Descrizione
Tutti, su un libro di storia, riconoscerebbero la fotografia di un balilla. L’Opera nazionale balilla, l’organizzazione giovanile fondata dal regime fascista nel 1926 per raccogliere i ragazzi tra gli otto e i quattordici anni, appartiene insieme alla sua divisa e ai suoi simboli a un passato con il quale nei decenni della nostra storia repubblicana abbiamo fatto i conti. Ma è davvero così? Paolo Berizzi si mette sulle tracce dei segni di un fenomeno tanto diffuso quanto pericoloso: lo spettro di una nuova educazione fascista. Esiste una trasmissione sotterranea, un passaggio tra le generazioni, che conserva il culto della violenza e della morte, l’ossessione razzista e xenofoba, la disciplina militaresca e la pulsione identitaria che già una volta nella storia italiana hanno formato una generazione di giovani. È un’educazione che forma i costumi e la mentalità, è capillare e sfuggente. Colpisce gli strati più deboli della popolazione sostituendosi allo Stato dove questo non arriva. Esistono di nuovo le colonie estive, dove i ragazzi vengono indottrinati. Ai concerti, fuori da scuola, nelle sagre, nelle feste di paese e negli stadi i gruppi neofascisti – primi fra tutti Forza Nuova e Casa Pound – da Nord a Sud hanno costruito un tessuto sociale parallelo poco visibile, nel quale la violenza squadrista per difendersi dall’invasione degli immigrati è sempre più accettata. Le vittime più esposte alle regole della nuova educazione sono i ragazzi. Questa inchiesta indaga l’universo simbolico del nuovo fascismo e dimostra un fatto allarmante, davanti al quale nessuno può chiudere gli occhi: i balilla non sono più soltanto un ricordo del capitolo più triste del nostro passato.
Quarta di copertina
Tutti, su un libro di storia, riconoscerebbero la fotografia di un balilla. Ma davvero i giovani fascisti, le loro divise e i loro simboli appartengono soltanto al passato? Esiste una trasmissione sempre più manifesta di valori, un passaggio tra le generazioni che conserva il culto dell’autoritarismo, della violenza e della morte, l’ossessione razzista e xenofoba, la disciplina militaresca e la pulsione identitaria che già una volta hanno formato un’intera generazione di ragazzi. Paolo Berizzi, che da anni indaga sulla rinascita delle organizzazioni di estrema destra nel nostro paese, si mette sulle tracce di un fenomeno tanto diffuso quanto sottovalutato: il ritorno dell’educazione fascista. Da nord a sud l’Italia è percorsa da un fenomeno ormai visibile e capillare, capace di modellare i costumi e la mentalità attraverso potenti suggestioni. C’è una rete di palestre in cui gli sport da combattimento si usano per allevare picchiatori, militanti, “uomini nuovi”. Sono tornate le colonie estive per insegnare l’ordine e l’obbedienza ai bambini. Inquietanti formazioni neofasciste indottrinano i giovani soldati politici per presidiare le curve degli stadi e le scuole, le associazioni e le piazze. Nell’epoca sovranista l’estrema destra è sempre più minacciosa. Sulla nuova educazione fascista che insidia l’Italia non si può più tacere. Orgoglio italiano. Onore. Patria. Lealtà. Sacrificio. Sono le parole d’ordine dei nuovi balilla. Un’inchiesta coraggiosa e allarmante fra raduni, palestre e colonie, dove l’estrema destra italiana forma la nuova gioventù nera.
Tratto da: https://www.lafeltrinelli.it/libri/paolo-berizzi/l-educazione-un-fascista/9788807173721