“Marchionne racconta solo frottole, in napoletano lo definiamo ‘nu’ chiachiellò, che significa bugiardo che non manterrà mai la parola data”: le donne del comitato mogli operai dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, proprio non hanno ‘digerito’ la nota ufficiale del Lingotto nella quale ieri si sottolineava che si stanno rispettando “tutti i programmi annunciati, ad oggi solo le condizioni del mercato hanno impedito di far rientrare in fabbrica tutti i lavoratori”. Le esponenti del gentil sesso hanno stilato un elenco di programmi presentati dalla Fiat dal 2003 ad oggi per lo stabilimento di Pomigliano. “Ad aprile del 2003 – dicono – con il piano quinquennale di rilancio dell’Alfa, si doveva rinnovare tutta la gamma di produzioni con investimenti di 2 miliardi e mezzo di euro.
Promessa non mantenuta ed addirittura smentita nel 2007, quando è stato presentato il piano straordinario per il rilancio industriale di Pomigliano, con investimenti di 70 milioni di euro. Nel 2008 è stato aperto il polo logistico di Nola, dove sono stati spostati circa 300 operai di Pomigliano, e che doveva divenire un centro di eccellenza di tutto il centrosud: a cinque anni da allora, non ci sono attività, neanche la logistica per la produzione della Panda, ed i lavoratori sono ancora in cig, che scadrà a luglio. Sempre a maggio del 2008, si parlò di un avvio della produzione della Bravo a settembre dello stesso anno: promessa non mantenuta”. Le donne, inoltre, ricordano che nel 2010, con l’accordo tra Fiat, Fim, Uilm, Fismic e Ugl, si decise la produzione di 280mila Panda all’anno, “numero ancora lontano”, sottolineano, e che a febbraio dell’anno successivo la Fiat presentò il piano Fabbrica Italia, che prevedeva 20 miliardi di investimenti: “Piano fallito – affermano le donne – così come è fallita la newco Fabbrica Italia Pomigliano, che è riconfluita in Fiat group. Pensiamo – concludono – che i fatti si commentano da soli”.
13/06/2013