Lunedì quattordici aprile il Partito (sedicente) Democratico apre, a Genova, la campagna elettorale in vista delle europee del prossimo venticinque maggio; l’occasione è data dalla presentazione – presso il ristorante Maniman di salita San Nicolò 35 cancello – del libro “Non solo Euro: democrazia, lavoro, uguaglianza. Una nuova frontiera per l’Europa”, scritto da Baffetto da Gallipoli ed edito (al prezzo di Euro dodici) dalle Edizioni Rubbettino: la formula scelta per la conduzione dell’incontro è un’intervista da parte del presidente della principale emittente televisiva locale, Primocanale, il bravo giornalista Mario Paternostro.
All’arrivo di chi scrive, sono le ore 17:45 e manca ancora un quarto d’ora all’inizio del confronto, la sala è già piuttosto gremita, e presenta solo posti in piedi; evidentemente il nome dell’ex presidente del Consiglio dei ministri guerrafondaio è ancora un forte richiamo per chi si riconosce nella parte socialdemocratica del partito organizzatore: forse, però, lo aiuta anche il fatto di aver vissuto in città per molti anni, conseguendo qui anche la maturità classica presso il liceo Andrea D’Oria.
Gli onori di casa spettano al segretario provinciale, Alessandro Terrile, che presenta i protagonisti della serata per poi recitare una lunga omelia sull’importanza di questa campagna elettorale in funzione di porre un argine alla marea montante del populismo antieuropeista; più avanti, lo stesso politicante nazionale riprenderà più volte questo concetto, precisando che questa tornata elettorale non deve diventare un referendum sull’Europa e sull’Euro, ma deve essere l’occasione per operare un cambiamento in senso democratico delle istituzioni europee.
Quanto poi questo tizio sia realmente convinto di quanto afferma lo si comprende perfettamente al momento della elencazione degli avversari del Partito Socialista Europeo: “da una parte abbiamo Grillo e dall’altra ciò che resta delle armate berlusconiane” (chiedo scusa per la parolaccia, ma ho riportato il pensiero coi baffi esattamente come è stato espresso); peccato che non menzioni né la falsa sinistra della lista per Tsipras né il populismo fascio-legaiolo.
Il momento più fastidioso della giornata, infine, si ha allorquando Baffetto da Gallipoli, parlando dei colloqui tra i ministri degli Affari esteri russo e yanqui – Sergej Viktorovic Lavrov e John Forbes Kerry – sul tema della crisi ucraina, definisce “vergognoso” il fatto che al tavolo dei negoziati non fossero presenti i padroni di casa: mi domando come possa asserire ciò, quando tutte le persone che hanno un minimo di spirito critico sanno benissimo che l’attuale governo fascista di Kiev non è che un fantoccio nelle mani dell’amministrazione di Washington District of Columbia.
15/04/2014