Nonostante abbiano impedito la nostra partecipazione alle elezioni europee non possono impedirci di ragionare su queste elezioni.
Il dato macroscopico e incontrovertibile delle ultime elezioni è lo scollamento tra la real politik e il corpo elettorale; e non è una cosa da poco visto che siamo in regime di democrazia “rappresentativa”.
L’astensione ha raggiunto infatti la cifra record del 57%, con punte incredibili dell’80% nell’Europa dell’Est (Slovacchia 87%, Slovenia 80%, Polonia 77%) sintomo che i paesi più poveri non amano la UE che li sta impoverendo sempre più, in nome di un capitalismo selvaggio.
Gran parte della popolazione europea, lavoratori e sottoproletari, si rendono conto, di non essere rappresentati e che i loro voti, grazie ai sistemi elettorali maggioritari sono truffati a causa degli sbarramenti. Molti hanno capito che questi sistemi elettorali sono stati appositamente studiati per creare disaffezione e sfiducia tra i proletari per diminuire la loro partecipazione alla vita politica. L’obiettivo primario dei capitalisti e non avere nei Parlamenti le avanguardie dei proletari organizzati nei Partiti comunisti.
Per i capitalisti è meglio avere nei Parlamenti solo partiti che difendono i loro interessi.
Ma una spaccatura verticale della società è la dimostrazione dell’incapacità politica dei capitalisti, è la manifestazione palese della loro crisi strutturale ed è anche la corda con cui si impiccheranno.
Andando a guardare più da vicino i risultati vediamo che i partiti di governo, arrancano e sono costretti ad unirsi in governi di coalizione, dimostrando così di essere nei fatti un solo partito, tutti responsabili in egual misura della macelleria sociale e dell’impoverimento di massa che è in atto in tutto il continente, frutto della crisi di sovrapproduzione capitalista e della conseguente speculazione finanziaria, che generano le politiche liberiste che l’Unione Europea incentiva per favorire la propria classe sociale. Questo è il mandato dato alla Germania dal vertice del capitalismo mondiale. La Germania tiene imbrigliate con l’euro e la politica economica europea le altre economie del continente, in nome di un redivivo imperialismo.
Un altro portato della crisi capitalistica è l’avanzata delle destre nazionaliste, razziste e fintamente anti-europee utili solo a progetti guerrafondai, vedi Ucraina. Politiche create per dare ossigeno al capitalismo tramite la distruzione di parte della sua sovrapproduzione di merci. Infatti questo risultato si è materializzato soprattutto in Francia e Inghilterra, due paesi imperialisti, che competono con la Germania della Merkel per il predominio nel Vecchio Continente.
In Italia, paese che ha poco da dire a livello imperiale, c’è un pedissequo allineamento, grazie alla compiacenza dei leader nostrani, alle politiche degli Usa, della UE-BCE che dettano tempi e modi comprimendo sempre più l’economia del Paese.
Purtroppo la percezione di buona parte degli elettori italiani è abbastanza distorta, a causa dei media, della loro propaganda elettorale subdola e martellante pro Europa.
Come al solito la paura di perdere quei pochi diritti rimasti e l’elemosina renziana degli 80 euro – un escamotage contabile, quello che ti viene dato adesso ti verrà ripreso con gli interessi nel conguaglio fiscale finale – ha fatto il resto. L’exploit, del Pd deriva anche da questa elemosina in stile democristiano; infatti ha beneficiato di un travaso di voti venuti dai disillusi di Berlusconi, che preferiscono un suo epigono ringalluzzito e chiacchierone piuttosto che una figura inesorabilmente decadente e sul viale del tramonto, abbandonato da tutti, soprattutto da quei poteri forti che hanno fatto la sua fortuna e che adesso appoggiano senza riserve il “giovine” Matteo.
Il M5s esce visibilmente ridimensionato, specie nelle amministrative dove ha perso tutti gli scontri nelle città che contano, e questo mette in evidenza il fatto che gran parte dei cittadini non vuole essere amministrata da un’armata Brancaleone sempre più allo sbaraglio che qualunquisticamente mette insieme Hitler, Stalin e Berlinguer.
Il listino italiano di Syriza, lista Tsipras, ha passato il 4% grazie all’astensionismo infatti se andiamo a vedere il numero dei voti notiamo che sono grossomodo quelli presi alle scorse politiche dalla sola SEL. Le torsioni elettoralistiche non pagano e questa sinistra ormai distante anni luce dal suo elettorato di riferimento (i lavoratori) vogliosa di poltrone e sempre più residuale e autoreferenziale.
Tutti noi dobbiamo prendere atto che chi governa e siede nei Parlamenti oggi, è privo di una vera legittimazione. In Italia l’astensione è stata del 41,3%, più il 6,8% di schede nulle e bianche, vuol dire il 48,1% che rappresenta in assoluto il primo partito. La percentuale di adesione al Pd è del 24%, calcolando che gli aventi diritto al voto sono oltre 49 milioni, mentre il M5s scende al 12,38 e così via per le altre formazioni. I primi tre partiti (PD, M5s e FI) insieme non raggiungono nemmeno il 50% dei voti, va da sé che questa “democrazia” e sempre più un bluff.
La democrazia senza sistema elettorale proporzionale integrale non esiste.
Infine, considerando, che nel partito dell’astensione ci sono soprattutto operai, precari, disoccupati è compito di un partito serio, realmente popolare, raccogliere questa eredità e dare voce a chi oggi, pur gridando, voce non ha. Solo l’unità di tutti i lavoratori e la loro partecipazione attiva nella difesa dei loro interessi immediati e strategici può costruire una società più giusta ed umana e un grande Partito Comunista.
Aderisci al Partito Comunista per il socialismo e per la vera libertà: la libertà sociale.
Partito Comunista
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