Significative le parole del giornalista (esperto del fenomeno mafioso), Saverio Lodato, quando sostiene nella trasmissione su La7 :
“Definisco centrale, oggi in Italia, la necessità di una discussione approfondita, animata dalla volontà di chiudere con gli scheletri e i fantasmi del passato, e che si prendesse atto del fatto che per sessant’anni è stata raccontata una favola alla quale tutti abbiamo creduto. La favola che la mafia fosse un mostro che si era fatto da solo e che aveva fatto tutto da solo”.
Ancor più preoccupante quanto sostenuto dal direttore della Dia Governale che ha ricordato come la politica in passato abbia usato gli stessi termini della mafia:
“Abbiamo avuto un ministro dell’Interno Scelba che nel giugno del 49 al Senato disse: ‘quando noi vediamo una bella donna formosa diciamo che è mafiosa’. Enzo Biagi, nel 1989, andò a trovare Liggio in Sicilia che gli disse: ‘quando noi in Sicilia vediamo una bella donna formosa diciamo che è mafiosa’. A distanza di 40 anni il ministro dell’Interno e il capo della mafia hanno lo stesso linguaggio. Questo problema lo abbiamo digerito con difficoltà”.
Infine il generale della DIA, toccando il ruolo e la funzione delle scuole nella lotta alla criminalità organizzata, parte da un aneddoto:
“In un libro di storia di 632 pagine che ho chiesto a un ragazzo di un mio collaboratore che doveva dare l’esame di Stato sa quante pagine c’erano dedicate alla storia della mafia e del terrorismo? […] è fondamentale che un ragazzo conosca per esempio l’articolo 3 della Costituzione non si devono passare gli studi se uno studente non lo conosce“.
MOWA