di Sergio Manes
Lettera aperta (breve-1793 batt.)
approfittiamo dello spazio sotto per aggiungere nel modo in cui ci sono state inviate, alcune delle comunicazioni e o.d.g. ( e un chi é Renzi di Sergio Manes) pervenuteci, che vanno ad aggiungersi a quelle precedenti di movimenti e associazioni, e a quelle di operai, sindacalisti, docenti, ecc.
Lettera aperta breve -1
Di fronte alla deviazione autoritaria in atto, necessità rafforzare l’impegno politico-culturale per coinvolgere ampi strati delle masse, vittime dalla separatezza tra società e stato.
Per bloccare e contrastare adeguatamente l’operazione del patto Renzi-Berlusconi, sotto l’egida del capo dello stato, occorre schivare gli inganni celati dietro l’attacco al Senato, volti a ridurre gli spazi della democrazia rappresentativa, col pretesto di abolire il bicameralismo “eguale”, accusato di lentocrazia.
Poiché l’obbiettivo di fondo delle “revisioni istituzionali”, a copertura delle rinviate riforme di economia e lavoro (e di quelle sbagliate in passato), ha l’intento di allineare il nostro e più avanzato sistema di democrazia parlamentare, a quelli vetero-tradizionali dell’Occidente capitalistico, conformi al disegno in atto nell’UE.
Al contrario urge rimettere al centro del dibattito costituzionale di massa, il rilancio degli obbiettivi “emancipatori”, di una società guidata dai principi di democrazia economico-sociale. Per ciò riaprendo il dialogo innovatore, anche con ceto medio vittima anch’esso della artificiosa distinzione tra diritti sociali e diritti individuali, pagati duramente dai lavoratori
Tutto ciò avviene per lo scontro reso incomprensibile tra governo e opposizione pur di eludere il fatto che la Carta è nata come patto unitario, in base ad una concezione integrale per l’interdipendenza tra principi fondamentali e garanzia dei diritti civili politici-economici-sociali da difendere strenuamente: mediante la stabilizzazione della forma di governo parlamentare e l’allargamento alla partecipazione, che sta diventando nell’opinione pubblica il centro di ogni riferimento sostanziale e non formale alla Costituzione.
Mov. Rilancio Costituzione
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L’associazione culturale Enrico Berlinguer di Roma Cinecittà-Quadraro, attraverso il suo Presidente, il suo Segretario e il Comitato Direttivo tutto, aderisce al Comitato Promotore
Per la stabilizzazione, il rilancio e la difesa INTEGRALE “dei valori sociali della Costituzione democratica antifascista” Promosso dal Movimento Nazionale Antifascista per la Difesa e il RILANCIO della Costituzione
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La Sezione Gramsci-Berlinguer di Pisa
riunitasi sabato 26 luglio 2014 ha discusso e approvato la proposta politica contenuta nella lettera-documento del Movimento per la difesa antifascista e rilancio integrale della Costituzione
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Caro Angelo, è un eufemismo, dirlo Piccolo manuale di autodifesa militante della Costituzione: è un contributo di grande qualità, che merita di essere diffuso in questa fase segnata dal tentativo di una svolta autoritaria. Per quanto mi concerne lo farò circolare in Camera del Lavoro di Varese. Saluti comunisti. Gian Marco Martignoni CGIL Varese
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Caro Angelo, sono fuori sede ma se valida ti invio la mia adesione al progetto “SALVARE LA COSTITUZIONE” Claudio Tagliavini
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Comitato antifascista e per la memoria storica-Parma
del Comitato promotore del del documento-vademecum o “Piccolo manualedi autodifesa militante della Costituzione” Per la stabilizzazione, il rilancio e la difesa INTEGRALE dei valori sociali della Costituzione democratica antifascista” del Movimento Naz. Antifascista per la Difesa e il RILANCIO della Costituzione
E’ possibile sottoscrivere la lettera della Rete per la Costituzione a Giorgio Napolitano cliccando sul il link seguente:
http://www.liberacittadinanza.it/petizioni/lettera-inviata-al-presidente-napolitano
Al signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Signor Presidente,
siamo cittadini italiani che hanno dato vita alla “Rete per la Costituzione”, organizzazione che in ragione di un impegno civico e morale di fedeltà alla Carta fondativa della Repubblica, si propone la sua difesa e applicazione.
Poiché Essa sancisce la Sovranità Popolare, è in nome di questa che ci sentiamo autorizzati a chiedere conto, a Lei e alla classe politica tutta, di quelle azioni e parole che ci sembrano venir meno a questo principio e a quello ancora più perentorio che impone a tutti i cittadini di “essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi “.(art. 54).
Il suo pronunciamento, l’ennesimo in verità, a favore delle riforme promosse dal Governo in carica, ieri 22 luglio 2014,sembra chiarire definitivamente la strada che lei ha scelto: quella dinon essere “il rappresentante dell’unità nazionale” (art.87), ovvero colui che si fa garante super partes nel delicato processo di riforma costituzionale e non solo, di tutte le posizioni in campo tutelando il dibattito, la serena espressione delle divergenze e degli opposti pareri, ivi compresi quelli delle opposizioni, come era accaduto nel 1947.
Patrocinando e “sponsorizzando” in prima persona la proposta del Governo, cioè di una parte delle forze politiche del Parlamento, Lei si “schiera” apertamente al di là di ogni dubbio o ambiguità, non solo venendo meno al mandato che la Costituzione le affida, tradendone lo spirito ma anche violando il suo giuramento di fedeltà alla Stessa, che ha avuto il “privilegio” di riconfermare, unico caso nella storia repubblicana del paese, per la seconda volta.
Ci scusi Presidente, ma lei non ci rappresenta.
Dopo 20 anni di leggi ad personam, di episodi imbarazzanti dentro e fuori i confini nazionali, di accuse e insulti ai magistrati, di rapporti diretti con esponenti mafiosi (Dell’Utri, Mangano…) e una condanna definitiva per frode fiscale (un latrocinio a danno degli italiani tutti), Lei vorrebbefarci credere che il sig. S. Berlusconi è un “interlocutore significativo”? Che ha pieno titolo nel processo di riforma della nostra Carta? Che ha pieno titolo nella riforma della Giustizia?
Ci scusi Presidente, ma questo è inaccettabile. Il processo di riforma che si pretende di attuare eredita, all’evidenza dei fatti, un duplice peccato originale, il primo: una “diminutio” di autorevolezza di questo Parlamento che, come sancito dalla Corte Costituzionale, nasce da una legge elettorale incostituzionale, la quale a sua volta ne ha definito il carattere: quello cioè di una Camera di nominati, poco rappresentativa delle istanze dei cittadini e per questo meno titolata a modificare un patrimonio collettivo come la Nostra Costituzione.
E vale la pena ricordare, forse, “l’esproprio” continuato del diritto di scegliere i propri candidati che si vorrebbe addirittura perpetuare, a danno dei cittadini italiani.E ancora vale la pena ricordare che gli stessi cittadini sono ormai da tempo espropriati anche del diritto di pronunciarsi, attraverso il voto, (quello europeo non è un mandato a modificare la Costituzione italiana) a seguito del continuo esercizio delle larghe intese o della costruzione a tavolino di governi balneari di varia natura, sempre da Lei patrocinati, Signor presidente.
Il secondo peccato originale delle sbandierate riforme è il cosiddetto “Patto del Nazareno” , frutto di “indicibili accordi”.Ci sembra che sia ora di dire basta alle manovre di palazzo, ai patti tra privati che ne pretendono l’applicazione a beneficio “presunto” dei cittadini che non ne conoscono affatto i termini, né la posta in gioco, né gli interessi che i singoli rappresentanti di partito intendono perseguire a loro vantaggio.In nome di quella sovranità popolare che ci compete esercitare pretendiamo la verità, la chiarezza, la trasparenza…Signor Presidente.
La trasparenza, infine, è quella che ci attendiamo in un paese come l’Italia che da decenni attende di sapere la verità sui tanti misteri e le terribili stragi del passato.Una in particolare, che La vede direttamente chiamato in causa: il processo sulla trattativa Stato –mafia e le conseguenti stragi del 1992-3.Oggi come allora Lei era dentro le Istituzioni, è chiamato a rendere conto del suo ruolo, a dare la sua versione dei fatti ai magistrati che indagano, oggi come allora minacciati dalla mafia, soli nella fatica di recuperare brandelli di verità a distanza di così tanto tempo e dopo i vergognosi depistaggi degli anni scorsi.
Pretendiamo la sua collaborazione alle indagini, Signor Presidente.
Distinti saluti
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Il Consiglio Comunale di Parma,
—– Original Message —–
From: Comitato antifascista e per la memoria storica-Parma
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Friday, July 25, 2014 12:22 PM
Subject: odg sulle “riforme” costituzionali per il Consiglio Comunale di Parma
Ordine del giorno del Comitato di Parma “Salviamo la Costituzione”
per il Consiglio Comunale di Parma,
a difesa della democrazia e per la salvaguardia della Costituzione del 1948
della Repubblica nata dalla Resistenza antifascista
ORDINE DEL GIORNO
Il Consiglio Comunale di Parma,
considerato che su iniziativa del Governo e a tappe forzate il Parlamento sta procedendo alla adozione di una serie di riforme costituzionali che alterano profondamente l’assetto istituzionale della nostra Repubblica;
considerato in particolare che nel ddl licenziato dalla Commissione affari costituzionali, il Senato della Repubblica, oggi eletto a suffragio universale, viene sostituito dal così detto Senato delle autonomie formato da 100 senatori non eletti, 95 scelti dai consigli regionali (74 consiglieri regionali e 21 sindaci) e 5 nominati dal Quirinale;
che a questi senatori che cumulano funzioni legislative a livello nazionale a funzioni amministrative a livello regionale e locale, si intende estendere l’immunità parlamentare di cui all’art. 68 della Costituzione;
che per effetto del combinato-disposto fra queste riforme costituzionali e la proposta di legge elettorale (il così detto Italicum), che, disattendendo la sentenza 1/2014 della Consulta, ripropone un sistema elettorale fortemente maggioritario con un altissimo premio di maggioranza e con soglie di sbarramento altrettanto elevate (addirittura l’8% per i singoli partiti ), la coalizione di governo viene a disporre di un potere quasi dittatoriale capace di condiziona anche la scelta degli altri organi di garanzia (dal Presidente della Repubblica al CSM);
che gli stessi istituti di democrazia diretta ( referendum abrogativi e leggi di iniziativa popolare) invece di essere ampliati e rafforzati, vengono compressi con l’elevazione delle soglie per il loro esercizio (800.000 firme per i referendum e 250.000 per le leggi di iniziativa popolare);
ricordando che analogo tentativo di stravolgere la II parte della Costituzione repubblicana fu bocciato dagli elettori grazie al referendum del 25-26 giugno 2006;
Tutto ciò premesso, il Consiglio Comunale di Parma,
esprime fortissimo allarme per la deriva autoritaria in atto;
ribadisce che non esiste “governabilità” autentica e democratica in condizioni di difetto di rappresentanza e sovranità popolare e di partecipazione dei cittadini alla vita democratica del Paese;
sottolinea che il principio della separazione dei poteri è la base di ogni democrazia e non può essere messo in discussione, soprattutto per quanto riguarda l’autonomia della magistratura a garanzia della uguaglianza di tutti di fronte alla legge;
invita i parlamentari della nostra provincia, onorando il mandato che viene direttamente loro dai cittadini elettori, ad adoperarsi affinché questo nuovo tentativo di manomettere la Costituzione non abbia successo;
rivolge un appello a tutti i cittadini di Parma a vigilare e a mobilitarsi a difesa di una democrazia riconquistata grazie alla dura lotta della Resistenza.
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Original Message —– From: Sergio Manes Sent: Wednesday, Subject: Chi è Renzi…
Nel caso vi fossero sfuggite queste informazioni…
L’inquietante intreccio dei nomi che appoggiano Renzi: “Poteri forti che vogliono eliminare la sinistra”
Scritto da Globalist.it | da www.infiltrato.it – Pubblicato Venerdì, 14 Febbraio 2014 10:47
Una magistrale inchiesta di Franco Fracassi svela l’intreccio dei nomi che svernano all’ombra di Renzi. E c’è poco da stare allegri perché, tra questi, ve ne sono di terribilmente inquietanti.
Quando negli anni Ottanta Michael Ledeen varcava l’ingresso del dipartimento di Stato, al numero 2401 di E Street, chiunque avesse dimestichezza con il potere di Washington sapeva che si trattava di una finta. Quello, per lo storico di Los Angeles, rappresentava solo un impiego di facciata, per nascondere il suo reale lavoro: consulente strategico per la Cia e per la Casa Bianca. Ledeen è stato la mente della strategia aggressiva nella Guerra Fredda di Ronald Reagan, è stato la mente degli squadroni della morte in Nicaragua, è stato consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, è stato una delle menti della guerra al terrore promossa dall’Amministrazione Bush, oltre che teorico della guerra all’Iraq e della potenziale guerra all’Iran, è stato uno dei consulenti del ministero degli Esteri israeliano.
Oggi Michael Ledeen è una delle menti della politica estera del segretario del Partito democratico Matteo Renzi. Forse è stato anche per garantirsi la futura collaborazione di Ledeen che l’allora presidente della Provincia di Firenze si è recato nel 2007 al dipartimento di Stato Usa per un inspiegabile tour. Non è un caso che il segretario di Stato Usa John Kerry abbia più volte espresso giudizi favorevoli nei confronti di Renzi. Ma sono principalmente i neocon ad appoggiare Renzi dagli Stati Uniti. Secondo il “New York Post”, ammiratori del sindaco di Firenze sarebbero gli ambienti della destra repubblicana, legati alle lobby pro Israele e pro Arabia Saudita. In questa direzione vanno anche il guru economico di Renzi, Yoram Gutgeld, e il suo principale consulente politico, Marco Carrai, entrambi molti vicini a Israele. Carrai ha addirittura propri interessi in Israele, dove si occupa di venture capital e nuove tecnologie. Infine, anche il suppoter renziano Marco Bernabè ha forti legami con Tel Aviv, attraverso il fondo speculativo Wadi Ventures e, il cui padre, Franco, fino a pochi anni fa è stato arcigno custode delle dorsali telefoniche mediterranee che collegano l’Italia a Israele.
Forse aveva ragione l’ultimo cassiere dei Ds, Ugo Sposetti, quando disse: «Dietro i finanziamenti milionari a Renzi c’è Israele e la destra americana». O perfino Massimo D’Alema, che definì Renzi il terminale di «quei poteri forti che vogliono liquidare la sinistra». Dietro Renzi ci sono anche i poteri forti economici, a partire dalla Morgan Stanley, una delle banche d’affari responsabile della crisi mondiale. Davide Serra entrò in Morgan Stanley nel 2001, e fece subito carriera, scalando posizioni su posizioni, in un quinquennio che lo condusse a diventare direttore generale e capo degli analisti bancari. La carriera del giovane broker italiano venne punteggiata di premi e riconoscimenti per le sue abilità di valutazione dei mercati. In quegli anni trascorsi dentro il gruppo statunitense, Serra iniziò a frequentare anche i grandi nomi del mondo bancario italiano, da Matteo Arpe (che ancora era in Capitalia) ad Alessandro Profumo (Unicredit), passando per l’allora gran capo di Intesa-San Paolo Corrado Passera. Nel 2006 Serra decise tuttavia che era il momento di spiccare il volo. E con il francese Eric Halet lanciò Algebris Investments. Già nel primo anno Algebris passò da circa settecento milioni a quasi due miliardi di dollari gestiti. L’anno successivo Serra, con il suo hedge fund, lanciò l’attacco al colosso bancario olandese Abn Amro, compiendo la più importante scalata bancaria d’ogni tempo. Poi fu il turno del banchiere francese Antoine Bernheim a essere fatto fuori da Serra dalla presidenza di Generali, permettendo al rampante finanziere di mettere un piede in Mediobanca.
Definito dall’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani «il bandito delle Cayman», Serra oggi ha quarantatré anni, vive nel più lussuoso quartiere di Londra (Mayfair), fa miliardi a palate scommettendo sui ribassi in Borsa (ovvero sulla crisi) ed è il principale consulente finanziario di Renzi, nonché suo grande raccoglitore di denaro, attraverso cene organizzate da Algebris e dalla sua fondazione Metropolis. E così, nell’ultimo anno il gotha dell’industria e della finanza italiane si sono schierati uno a uno dalla parte di Renzi. A cominciare da Fedele Confalonieri che, riferendosi al sindaco di Firenze, disse: «Non saranno i Fini, i Casini e gli altri leader già presenti sulla scena politica a succedere a Berlusconi, sarà un giovane». Poi venne Carlo De Benedetti, con il suo potentissimo gruppo editoriale Espresso-Repubblica («I partiti hanno perduto il contatto con la gente, lui invece quel contatto ce l’ha»). E ancora, Diego Della Valle, il numero uno di Vodafone Vittorio Colao, il fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio e l’amministratore delegato Andrea Guerra, il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera con la moglie Afef, l’ex direttore di Canale 5 Giorgio Gori, il patron di Eataly Oscar Farinetti, Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Romiti, Martina Mondadori, Barbara Berlusconi, i banchieri Fabrizio Palenzona e Claudio Costamagna, il numero uno di Assolombarda Gianfelice Rocca, il patron di Lega Coop Giuliano Poletti, Patrizio Bertelli di Prada, Fabrizio Palenzona di Unicredit, Il Monte dei Paschi di Siena, attraverso il controllo della Fondazione Montepaschi gestita dal renziano sindaco di Siena Bruno Valentini, e, soprattutto, l’amministratore delegato di Mediobanca Albert Nagel, erede di Cuccia nell’istituto di credito.
Proprio sul giornale controllato da Mediobanca, “Il Corriere della Sera”, da sempre schierato dalla parte dei poteri forti, è arrivato lo scoop su Monti e Napolitano, sui governi tecnici. Il Corriere ha ripreso alcuni passaggi dell’ultimo libro di Alan Friedman, altro uomo Rcs. Lo scoop ha colpito a fondo il governo Letta e aperto la strada di Palazzo Chigi a Renzi.
Il defunto segretario del Psi Bettino Craxi diceva: «Guarda come si muove il Corriere e capirai dove si va a parare nella politica». Gad Lerner ha, più recentemente, detto: «Non troverete alla Leopolda i portavoce del movimento degli sfrattati, né le mille voci del Quinto Stato dei precari all’italiana. Lui (Renzi) vuole impersonare una storia di successo.
Gli sfigati non fanno audience».