Interessante lettera indirizzata al vescovo in Sicilia, Mons. Rosario Gisana, che pone il quesito della religione con i propositi di pace.
Cosa potrà mai dire Papa Francesco nel merito?
Potrà mai bastare la Porta Santa del Giubileo a togliere i peccati di chi tollera i sostenitori della guerra?
MOWA
Coordinamento Regionale Comitati NO MUOS
Lettera aperta degli attivisti NO MUOS al Vescovo Mons. Rosario Gisana in occasione della prevista esibizione dei Marines in una chiesa a Niscemi domenica 13 dicembre
Caro Vescovo,
non sappiamo se questa sia l’unica lettera a te inviata, ma sappiamo di certo che in cuor tuo aspettavi qualcosa del genere. Circa un anno fa, a Niscemi, insieme a tante persone di ogni parte della Sicilia, ti abbiamo sentito parlare di pace assieme agli esponenti di altre religioni e da allora abbiamo preferito non disturbarti conoscendo il tuo impegno in un territorio non certo facile come il nostro.
Sapere ora che avresti avallato nei fatti l’esibizione dei Marines in una chiesa di Niscemi ci addolora e, per quanto cerchiamo di capire, non cogliamo il contributo che tale manifestazione può portare alla pace che tanto invochiamo tutti e sempre con più forza. I venti di guerra, che noi NO MUOS avvertiamo e denunciamo da tempo, quando tutti tacevano, sono sempre più impetuosi ed è davvero difficile ignorarli.
Da decenni, produrre e usare armamenti terribili per imporre la potenza militare ai paesi non allineati al proprio sistema economico è il modus di procedere dei governi americani che non esitano a portare destabilizzazioni, guerre e caos nel mondo, incuranti del tributo di vittime civili che tutto ciò comporta. Gli USA hanno deciso che ora tocca all’Europa essere zona di guerra, d’altronde poche miglia marine la separano dai loro ultimi disastri politici e umanitari come la Libia, la Siria, L’Irak. Sappiamo di essere, oltre che schietti, ripetitivi: sono anni che i fatti ci danno ragione. Come vorremmo essere smentiti! Sai che spesso non facciamo manifesti o volantini per non impaurire i nostri figli?
Ci chiediamo, allora, che cosa spinga uomini che predicano la pace a invitare militari americani in una chiesa di Niscemi, città avamposto per anni di resistenza civile, e ora di nuovo terreno di scorribande e di avvertimenti mafiosi e criminali. Ci verrebbe da dire che l’avevamo previsto. Quando si criminalizza e si reprime la società civile che protesta, ragiona, lotta ecco che la criminalità organizzata riappare indisturbata, quasi rassicurata del deserto ristabilitosi nel territorio. Per questo era stato chiesto al Sindaco di quella città di aiutare i suoi concittadini nel creare il Centro di Documentazione della lotta popolare contro il MUOS e le 46 antenne. Appello, manco a dirlo, inascoltato. Eppure, la società civile, utile da citare nelle cerimonie di facciata, andrebbe sempre rispettata nelle sue istanze così faticosamente portate avanti in questi anni a Niscemi e in Sicilia: specie quando le aspirazioni espresse sono invise al potere.
La gente ha difeso e vuole difendere il futuro dei propri figli da nemici invisibili ai più, come le patologie infide e silenti che però colpiscono in modo crudele e tragico. E ora la guerra che avanza, e il terrore connesso a essa ci dicono che stiamo ancora una volta comprendendo la realtà dei fatti in modo chiaro e incontrovertibile.
Signor Vescovo, crediamo che queste riflessioni siano presenti anche nei tuoi pensieri e ti chiediamo di ascoltarci. La pace si costruisce con la pace, non con le bugie di chi porta le guerre e mortifica la volontà dei popoli.
Un caro saluto, gli attivisti No MUOS
09/12/2015