di Alessandra Riccio
Nel bel mezzo dei preparativi bellici contro la Siria, arriva la notizia che il Presidente Obama ha esteso, per la quinta volta, l’entrata in vigore della Legge per il Commercio con il Nemico dedicata esclusivamente a sanzionare un solo paese: Cuba.
La Legge costituisce un pezzo importante nello sciame di norme, decisioni esecutive e leggi che formano il blocco economico, commerciale e finanziario imposto unilateralmente e in maniera illegale al nostro paese e che è stato definito in giugno 2012 dal capo delle sanzioni dell’Ufficio di Controllo di Attivi (OFAC) come il sistema di sanzioni più integrale, coerente e ampio che sia mai stato imposto a un’altra nazione.
E’ stato il Presidente Kennedy, nel 1963, dopo varie settimane di indecisione vista l’inesistenza di uno stato di guerra con l’Isola, a rendere effettiva quella legge con la presunta giustificazione di un proclama presidenziale che decretava lo Stato di Emergenza.
Questa Legge è stata applicata per la prima volta durante la Prima Guerra Mondiale dal Presidente Woodrow Wilson che considerava il boicottaggio economico come un’arma mortale e efficace.
Non pochi accademici statunitensi credevano che Obama, durante il suo ultimo mandato, avrebbe operato quei cambiamenti nella politica ostile degli Stati Uniti verso Cuba che non aveva fatto durante il suo primo mandato. Pensavano con ragione che proprio la Legge per il Commercio con il Nemico sarebbe stata la prima a poter scomparire senza creare troppo rumore, lasciandola morire per assenza di estensione presidenziale.
In realtà, diventa sempre più evidente, in diversi settori della società statunitense, il rifiuto di quella politica. Numerose e ripetute dichiarazioni di importanti personalità e sondaggi di opinione lo confermano.
Quanto all’estero, non esiste nella storia dell’Agenda dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite un momento di maggior isolamento degli Stati Uniti dalla comunità internazionale come sul tema del criminale e genocida blocco a Cuba. Sia a Trinidad che a Cartagena, è stato dimostrato che questa politica di accanimento contro Cuba costituisce uno dei principali argomenti di frizione dei paesi della nostra regione con l’impero.
Non c’è dubbio che Obama ha pensato a questo nel momento di firmare l’estensione della Legge per il Commercio con il Nemico ma ha scelto, ancora una volta, di seguire la logica imperiale. Il suo discorso su Cuba insiste, come hanno fatto i suoi predecessori, a considerare l’impopolare e illegale blocco come un valido strumento per imporre cambi interni nel nostro paese.
La pensava così Woodrow Wilson. Cito: “Una nazione boicottata è una nazione che è sul punto di arrendersi; applichiamo questo rimedio economico, pacifico, silenzioso, mortifero e non ci sarà necessità di usare la forza.”
E’ un rimedio terribile.
Jorge Alberto Bolaños Suárez