Herbert Kickl non sarà «Volkskanzler». L’ultimo «cancelliere del popolo» resta Hitler. Il presidente austriaco dà l’incarico al leader dei popolari, il cancelliere uscente Nehammer. I Popolari, secondi alle elezioni vinte dal Partito di estrema destra (FPÖ) ma privo di alleati con cui formare un governo. Durante le consultazioni i principali partiti hanno rifiutato di governare insieme all’FPÖ per le sue posizioni estremiste (molti segni di neo nazismo), euroscettiche, razziste e, in pandemia, no-vax.
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Niente nuovo «Volkskanzler» a Vienna
Herbert Kickl’ non sarà «Volkskanzler». L’ultimo «cancelliere del popolo» resta Hitler, e speriamo continui a rimanerlo, chiuso nella storia più cupa, anche nella sospettabile Austria. «Volkskanzler», termine di hitleriana memoria riproposto dal leader estremista austriaco della Fpoe, ‘partito della libertà’, socio di Salvini al parlamento europeo con i “Patrioti per l’Europa”, come segnala Angela Mayr sul Manifesto. «Almeno per ora l’incubo è scongiurato». ‘Per ora’ perché la piccola Austria vive la tentazione della destra autoritaria da sempre. A tre settimane dal voto col Fpoe primo partito col 28% dei voti, il presidente della repubblica Alexander Van der Bellen, diversamente dall’usanza, non ha conferito al partito di Kickl l’incarico di formare il governo.
Nessun ‘Cancelliere del popolo’
Herbert Kickl non è in grado di trovare un alleato, senza il quale non può governare. Così ieri il presidente Van der Bellen ha chiesto invece al secondo uscito dalle elezioni, al cancelliere uscente Karl Nehammer del partito popolare (Oevp), di avviare immediatamente colloqui con i socialdemocratici (Spoe) per un governo di coalizione – insieme i due ex grandi partiti arrivano a una maggioranza del 50% più un seggio – e verificare se ci sarà anche un terzo partito. Accettando l’incarico Nehammer ha dichiarato di voler coinvolgere subito una terza forza. Probabilmente saranno i Neos, più che i Verdi, partner di governo uscente per i popolari più scomodo, più graditi invece ai socialdemocratici.
Non è detta l’ultima parola, minaccia Kickl
«Ancora non è stata detta l’ultima parola» ha avvertito Kickl su Facebook. «Un ceffone agli elettori», urlano dalla Bassa Austria dove l’estrema destra governa con i popolari. Prevendendo la reazioni, il presidente Van der Bellen ha spiegato la sua scelta con particolare cura e dettagli. A partire appunto del fatto che «le elezioni non sono una corsa dove vince il partito che prende più voti, ma vince chi sa rappresentare il 50% più uno della popolazione». E nei colloqui di chiarimento richiesti dal presidente con i tre maggiori partiti sono state confermate le posizioni già espresse in campagna elettorale. Con l’ultra destra a destra molto sospettabile che ha insistito su Herbert Kickl «Volkskanzler».
O Kickl o niente, e una opposizione dura
Kickl non farà un passo indietro e la Fpoe non proporrà nessun altro nome per il ruolo di cancelliere al di fuori del suo capo attuale. Mentre il cancellire uscenbte Karl Nehammer resta indisponibile verso Kickl, «non farò da apripista per farlo diventare cancelliere». Brucia ancora l’esperienza distruttiva con Kickl ministro degli interni che fece perquisire e smantellare il Verfassungsdienst, il servizio segreto interno. Di fronte allo stallo, all’impossibilità della Fpoe di trovare un partner di governo, di costituire quindi una maggioranza, situazione che finora non si era mai verificata, ha spiegato Van der Bellen, bisognava trovare una strada nuova, quella di conferire l’incarico non più al primo partito ma al secondo.
Rifiuto del troppo, ma Austria sempre a destra
Le scelte obbligate del presidente rispetto ai numeri, assieme alla preoccupazione per la democrazia liberale e per lo stato di diritto, la posizione verso l’Ue e verso la Russia, la vicinanza con Putin, l’immagine retrograda delle donne, la mancata distanza dall’estremismo di destra neo nazista, il linguaggio discriminatorio che punta a dividere. «Incubo scongiurato?», si chiede Angela Mayr. «Va considerato che su alcuni punti rilevanti come l’economia e gli immigrati i programmi tra Oevp e Fpoe sono molto vicini. Non a caso i due partiti governano insieme in tre regioni (con i popolari nel ruolo di presidente) e potrebbe aggiungersi una quarta, il Vorarlberg dove si è votato due settimane fa».
La nostra virtù del dubbio
Nehammer a Vienna non farà marcia rispetto al no all’estrema destra, ma la sua posizione politica non è del tutto condivisa nelle regioni. Non a caso Kickl fa leva sulle divisioni interne ai Popolari, Ppe che in Austria si muove molto a destra. E come ha ricordato il presidente, «alla fine delle trattative le parti politiche devono trovare un compromesso tra loro, è quanto caratterizza la democrazia». «Oggi ancora non posso dire – ha dichiarato Nehammer – se colloqui e trattative porteranno alla formazione di un governo».
23 Ottobre 2024