti i colloqui erano registrati e grazie a questo sappiamo che in una riunione il Presidente Kennedy, evidentemente poco informato, chiese riferendosi ai missili installati da Chruščëv a Cuba ‘«ma perché va a piazzarli laggiù? Sarebbe proprio come se di punto in bianco cominciassimo a installare un bel numero di missili a medio raggio in Turchia. Credo che sarebbe dannatamente pazzo» al che il suo consigliere per la sicurezza nazionale, McGeorge Bundy, gli rispose: «Be’, sì, ma è questo è esattamente quello che abbiamo fatto, signor presidente»’ [pag. 182]. L’accordo che venne raggiunto prevedeva che l’URSS avrebbe tolto i missili da Cuba ma in cambio gli Stati Uniti oltre ad impegnarsi a non invadere l’isola accettarono di eliminare i propri missili dalla Turchia.
Il periodo che va dalla fine della Seconda Guerra mondiale all’89 è costellato di interventi militari illegali, in America Latina gli USA si sono mossi come nel proprio giardino di casa, rendendosi responsabili di massacri indicibili, così come in Vietnam guerra illegale partita dal falso incidente del Golfo del Tonchino.
Come oramai ampiamente riconosciuto l’89 non ha rappresentato la fine della storia ma ha aperto un periodo di guerre e conflitti, tutto combattuti senza mandato dell’ONU, dalla Serbia, all’Afganistan, dal Iraq (con la scusa delle armi di distruzioni di massa) alla Libia, dall’Ucraina alla Siria, guerre in cui gli Stati Uniti hanno svolto il ruolo di attori primari.
La causa di questa guerre è riconducibile alla volontà degli USA di destabilizzare queste regioni, come ben documenta l’Autore per fare questo Washington spesso e volentieri e ricorsa al terrorismo di matrice islamica, dall’Afghanistan contro l’Armata Rossa, a Sarajevo (con la presenza di Bin Laden che a quel tempo non era sulla lista dei cattivi), dal Kosovo fino alla Libia.
Auguriamo al libro di Ganser il massimo successo, dentro queste pagine si trovano denunce di cui i mass media mainstream raramente parlano, le conclusioni dell’Autore sottolineano l’importanza dell’ONU, personalmente è una posizione che trovo convincente, aggiungo che la comunità internazionale dovrebbe avere la forza di riformare l’ONU dando maggiore forza a tante nuove realtà, dall’America Latina all’Africa, che stanno contribuendo a modificare gli equilibri mondiali.