Emanuela Orlandi. Un nome, un mistero. Lungo più di trent’anni e in grado di sopravvivere a ben due inchieste giudiziarie. Ma è davvero impossibile sapere che cosa capitò a una quindicenne come tante, sparita nel centro storico di Roma in una sera d’estate del 1983? Chi era Emanuela Orlandi? E quanto davvero conosciamo del suo caso? Perché il suo nome finì in un intrigo internazionale dai contenuti generici e dai contorni indefiniti? La Banda della Magliana ha davvero avuto un ruolo in tutto questo? E il Vaticano, perché ha sempre fatto catenaccio sull’argomento? Davvero la sorte della giovane cittadina vaticana è destinata a giacere per sempre nell’oblio al pari di quella della coetanea Mirella Gregori, scomparsa per le strade della Capitale solo poche settimane prima? A queste e ad altre domande risponde questo libro che, grazie a testimonianze inedite e documenti in esclusiva frutto di un lavoro giornalistico sul campo, evidenzia gli errori commessi in fase d’investigazione, le omertà e i depistaggi intervenuti nella vicenda, per arrivare a dimostrare come la verità sia invece un traguardo raggiungibile.
Dalle carte segrete di Mussolini la verità sulla corruzione dei gerarchi, la faida interna al partito fascista, le ruberie, i ricatti e gli scandali nell’Italia del Ventennio.
Quando c’era Lui, il Duce, non solo i treni arrivavano in orario, ma si poteva lasciare aperta la porta di casa, perché l’ordine e la legalità erano così importanti da valere persino il sacrificio della libertà… L’immagine di un potere efficiente e incorruttibile, costruita da una poderosa macchina propagandistica, ha alimentato fino a oggi il mito di un fascismo onesto e austero, votato alla pulizia morale contro il marciume delle decrepite istituzioni liberali. Ma le migliaia di carte custodite nei National Archives di Kew Gardens, a pochi chilometri da Londra, raccontano tutta un’altra storia: quella di un regime minato in profondità dalla corruzione e di gerarchi spregiudicati dediti a traffici di ogni genere. A Milano, Mario Giampaoli, segretario federale del Fascio, e il podestà Ernesto Belloni si arricchiscono con le mazzette degli industriali e con i lavori pubblici per il restauro della Galleria, coperti dall’amicizia col fratello di Mussolini. Il ras di Cremona Roberto Farinacci conquista posizioni sempre più importanti tramite una rete occulta di banchieri, criminali e spie. Diventa così il principale antagonista del Duce, che a sua volta fa spiare i suoi maneggi. Lo squadrista fiorentino Amerigo Dumini tiene in scacco il governo con le carte – sottratte a Giacomo Matteotti dopo averlo assassinato – che provano le tangenti pagate alle camicie nere dall’impresa petrolifera Sinclair Oil dei Rockefeller. Utilizzando i documenti della Segreteria Particolare di Mussolini e quelli britannici desecretati di recente, gli autori ricostruiscono, con lo scrupolo degli storici e il fiuto degli investigatori, l’intreccio perverso tra politica, finanza e criminalità nell’Italia del Ventennio. E attraverso alcune storie emblematiche che si dipanano col ritmo di una spy story, mostrano i meccanismi profondi e mai completamente svelati delle ruberie, delle estorsioni e degli scandali sui quali crebbe, in pochi anni, una vera e propria Tangentopoli nera.