Una gigantesca bandiera cubana, visibile da tutta la città, è stata calata la mattina presto sulla facciata del mausoleo che sovrasta Livorno e che la famiglia Ciano – un loro esponente, Galeazzo Ciano, fu il genero del Duce, Benito Mussolini – si era fatto costruire per autocelebrarsi.
Pochi giorni prima, in cima al bruttissimo edificio situato sulle colline di Montenero, era apparsa una scritta gigantesca e incomprensibile ai più.
Si trattava del numero di targa del “Defender” dal quale l’agente Mario Placanica aveva sparato, uccidendo Carlo Giuliani durante il G8 di Genova, nel 2001.
Una provocazione dei neofascisti, alla quale gli antifascisti hanno evidentemente voluto rispondere proprio il 26 di Luglio, anniversario dell’assalto alla caserma Moncada e quindi dell’inizio della Rivoluzione cubana.
A Cuba Carlo Giuliani è onorato nel piccolo Museo dello Studente di Camaguey, che era la casa di Jesus Suarez Gayol (el Rubio) quando era univeristario.
Oltre al “Rubio”, sono lì ricordati altri studenti cubani uccisi dalla polizia batistiana negli anni ’50, ed infine Carlo, ucciso dalla polizia di Berlusconi mezzo secolo dopo.
A Livorno il bandierone è poi stato rimosso, ma le foto testimoniano l’iniziativa.
Ben fatto!
L’Avana. 9 Agosto 2013