Eccoli emergere, di nuovo, come tanti funghi nel sottobosco di un’umida boscaglia, i poteri forti, tra i candidati ai ministeri.
Quei famosi poteri forti tanto odiati dai leghisti e dai pentastellati durante le campagne elettorali ma che, poi, riaffiorano tra le possibili nomine dei futuri ministri.
Stiamo parlando in particolar modo di un nome che il mainstream vorrebbe far passare come gradevole candidato ma che fatica a dire che è sempre stato ben allocato in strutture di autentici poteri forti come si era scritto tempo addietro su questo sito: Paolo Savona. Un nome comparso a pag 19 di questa rivista e che si colloca, nientemeno, nel Comitato esecutivo dell’Aspen Italia, insieme a tanti altri che hanno rovinato o messo in ginocchio il nostro paese asservendolo ad altri.
Un candidato che partecipa in quella struttura con Mario Monti, Romano Prodi, Enrico Letta, Gianni Letta, Emma Marcegaglia, Giulio Tremonti (per fare alcuni nomi), personaggi che non hanno brillato per aver aiutato il nostro paese ad uscire dalla crisi in cui ci troviamo, anzi…
E, allora, come mai questi innovatori della politica (da “sinistra” a destra) che a parole gridano slogan contro i poteri forti in quanto artefici della povertà e malcontento planetario e che invece ci hanno genuflesso alla logica del mercato (tout court), ora, mostrano le terga a questi predatori di ricchezza prodotta da altri?
Memoria corta o, semplicemente, imbroglioni?
MOWA
Chi è Paolo Savona, possibile nuovo ministro dell’Economia nel governo Conte
Viene considerato euroscettico per le sue posizioni critiche verso l’Europa. Ecco cosa pensa della moneta unica e di Bruxelles
Paolo Savona ministro dell’Economia?
Paolo Savona, economista cagliaritano classe 1936 gradito a Matteo Salvini, è considerato il nome più accreditato come ministro dell’Economia nel nuovo governo M5s-Lega guidato da Giuseppe Conte .
Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha conferito l’incarico a Conte mercoledì 23 maggio (qui la diretta sulla formazione del governo). Conte ha accettato con riserva e riferirà a Mattarella dopo aver tenuto le sue consultazioni.
Iniziano intanto a circolare i possibili nomi dei ministri che faranno parte della squadra di governo.
Savona è stato soprannominato “il professore anti-euro” per la sua posizione critica nei confronti della moneta unica e, in generale, nei confronti dell’Unione europea.
Proprio queste posizioni, tuttavia, lo rendono sgradito ai partner europei e in particolare alla Germania, che secondo Savona “non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo”.
Per questo, il presidente Mattarella, che avrà un ruolo determinante nella nomina del Consiglio dei ministri, potrebbe porre un veto sul suo nome.
Chi è Paolo Savona
Dopo l’inizio di carriera in Banca d’Italia, Savona è stato direttore generale di Confindustria e ha ricoperto vari incarichi istituzionali.
È stato anche ministro dell’Industria e al riordino delle partecipazioni statali nel governo Ciampi.
Ha insegnato Politica economica ed è vicepresidente dell’Aspen Institute Italia.
Savona ha affiancato Guido Carli quando da ministro del Tesoro firmò per l’Italia il trattato di Maastricht, e sin dal 1992 si è espresso in modo molto critico rispetto ai parametri stabiliti dal trattato, che sono secondo lui troppo rigidi e privi di base scientifica.
Non si definisce antieuropeista, dice di essere per l’Europa unita, ma critica le élite di Bruxelles e la moneta unica.
“L’Euro ha dimezzato il potere d’acquisto degli italiani, anche se le autorità lo negano”, si legge in un passaggio dell’autobiografia di Savona, in uscita a breve, anticipato dalla Stampa.
Savona è critico verso l’ex presidente del Consiglio Mario Monti, che definisce “portabandiera del servilismo agli interessi dei poteri dominanti”.
Accusa inoltre anche il governatore della Bce Mario Draghi e della Banca d’Italia Ignazio Visco di aver contribuito a chiudere l’Italia nella “gabbia europea”.
Ritiene infatti che l’euro e l’Ue siano “creazioni della Germania”, ideati “per controllare e sfruttare in maniera “coloniale” gli altri paesi europei”.
“La Germania non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo, pur avendo abbandonato l’idea di imporla militarmente”, si legge nelle anticipazioni della sua autobiografia. “Per tre volte l’Italia ha subito il fascino della cultura tedesca che ha condizionato la sua storia, non solo economica, con la Triplice alleanza del 1882, il Patto d’acciaio del 1939 e l’Unione europea del 1992. È pur vero che ogni volta fu una nostra scelta. Possibile che non impariamo mai dagli errori?”.
Per lui l’euro è “una creatura biogiuridica costruita male”, subordinata a “élite che illudono i popoli”.
Savona sostiene cheGuido Carli e Ciampi sapessero che l’Italia non era pronta a entrare nell’euro, ma “non volevano rimanere fuori dalla porta”. Erano convinti che il tempo avrebbe migliorato la situazione, che invece è peggiorata.
Non esclude l’idea che l’Italia possa uscire dall’Ue o dall’Eurozona, ma ritiene che questa eventualità debba essere attentamente preparata.
“Se l’Italia decidesse di seguire il Regno Unito – ma questa scelta va seriamente studiata –”, ha scritto Savona, “essa attraverserebbe certamente una grave crisi di adattamento, con danni immediati ma effetti salutari, quelli che ci sono finora mancati: sostituirebbe infatti il poco dignitoso vincolo esterno con una diretta responsabilità di governo dei gruppi dirigenti”.
Ecco gli altri possibili ministri
Conte tornerà nei prossimi giorni al Quirinale con la lista dei ministri per sciogliere la riserva. In questo articolo abbiamo spiegato quali sono i prossimi passaggi per la formazione del governo.
Il Viminale potrebbe andare a Salvini. Il leader leghista ha già detto pubblicamente che vorrebbe “un ministro della Lega che si occupi di sicurezza e confini”, per bloccare gli sbarchi dei migranti sulle nostre coste.
Lo stop al business dei migranti è anche all’interno del programma di governo su cui le due forze politiche hanno trovato l’accordo.
Il leader M5s Luigi Di Maio ha detto che “al Movimento 5 Stelle andrà il Ministero per lo Sviluppo economico con dentro il ministero del Lavoro”.
Secondo le indiscrezioni di stampa potrebbe essere lo stesso Di Maio ad assumere la guida di questo “superministero”, che dovrebbe essere quello responsabile dell’introduzione del reddito di cittadinanza, punto chiave del programma M5s e inserito nell’accordo di governo.
Il ministero degli Esteri potrebbe essere affidato a Giampiero Massolo, ambasciatore dalla lunga e ricca carriera, il cui nome era circolato anche come possibile premier.
Massolo, 64 anni, è presidente di Fincantieri e dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).
Massolo è stato già vicino alla nomina a ministro degli Esteri nel 2011, quando è diventato presidente del Consiglio Mario Monti.
Successivamente è stato nominato dallo stesso Monti direttore generale dei Servizi segreti.
Dovrebbe andare al leghista Giancarlo Giorgetti l’incarico di Sottosegretario a Palazzo Chigi, che fu di Gianni Letta, di Luca Lotti e di Maria Elena Boschi.
Giorgetti era stato considerato come possibile premier del governo M5S-Lega nel caso in cui fosse stato il Carroccio a dover esprimere il nome, ma questa ipotesi ormai tramontata.
Alla Giustizia la strada sembra spianata per Alfonso Bonafede, avvocato del Movimento Cinque Stelle.
Bonafede è siciliano ma è stato eletto a Firenze. Ha svolto il ruolo di “commissario” per conto di Di Maio nei comuni M5S del centroitalia e a Roma con Virginia Raggi.
Matteo Salvini ha già detto pubblicamente che quello all’Agricoltura è uno dei ministeri cruciali per la Lega.
Il prossimo ministro all’Agricoltura potrebbe essere Nicola Molteni, leghista lombardo considerato un possibile successore di Luca Zaia.
Molteni, classe 1976, è avvocato ed è stato eletto alla Camera nella scorsa legislatura, durante la quale ha fatto parte della commissione Giustizia.
Ai rapporti con il parlamento potrebbe andare l’avvocato Giulia Bongiorno, eletta con la Lega e considerata fino a qualche tempo fa candidata ideale per il ministero della Giustizia.
Bongiorno ha difeso Giulio Andreotti e Raffaele Sollecito. Non è gradita all’alleato di Salvini, Silvio Berlusconi, contro il quale ha lottato da presidente della commissione Giustizia sulle intercettazioni.
L’attuale capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle Giulia Grillo potrebbe diventare il prossimo ministro della Sanità.
Ecco gli altri nomi in lizza per i ministeri del governo Conte.