Parla Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil
“Le violenze contro le lavoratrici e lavoratori in divisa sono inaccettabili e lo sono ancor di più se a a commettere violenze sono soggetti e gruppi che lo fanno in nome del’antifascismo, negandone il valore. Noi come sindacato siamo antifascisti perché condanniamo ogni manifestazione di violenza”.
Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia della Cgil, il Silp, non si nasconde dietro un dito relativamente alle polemiche sulla sicurezza che stanno infiammando questa campagna elettorale. “Quello che vedo in giro – dice il segretario – non mi piace perché è il sintomo di qualcosa di molto profondo che la politica, complessivamente intesa, non riesce a risolvere e che qualcuno, in questo delicato momento di campagna elettorale, cavalca per fini personali o di consenso. Il sentimento di paura è purtroppo prevalente in gran parte della nostra società. La tendenza al populismo porta forse qualche voto in più nell’immediato, ma rischia di aprire il vaso di Pandora del razzismo, della xenofobia, dell’omofobia, in una parola del fascismo, che poi non saremo in grado di controllare più”.
Come valuta i fatti di Macerata?
“Vanno valutati per quello che sono. Se un musulmano avesse aperto il fuoco contro i nostri connazionali, non si sarebbe parlato di attentato terroristico? Perché per Luca Traini le accuse sono state invece quelle di strage aggravata dalla finalità del razzismo? Perché molti autorevoli commentatori mettono sullo stesso piano fascismo e antifascismo, chiedono di abbassare i toni e parlano di ‘gesto di uno squilibrato’, quasi a ricondurre la questione ad un fatto isolato? Non bisogna minimizzare, altrimenti di casi come quello di Luca Traini ne avremo molti altri”.
Non bisogna dimenticare il fatto che una ragazza è stata massacrata a Macerata.
“Certo. Non possiamo e non vogliamo dimenticarlo. Ma dobbiamo anche essere consapevoli di un obbligo morale, oltre che di legge: fermare la spirale di odio che da tempo e con pervicacia in questo Paese e nell’Occidente in genere sta riportando in auge dalle ceneri della storia posizioni, ‘idee’ e pulsioni legate al nazismo e al fascismo”.
Concretamente, cosa è possibile fare?
“Intanto, ricordarci che la nostra Costituzione è antifascista. E quindi bisogna davvero avere il coraggio di sciogliere, secondo i dettami della nostra Carta, tutte le formazioni e i partiti di ispirazione neo fascista. Basta compromessi, basta tolleranza. Su certi valori non si scherza. Occorre poi che la politica, in materia di sicurezza, esca dalla logica dell’emergenza e dell’apparenza. Mi spiego meglio: accade un fatto di cronaca rilevante, allora si decide di inviare più pattuglie in quel territorio. Mi sta bene, ma occorre agire primariamente sulla prevenzione quindi rafforzare le squadre di polizia giudiziaria, le squadre mobili e tutti gli uffici investigativi, le Digos, con operatori e mezzi adeguati perché negli ultimi 15 anni, a causa dei pensionamenti e dei tagli alla spesa pubblica, abbiamo assistito ad un lento, ma inesorabile depauperamento”.
Lei ha parlato anche di logica dell’apparenza.
“Sì, perché proporre o riproporre, come sento dire in campagna elettorale da destra a sinistra, i poliziotti di quartiere o i militari in piazza non serve a nulla se a questo non si lega un seria politica di assunzioni e di rafforzamento degli organici. I poliziotti di quartiere, ad esempio, non erano connessi con le realtà investigative quando furono istituiti, oltre ad un problema di personale perché spesso per mandarli in strada si riduceva il numero delle volanti, visto che la coperta era ed è corta. I militari poi sono inutili perché servono solo per la sicurezza percepita, ma non hanno preparazione per i contesti urbani e devono essere sempre ‘scortati’ da poliziotti e carabinieri. Potrebbero essere più utili nel presidio di obiettivi fissi e sensibili, si liberebbero donne e uomini delle forze dell’ordine da queste incombenze per destinarli alle indagini, alla prevenzione e al controllo del territorio. Ma così i militari sarebbero meno ‘visibili’. E questo alle alte gerarchie con le stellette non va bene e continuiamo dunque a spendere soldi inutili”.
Cosa si aspetta dal voto del 4 marzo?
“Ho letto i programmi in materia di sicurezza di tutti gli schieramenti. Ho visto molta propaganda e pochi fatti. Non so cosa aspettarmi dopo le elezioni, certamente come Silp Cgil so già che cosa chiederemo: maggiori risorse per le forze di polizia e l’avvio immediato della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro 2019-2021, perché non tollereremo altri 10 anni di ritardi”.
13 febbraio 2018