Parlare di Palestina significa parlare dei palestinesi. Se ne parla dal 1948 dopo che l’ONU decise che in quella martoriata area doveva nascere lo stato di Israele e che gli abitanti della zona avrebbero dovuto lasciare spazio agli entusiastici sionisti.
Questi ultimi, incuranti dei loro compagni ebrei sparsi in tutto il mondo e degli altri esseri umani, per raggiungere lo scopo di creare un proprio stato, hanno scelto di ignorare i costi umani ed economici che ciò avrebbe comportato, sia che si trattasse degli ebrei dei ghetti dell’inferno, usati come arma politica, o delle centinaia di migliaia di palestinesi costretti a lasciare le proprie case a terreni. I più forti si sono imposti e hanno scacciato chi da millenni abitava quei luoghi: i palestinesi.
L’esilio divenne per questo popolo la NAKBA ed i vincitori israeliani si appropriarono delle loro case, terre, olivi e armenti. Questa storia la conosce bene quel Popolo espropriato da tutto quello che aveva: ora sono nei campi profughi in Palestina, in Giordania, in Libano.
Come può una persona sana di mente sostenere una cosa del genere?
Il conflitto tra arabi ed ebrei è scoppiato proprio quando i primi sionisti arrivarono in Palestina con lo scopo manifesto di fondare uno stato, senza minimamente curarsi della popolazione araba indigena. Da ciò il conflitto che continua ancora oggi a costare migliaia di vittime sia musulmane che ebree.
In Palestina l’oppressione, l’abuso e l’omicidio, sono tragedie che non toccano solo i palestinesi ma anche gli ebrei. Nella terra dove il rapporto amichevole tra musulmani ed ebrei si perde nella notte dei tempi, è stato l’avvento del sionismo a incrinare questo vecchio rapporto di mutuo sostegno.
Nel tempo la situazione è via via peggiorata con continui espropri di case e terreni, espulsioni, soprusi di ogni tipo. L’obiettivo, non dichiarato ma lampante, è impossessarsi definitivamente di tutta Gerusalemme. Raggiunto questo obiettivo, con la complicità delle potenze occidentali, il gioco sarà fatto. A nulla valgono le ripetute “Intifade” per impedire gli espropri o la costruzione del disumano e illegale “muro” eretto dagli israeliani, o la continua espansione degli insediamenti tanto odiosi quanto i coloni stessi. Ogni giorno a Gerusalemme est si cacciano dalle loro case i palestinesi per assegnarle agli israeliani. Questo stillicidio continuo della dignità del Popolo palestinese non fa notizia: Per chi è abituato a stare dalla parte del più forte tutto questo non esiste. Per i cortigiani del poter esiste solo il diritto di “difesa” del più forte che contro la disperazione dei razzi facili da intercettare, lancia poderosi bombardamenti aerei che radono al suolo qualunque cosa e chiunque abbia la temerarietà di vivere in quella che è considerata da tutti la più grande prigione a cielo aperto: la striscia di Gaza.
Questi atti di puro terrorismo e veri crimini di guerra, vengono drammaticamente nascosti dalla tanto decantata stampa libera, tutta impegnata a spiegarci come lo stato di Israele abbia il diritto di difendersi dal terribile nemico palestinese, allo scopo di infondere nell’opinione pubblica un’idea di correità negli avvenimenti e nascondere quindi le vere intenzioni annessionistiche dello stato di Israele. Lo ripetiamo, l’obiettivo è Gerusalemme, dopodiché sarà solo discesa.
La vergogna delle vergogne è vedere che in appoggio agli oppressori mediorientali questa volta ci sono tutti i partiti dell’alleanza governativa, PD compreso. Una accozzaglia di tristi figuri digiuni di cultura storica che accomuna leghisti forcaioli di maggioranza e oppositori fascistoidi, orgogliosi di manifestare per un paese che da dalla risoluzione ONU del 1948 in suo favore, non ha mai più riconosciuto questo organismo internazionale, disattendendo a tutte le risoluzioni che imponevano a Israele il rispetto della sovranità della Palestina, il ritiro delle truppe e lo smantellamento degli insediamenti dai territori illegalmente occupati nel 1967.
L’Associazione di Amicizia Italia Cuba sta con il Popolo Palestinese. Perché è giusto!
E perché la nostra storia di 60 anni di resistenza a fianco del Popolo cubano ci insegna che battersi contro l’oppressione, sia essa espressione dell’imperialismo statunitense o di qualche suo satellite, è un diritto e un dovere umano.
Noi siamo con il Popolo palestinese e chiediamo il rispetto delle decisioni dell’ONU per la creazione di 2 Stati per due popoli; Noi non siamo contro il Popolo israeliano, ma a fianco dei due popoli per una rispettosa convivenza.
Diciamo no al governo degli oppressori israeliani e a tutte quelle forze politiche e sociali che per convenienza o ignoranza storica si pongono dalla parte della forza bruta, contro le ragioni dell’ONU e contro i diritti dei Popoli.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA
MILANO 16 MAGGIO 2021