di Elisa Fontana
Credo stia passando quasi del tutto inosservata la tempesta che ha colpito l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco. Cerchiamo di ricapitolare questa ennesima storia di malapolitica messa su da questo ineffabile governo.
L’AIFA è una agenzia governativa che ha come compito istituzionale quello di vigilare affinché sia garantito l’accesso a farmaci sicuri ed efficaci e solo a quelli. Si capisce bene che siamo davanti ad un compito delicatissimo che riguarda la salute di tutti noi.
L’AIFA opera in autonomia, sotto la direzione del Ministero della Salute e la vigilanza del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia.
Bene, da quando si è insediato il governo Meloni l’AIFA è in preda al caos. Il presidente del CDA , il virologo Giorgio Palù, è stato nominato dal governo in quota Lega e ha cominciato il suo mandato con un atto del tutto inusuale.
La Commissione Tecnico scientifica e il Comitato prezzi e rimborso erano stati chiamati ad esprimere un parere sulla gratuità e, quindi, sulla rimborsabilità dei farmaci contraccettivi. Entrambi gli organismi nell’aprile scorso avevano dato parere positivo. Ma Palù e il Consiglio di amministrazione, invece di ratificare la decisione degli esperti come di solito avviene, si sono accodati alle pressioni del governo che vede nei contraccettivi gratuiti un contrasto indebito alle proprie politiche di natalità. E così hanno chiesto una ulteriore istruttoria che sanno benissimo non ci sarà perché l’organismo è in scadenza.
Ma non è solo questo il casus belli. Giorni fa si sono dimessi in blocco tutti gli oncologi che avrebbero dovuto esprimersi sulle terapie anticancro. Le motivazioni sono state chiare: l’Aifa ha chiesto agli oncologi un parere indipendente sui nuovi farmaci antitumorali, per poi poterli autorizzare, ma gli esperti non sono mai stati convocati. Da qui le dimissioni.
Nel frattempo, si sono dimessi anche l’epidemiologo Antonio Addis e la coordinatrice Anna Maria Maratta, anche se nulla hanno voluto dichiarare sulle motivazioni.
Insomma dentro l’Agenzia c’è il caos più totale che nascerebbe dall’intenzione di Meloni di riformare l’Agenzia accentrando tutto il potere nelle mani del presidente del CDA e riducendo le commissioni ad un unico organo.
Meloni si è mossa con grande urgenza per riformare l’Agenzia e la riforma avrebbe già dovuto essere compiuta da tempo, se non fosse che il governo della grande concordia si è impantanato sulle nomine.
La domanda sorge spontanea: come mai questo interesse urgente della politica a svuotare l’Agenzia dalla sua indipendenza? Chissà, ma notiamo soltanto che nel frattempo alcune delle più grandi multinazionali farmaceutiche hanno creato un think-thank in cui ci sono anche due consulenti di fiducia del ministro Schillaci (perché a noi il conflitto di interessi ci fa un baffo a tortiglione), il cui scopo è fare sentire la voce dell’industria del farmaco dentro l’AIFA, per attrarre risorse finanziarie in Italia.
E così anche l’Aifa da organismo nato per vigilare che sia garantito l’accesso solo ai farmaci sicuri ed efficaci, si potrebbe trasformare in un organismo che debba incentivare il mercato.
Decideranno le multinazionali del farmaco quali sono i farmaci sicuri per noi, non è meraviglioso?
26 giugno 2026