“L’estrema destra fascista, sia quella brasiliana che quella mondiale non ci considera democratici.
Sapete bene quante accuse e quanta diffamazione riceviamo.
Ci trattano come se noi fossimo dei terroristi.
Ci accusano chiamandoci “comunisti” pensando che noi ci sentiamo offesi ad essere chiamati così.
Ma noi non ci offendiano, noi ci offenderemmo se ci chiamassero nazisti o neo fascisti, ma mai ci offendiamo se ci chiamano comunisti o socialisti, questo non ci offende, questo ci inorgoglisce.
Dobbiamo anche dire un’altra cosa, molto spesso la destra ha più facilità di noi a parlare al popolo utilizzando il discorso fascista.
Invece a sinistra utilizziamo spesso il nostro tempo criticandoci l’un l’altro e facendolo in pubblico, anzi, facendolo sui giornali della destra, i quali godono nel vedere questo scenario.
Quando abbiamo un problema con un compagno invece di criticarlo pubblicamente dobbiamo conversare con lui personalmente.
Questo l’ho imparato da Fidel Castro, sin dal 1985, anno in cui l’ho conosciuto. Durante tutta la relazione che ho avuto con lui, non ha mai smesso di farmi tutte le critiche che voleva ma me le faceva personalmente, invece gli elogi li faceva pubblicamente.
Lui agiva in maniera differente da come si agisce oggi: criticava personalmente ed elogiava pubblicamente.
Molto spesso noi a sinistra ci autodistruggiamo utilizzando i mezzi di informazione per parlare male l’uno dell’altro.
Le nostre forze invece dobbiamo usarle per portare a termine i molti obiettivi che dobbiamo raggiungere nei prossimi mesi.
Dobbiamo rafforzare i BRICS, abbiamo la riunione della CELAC (paesi della America Latina e dei Caraibi), abbiamo la prima riunione con tutti i paesi amazzonici che per la prima volta includerà anche la Guyana francese.
Poi nel 2025 avremo la prima riunione mondiale per la difesa dell’Amazzonia fatta in Amazzonia, perché si deve parlare della difesa dell’Amazzonia con le persone che ci vivono e quello che vogliamo fare è costruire con gli 8 paesi dell’America del sud una politica unitaria per arrivare alla COP 28 con una posizione comune sia tra di noi che con i paesi africani.
Non abbiamo tempo da perdere, non dobbiamo perdere nemmeno un minuto, siamo stati fuori dal mondo negli ultimi 6 anni (i 4 del governo Bolsonaro e i 2 del colpo di stato parlamentare contro la presidente Dilma).
Adesso siamo tornati e siamo tornati per avere un Brasile ed una America Latina unite che siano in grado di cambiare anche le regole dell’ONU che non può continuare così.
Devono contare di più altre regioni del mondo, l’America Latina, l’Africa, i paesi asiatici e soprattutto devono cambiare i paesi permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU perché sono loro che producono armi, sono loro che fanno le guerre.
Il nostro compito è difemdere la pace e la democrazia, perché la destra fascista è cresciuta in molti posti del mondo, compresi luoghi nei quali mai avremmo immaginato che sarebbe cresciuta di nuovo.
Per questo motivo voglio fare un appello a tutti i rappresentanti dei partiti di sinistra presenti: noi non abbiamo tempo per continuare a litigare per cose di minor importanza.
Noi in Brasile lo abbiamo imparato, 4 anni di estrema destra sono stati per noi una lezione.
Perché loro non cambiano e mentre noi oggi siamo qui a lavorare per l’inclusione sociale loro stanno lì a fare il lavoro di sempre, a raccontare le solite bugie e le solite fake news, violentando tutti i parametri di dignità per tornare al potere.
Pertanto voglio che sappiate che potete contare su di me e finché questo mio cuore giovane pulserà, io starò lottando affinché le persone ed i lavoratori conquistino rispettabilità e dignità.
Un abbraccio a tutti”.
(Nostra traduzione)
Nel link il discorso completo del presidente brasiliano Lula al 26° Foro di San Paolo il 29 giugno 2023.