Dopo aver letto l’Atto n. 3-01095 (riportato integralmente sotto) richiesto (con carattere d’urgenza) da alcuni parlamentari il 30 luglio u.s. si dimostra quanto siano state oscurate le informazioni sui reali intenti di alcuni politici e suoi “sottoposti“. Infatti, nella richiesta si evince come costoro si siano prodigati a fare pressioni ai lavoratori della Lukoil e calpestare i principi più elementari del diritto di sciopero, della libertà di riunione previsti dalla nostra Costituzione per favorire l’azienda privata russa.
Altro che volere il bene degli italiani sbandierato nei comizi dall’ex Ministero dell’interno, Matteo Salvini…
Lo staff di iskrae.eu
Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01095
Atto n. 3-01095 (con carattere d’urgenza)
Pubblicato il 30 luglio 2019, nella seduta n. 139
PINOTTI , MALPEZZI , STEFANO , BITI , FEDELI , FERRAZZI , GIACOBBE , GINETTI , MARGIOTTA , PARRINI , PATRIARCA , ROSSOMANDO – Al Ministro dell’interno. –
Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
il 9 maggio 2019 il Prefetto di Siracusa Luigi Pizzi, nel pieno della vertenza che sta coinvolgendo decine di lavoratori delle raffinerie “Isab” di Priolo, che appartengono al gruppo petrolifero russo “Lukoil”, ha emesso un’ordinanza di divieto per la durata di 5 mesi, fino al 30 settembre, di ogni riunione dei lavoratori negli spazi attigui al polo petrolchimico siracusano;
tra i motivi che hanno spinto ad emettere questo provvedimento nell’ordinanza si legge che le manifestazioni di protesta, che hanno interessato in particolare le strutture della società russa Lukoil, hanno causato difficoltà e rallentamenti nell’accesso agli stabilimenti dei mezzi pesanti per il rifornimento di carburante;
a seguito dell’ordinanza del prefetto di Siracusa la Cgil ha fatto ricorso al Tar di Catania che però ha rigettato la richiesta di sospensiva;
tra gli atti dell’udienza al Tar di Catania è emersa una lettera dell’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, indirizzata al vicepresidente del Consiglio dei ministri Matteo Salvini, nella quale, in tono amichevole, si sollecita un intervento, non perché ci siano ragioni di pubblica sicurezza, ma perché i blocchi dei sindacati avrebbero portato “nel periodo 2012-2018 perdite finanziarie per l’ammontare di alcuni milioni di euro, nonché arrecato danni per la reputazione del gruppo Lukoil”;
la lettera dell’ambasciatore russo in Italia, in possesso del quotidiano “la Repubblica” che ne ha pubblicato alcuni stralci lo scorso 24 luglio 2019, si conclude con un appello al ministro Salvini: “Vorremmo contare su una partecipazione più attiva delle autorità italiane nella soluzione del problema del più grosso investitore russo in Italia”;
il 24 luglio il quotidiano “la Repubblica” ha riportato che il 12 aprile il Ministro dell’interno Salvini ha inoltrato la lettera dell’ambasciatore russo in Italia al prefetto di Siracusa, tramite l’ufficio Affari internazionali del suo gabinetto, “protocollo numero 52/145/2/2F”, e solo poche settimane dopo è stata emessa l’ordinanza che ha posto il divieto su ogni riunione dei lavoratori nei pressi degli stabilimenti della Lukoil;
tra gli atti dell’udienza al Tar di Catania è emersa inoltre una nota del Viminale, firmata dal vice capo di gabinetto Paolo Formicola, che sottolineava come “L’ambasciatore ha invocato una partecipazione più attiva delle autorità italiane nella soluzione del problema del più grosso investitore russo in Italia”;
considerato inoltre che, per quanto risulta:
il segretario della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi, e il segretario confederale, Giuseppe Massafra, hanno denunciato che: “L’ordinanza del prefetto non è stata dettata da motivi di ordine pubblico o da particolari esigenze produttive. Piuttosto, quel provvedimento nasce in virtù di pressioni politiche che calpestano i principi più elementari del diritto di sciopero, della libertà di riunione e dei principi costituzionali”;
l’ordinanza del prefetto di Siracusa rischia di ledere i diritti dei lavoratori sanciti dall’articolo 17 della Costituzione: “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”;
tenuto conto che le riunioni dei lavoratori che si sono tenute davanti agli stabilimenti della Lukoil fino al 9 maggio sono state tutte preventivamente annunciate alle autorità di pubblica sicurezza, le quali hanno potuto riscontrare che non si sono verificati episodi di violenza o alcun concreto pericolo per la pubblica incolumità,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo ritenga che l’ordinanza emessa dal prefetto di Siracusa, in merito al divieto per cinque mesi di assembramenti di persone nei pressi degli stabilimenti della Lukoil, possa ledere i diritti costituzionalmente garantiti ai cittadini italiani;
quali siano i rapporti intercorsi tra l’azienda privata russa Lukoil, l’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov e il Ministero dell’interno con riferimento alle vicende illustrate che stanno interessando le raffinerie Isab di Priolo.