Quattro militari italiani della missione UNIFIL sono rimasti feriti in un attacco che ha colpito la base di Shama, situata nel sud del Libano. Secondo fonti governative, i soldati non sono in pericolo di vita. L’attacco, attribuito a Hezbollah, ha coinvolto due razzi. Uno di questi ha colpito l’esterno del bunker della base, senza però comprometterne la struttura. Tuttavia, alcuni militari sono stati investiti da schegge di vetro e pietrisco, riportando lievi ferite. Sulla scena sono stati rinvenuti resti di un razzo da 122 millimetri, arma non in dotazione all’esercito israeliano, secondo quanto riferito dalle autorità. Il portavoce di UNIFIL, Andrea Tenenti, ha confermato che sono in corso indagini per ricostruire la traiettoria dei razzi e chiarire la dinamica dell’accaduto. I militari erano all’interno del bunker al momento dell’attacco, in seguito all’attivazione del livello di allerta 3, che scatta in situazioni di elevato pericolo durante scontri tra Israele e Hezbollah. Tale protocollo prevede l’obbligo di indossare elmetto e giubbotto protettivo. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato il coinvolgimento di Hezbollah nell’episodio, ribadendo la necessità di un impegno internazionale per stabilizzare l’area. Per il ministro della Difesa, Guido Crosetto, inoltre, “è intollerabile” questo ennesimo attacco alla UNIFIL (di recente anche Israele ha mirato deliberatamente la base). “Cercherò di parlare – ha aggiunto – con il nuovo ministro della Difesa israeliano, cosa che è stata impossibile dal suo insediamento ad oggi, per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi Unifil come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”. “Ho immediatamente contattato il comandante del contingente, Stefano Messina, per sincerarmi delle condizioni dei quattro militari, che non destano preoccupazioni”, ha aggiunto Crosetto. “Ho anche contattato la mia controparte libanese ribadendo che il contingente italiano di Unifil permane nel sud del Libano per offrire una finestra di opportunità alla pace e non può diventare ostaggio degli attacchi delle milizie”. Martedì scorso otto razzi da 107 millimetri hanno raggiunto lo stesso quartiere generale del contingente italiano. In quell’occasione erano state colpite alcune aree all’aperto e il magazzino ricambi della base, dove non era presente alcun soldato. Cinque militari italiani erano stati messi sotto osservazione in infermeria. Anche in questo caso si era trattato di razzi lanciati da Hezbollah.
Emergenza sanitaria a Gaza
“Tutti gli ospedali di Gaza smetteranno di funzionare o ridurranno i loro servizi entro 48 ore” per mancanza di carburante. È l’allarme lanciato dal ministero della Salute di Gaza, che ha accusato Israele di bloccare l’ingresso del gasolio nella Striscia. “Invitiamo le istituzioni internazionali a sfruttare la decisione della Corte penale internazionale per fermare la guerra genocida nella Striscia di Gaza”, ha affermato Marwan al-Hams, direttore degli ospedali da campo di Gaza. Dal 7 ottobre 2023, 226 operatori sanitari sono stati uccisi in Libano, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). La maggior parte delle vittime è legata all’escalation del conflitto tra Israele e Hezbollah iniziata a settembre, che ha aggravato la situazione già critica a seguito della guerra a Gaza. L’Oms ha registrato 187 attacchi al settore sanitario in Libano, che hanno causato 226 morti e 199 feriti, con circa il 70% delle vittime dopo settembre. Il rappresentante dell’Oms in Libano, Abdinasir Abubakar, ha definito questi dati “estremamente preoccupanti”. Quasi la metà di questi attacchi (47%) ha provocato la morte di pazienti o operatori sanitari, una percentuale molto più alta rispetto alla media globale (13,3%) registrata in altri conflitti, tra cui Ucraina, Sudan e Territori palestinesi occupati. Secondo l’Oms, il sistema sanitario libanese è in una situazione di estrema difficoltà, con 15 ospedali su 153 che hanno cessato o ridotto significativamente le loro operazioni. Dre Hanan Balkhy, direttrice regionale dell’Oms, ha condannato le violazioni del diritto internazionale, sottolineando che le strutture sanitarie devono essere rispettate in ogni conflitto. “Gli attacchi indiscriminati contro i servizi sanitari costituiscono una violazione dei diritti umani e del diritto internazionale che non può diventare la nuova normalità, né a Gaza, né in Libano, né altrove”.
22 Novembre 2024