Brutte notizie dall’Ungheria dove il Parlamento ha respinto la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne approvando la posizione del governo guidato da Viktor Orban, secondo cui questo trattato promuoverebbe “ideologie di genere distruttive”.
La Convenzione, promossa dal Consiglio d’Europa, primo strumento vincolante al mondo per prevenire e combattere la violenza contro le donne, dallo stupro coniugale alla mutilazione genitale femminile, era stata sottoscritta dall’Ungheria nel 2014, ma oggi Orban la ripudia. Le opposizioni hanno provato a protestare, ricordando anche come con la quarantena di questi mesi le violenze domestiche siano aumentate.
Ma l’assemblea di Budapest, che ha una delle percentuali più basse di donne parlamentari in Europa, nonostante le forti proteste delle opposizioni, ha deciso di appoggiare la linea del governo, respingendo tutti i riferimenti nel testo del trattato al “genere” e agli obblighi di ricevere i rifugiati perseguitati per orientamento sessuale o di genere.
“L’approccio ideologico del testo del trattato è contrario all’ordinamento ungherese e alle convinzioni del governo”, ha detto Lőrinc Nacsa dei Democratici cristiani, partner nella coalizione di governo.
L’approvazione parlamentare della posizione del governo ungherese, come accennato, è stata attaccata dai partiti dell’opposizione, che hanno citato l’ aumento mondiale della violenza domestica durante il confinamento dovuto al virus.
Ma nulla da fare. Da quando Orbán è diventato primo ministro nel 2010, ha riscritto la costituzione del paese dell’Europa centrale e ha incluso una definizione vincolante di matrimonio in Ungheria vista esclusivamente come unione tra un uomo e una donna.
Le sue politiche sociali anti-immigrazione e conservative includevano un decreto del 2018, proposto anche dai Democratici Cristiani, che vietava efficacemente alle università di insegnare studi di genere nei corsi universitari.
Un recente progetto di legge presentato al parlamento mira a bloccare l’accesso al riconoscimento legale per le persone transgender.
I gruppi per i diritti umani affermano che ciò espone le persone trans alla potenziale discriminazione in materia di occupazione, alloggio, accesso ai servizi e procedure ufficiali.
Si tratta di una decisione estremamente pericolosa – è il commento del direttore di Amnesty International Ungheria David Vig – considerato che dall’inizio del contenimento a causa della pandemia da Covid-19 i casi di violenza domestica sono raddoppiati. Non solo ora le ragazze e le donne corrono maggiori pericoli ma i violenti sanno che le loro azioni non saranno perseguite. Anche prima della pandemia, il governo non era stato in grado di prevenire e combattere la violenza contro le donne, con un numero vergognosamente basso di indagini e processi. Il governo sostiene che la Convenzione ‘promuove l’immigrazione illegale’ e ‘prescrive pericolose ideologie di genere’: siamo di fronte a un palese tentativo di sviare l’attenzione dall’incapacità delle istituzioni ungheresi di tutelare le ragazze e le donne dalla violenza. Chiediamo all’Ungheria di rivedere questa decisione, ratificare urgentemente la Convenzione di Istanbul e prendere tutte le misure necessarie per proteggere le ragazze e le donne dalla violenza domestica, soprattutto in questo periodo di contrasto alla pandemia”.
Fortebraccio News