Bisogna riconoscere che la notizia riportata sotto, fatta con ammirevole acutezza investigativa, ridà speranza alla categoria giornalistica perché nel tratto illustrato ripercorre il programma politico del berlusconpensiero, chiudendo (com’era ovvio) su come potrebbe andare a finire se le persone non prendessero in seria considerazione tutti gli aspetti elettorali e cioè: “…interessi giganteschi che prendono, di volta in volta, nomi diversi quali mafia, camorra, corruzione, voto di scambio e, quando va bene, solo disinteresse“.
Tanto è precisa la straordinaria disamina della giornalista che solletica le sinapsi a ritrovare gli agganci che ritroviamo in epoche assai recenti con la candidata Emma Bonino (schierata a “sinistra” – sic!) dove era stata “indicata dal Cavaliere assieme a Monti come commissario europeo. Il che non le impedì di seguitare l’attività politica in Italia, nelle varie reincarnazioni dei radicali: Lista Sgarbi-Pannella, Riformatori, Lista Pannella, Lista Bonino. Nel ’99 B. la sponsorizzò per il Quirinale, anche se poi confluì su Ciampi. Ancora nel 2005, alla vigilia della rottura, la Bonino dichiarava di “apprezzare ciò che Berlusconi sta facendo come premier” (una legge ad personam dopo l’altra, dalla Gasparri alla Frattini, dal lodo Schifani al falso in bilancio, dalla Cirami alle rogatorie alla Cirielli) e cercava disperatamente un accordo con lui…”
Negli sproloqui elettorali odierni fatti dai vari contendenti, e gettati come gelide secchiate sulle persone, vi è il rischio che si possano perdere alcuni passaggi importanti e, ad es., dimenticare che nei referendum voluti dai Radicali nel 1999 vi erano moltissime assonanze sia con la massonica P2 (separazione delle carriere dei magistrati… ) e di altri poteri forti.
Infatti, come si possono scordare in quei referendum Radicali (diventati lingua comune degli attuali partiti – sic), l’abolizione della quota del proporzionale con un sistema maggioritario, l’innalzamento dell’età pensionabile, liberalizzare i contratti di lavoro a tempo parziale, liberalizzare i contratti di lavoro a termine, l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, abolire l’obbligo di stipulare l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro con l’INAIL favorendo le assicurazioni private… Tutte cose volute dal capitalismo e che sono state fatte diventare merce di scambio con i diritti sociali e civili faticosamente conquistati dagli oppressi in decenni.
Oppure, come si possono scordare i continui rinvii, di Silvio Berlusconi, al “processo ‘Breakfast‘ a carico dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola e della moglie di Amedeo Matacena, Chiara Rizzo, per procurata inosservanza della pena aggravata dall’avere favorito un’associazione mafiosa dello stesso Matacena, oggi latitante a Dubai“, adducendo come motivazione dell’assenza il “non poter essere presente in aula a causa di un incontro con il premier turco Erdogan” e ci fa sorridere perché lo avevamo sentito, anche, raccontare nello storytelling con la nipote di Mubarak mentre, invece…
Parlando degli attuali schieramenti politici delle viarie sfumature della “sinistra” e delle destre (che dimenticano, questi ultimi, il loro stretto legame, per non dire servilismo, con i poteri forti) solleticando, ulteriormente, le sinapsi riaffiorano alla memoria, anche, quanto scritto sul massone Licio Gelli (pag. 84), del libro “Mercanti di parole: storie e nomi del giornalismo asservito al potere” di Mario Guarino si affermava che:
“…Il più importante editore, Berlusconi – che nel 1994 e in seguitò affermerà, riuscendo a farsi credere, di essere lui “il nuovo” in politica – fin dagli anni ’70 è dunque immmerso in trame politiche, bancarie e massoniche. Nel dicembre 1976 aveva finanziato – pare con il denaro di Gelli e per puntellare il governo Andreotti – la scissione del MSI. Il partito dei giornalisti Almirante e Fini (a quei tempi politicamente già in forte ascesa) si spacca e perde 17 deputati e 8 senatori. Quando il leader degli scissionisti – il giornalista-deputato Raffaele Delfino – incasserà il denaro del contributo pubblico ai partiti, e lo rimborserà a Berlusconi, da questi si sentirà dire: <<È il primo politico che me lo restituisce>> (il che, se vero, presuppone che altri siano stati precedentemente finanziati dal Cavaliere). La notizia verrà rivelata dal senatore Giovanni Pellegrino (Presidente della Commissione stragi), molti anni dopo, ossia nel maggio 1997 e in seguito confermata dallo stesso Delfino in un suo libro.
Certo è – come si evince dalla Relazione conclusiva della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Sindona (doc. XXIII n. 2, pag. 121) – la P2 avrebbe finanziato pure Giorgio Almirante. Il segretario dell’MSI, nella seconda metà degli anni ’70, avrebbe infatti percepito denaro dalla loggia gelliana. A rivelarlo è il deputato missino Giulio Caradonna, uno dei quattro deputati della Fiamma affiliati alla Loggia P2 (tessera n. 2192).
Il Movimento sociale italiano è stato finanziato dalla P2. Almirante aveva chiesto una mano a Gelli, e lui gliel’ha data, facendogli avere dei soldi. Un anno prima che scoppiasse la caciara sulla P2 [maggio 1981, N.d.A.], Almirante mi ha chiesto di fissargli un appuntamento con Gelli, sosteneva che poteva essere molto utile al partito. Si sono incontrati nella stanza 126 dell’Hotel Excelsior, a Roma […], Gelli mi ha riferito che Almirante gli aveva chiesto dei soldi e che lui glieli aveva dati […].” [R.Santoro, L’Europeo 2 novembre 1994]
Secondo Caradonna, si trattava di 1 miliardo di lire pervenuto al segretario missino attraverso un massone di Perugia. Il denaro – confermerà Gelli nel libro La verità – gli verrà restituito. Su Berlusconi c’è altro…”
Ecco, gli ennesimi motivi che ci portano ad aderire all’appello di Andrea Montella quando sostiene:
Ribadiamo la nostra tesi sul voto il 4 marzo 2018: occorre andare a votare perché è un diritto conquistato dai proletari con la lotta al nazifascismo. Ma siccome gli attuali partiti sono espressione del golpe prodotto dalle bombe del 1992-1993 e della trattativa Stato-mafia , non nascono dalla volontà popolare, non c’è nessun partito oggi radicato sul territorio e che rappresenti gli interessi immediati e storici del proletariato, noi diamo indicazione di annullare la scheda scrivendo:
W IL P.C.I., W LA COSTITUZIONE, W LA RESISTENZA.
MOWA
Edilizia, realista la proposta di Berlusconi
Ma realizzabile solo in un Paese normale
Di Daniele Rosa
‘Bisogna cambiare le regole, chi deve costruire una casa o aprire un’attività commerciale non dovrà più aspettare anni per permessi e licenze . Dovrà dichiarare l’inizio dell’attività e assumersi le responsabilità di aver rispettato la legge’ così Silvio Berlusconi, intervistato su temi vari legati al futuro che ci aspetta dopo le elezioni, in un’eventuale scenario a guida Centrodestra.
E il suo alleato Matteo Salvini ha rincarato il messaggio sostenendo che ‘ è ora di togliere burocrazia per far ripartire l’edilizia togliendo, ad esempio l’Imu su negozi e capannoni sfitti’.
Una bomba nello stagno.
Subito i Verdi hanno parlato di una ricetta, quella del Centrodestra, che farebbe ripartire i condoni edilizi. E pure il Ministro Maurizio Martina a bollarla come ‘ un errore drammatico’.
Insomma le forze politiche avversarie non hanno perso tempo subito nell’immaginare uno scenario catastrofico da colata di cemento sul Bel Paese.
Come se già non ci fosse stata.
Berlusconi e Salvini contro l’abusivismo. Le Regioni più’ ‘abusive’.
A questo proposito basta vedere i dati Istat relativi al 2015 per rendersi conto di quanto cemento abusivo si è buttato e dove si nasconde ( per modo di dire) il massimo livello di abusivismo. Nel ranking delle Regioni più’ trendy in quanto ad abusi edilizi ai primi sei posti abbiamo nell’ordine : Molise, Campania, Calabria,Sicilia, Basilicata e Puglia.
Case edificate con la sabbia impastata a cemento, case costruite non in fronte al mare ma direttamente nel mare, ville vista mare edificate in totale assenza di permessi. Un oceano di abusivismo, ma forse qualcuno ha mai visto una ruspa buttare giu’ una di queste costruzioni ?
Ecco questo sarebbe il vero motivo per cui le forze politiche tutte dovrebbero vergognarsi, non la proposta del Cavaliere.
E quindi che avrebbero detto di così scandaloso i due leader ?
Nel Paese più’ aperto all’imprenditoria del mondo, gli Stati Uniti, funziona più’ o meno cosi’ come immaginato da Berlusconi.
Decidi di costruire o di aprire un’attività, bene la fai, la costruisci ma , devi stare veramente attento a seguire le regole, perché se hai sgarrato, ti bloccano tutto, ti buttano giu’ tutto e, nei casi più’ gravi, ti mettono pure in galera.
Berlusconi e Salvini contro l’abusivismo. In USA si va in galera.
Certo la differenza sta proprio qui, nell’efficienza dei controlli. Sul suolo americano sono dannatamente seri.
Qui da noi, e soprattutto in buona parte del meridione ( come evidenziato dalle rilevazioni dell’ Istat) la parola abusivismo edilizio è un termine derubricato non solo dal vocabolario ma pure dalle menti di molti responsabili del bene pubblico, oltreché ovviamente da tutti quelli che se ne approfittano.
E di togliere l’Imu a capannoni e negozi sfitti che dire?
Non sarebbe un serio gesto serio per sostenere tanti imprenditori o negozianti che sono da poco usciti da dieci anni di una crisi economica inimmaginabile, una specie di terza guerra mondiale senza spari.
E’ risaputo che molti di questi, impossibilitati a pagare le tasse sui loro capannoni deserti, hanno dovuto togliere il tetto per fare rientrare l’immobile in qualcosa di inagibile e quindi non tassabile.
Berlusconi e Salvini contro l’abusivismo. Via l’Imu da capannoni e negozi sfitti.
A questo proposito basta farsi un giro in Brianza, o nel comasco, per vedere una serie interminabili di capannoni sfitti,tristi testimonianze di una crisi devastante.
Ma in fondo questo è il paese che ti chiede le tasse un anno prima, immaginando che il tuo guadagno sia uguale se non migliore di quello dell’anno passato. Se poi apri un’attività non ti lascia tranquillo per almeno un paio d’anni,assolutamente no, ti incalza e inchioda con balzelli di ogni genere, prima ancora di iniziare.
Quindi il vero scandalo è che le forze politiche, in questa guerra di potere prima delle elezioni, gridino allo scandalo.
La giusta domanda da porre a Silvio Berlusconi non è quella per attaccarlo sulla proposta, ma quella che gli chiede come mai, durante i lunghi anni della sua permanenza al Governo, non abbia mai fatto nulla contro l’abusivismo.
Questo è il nocciolo della questione e la verità e’ una sola: nessuno , in questo paese, ha mai fatto nulla per contrastare l’abusivismo edilizio.
Anche perché dietro questo termine spesso si celano interessi giganteschi che prendono, di volta in volta, nomi diversi quali mafia, camorra, corruzione, voto di scambio e, quando va bene, solo disinteresse.