12,5 milioni di tedeschi vivono sotto la soglia di povertà. Nonostante questo pietoso, Angela Merkel pretende di imporre il “modello tedesco” al mondo. Analisi di Michel Collon per RT Francia l’esempio della Germania.
In verità, il modello tedesco non funziona. Ed è logico: se abbassate i salari, se moltiplicate i lavori iper-precari (abbiamo in Germania anche lavori pagate un euro l’ora!), insomma se aumentate i profitti delle multinazionali portando alla rovina i lavoratori, con che cosa questi potranno comprare? A chi queste stesse multinazionali potranno vendere se non il potere di acquisto crolla? La verità è che i soli ad approfittare del “modello tedesco” sono gli azionisti delle multinazionali esportatrici come Siemens, Thyssen, Mercedes, BASF. Ovvero l’1% della popolazione.
Malgrado questo fallimento, la Merkel e le multinazionali tedesche continuano ad esercitare dei ricatti odiosi per abbassare ancora di più il livello di vita dei lavoratori greci. Ma questi hanno già perso un enorme fetta del proprio livello di vita: stipendi -37%, pensioni -48%, consumi – 33%. E tutti gli esperti minimamente assennati dicono: questa “terapia shock” made in Berlino aggraverà ulteriormente la crisi economica greca e diminuirà le capacità del paese di venirne fuori.
Tutto questo, ci si dice , serve ad “aiutare i greci a rimborsare il loro debito”.
- Il debito è illegittimo, come ha dimostrato Eric Toussaint, esperto internazionale del debito. Contratto dall’1% dei greci che sono complici delle banche tedesche ed internazionali, non ha portato nulla al restante 99%.
- Il debito greco non è peggiore di quella degli Stati Uniti che tutto il mondo porta a esempio.
- Quelli che dovrebbero rimborsarlo sono: la banca americana Goldman Sachs che ha truccato coscientemente le cifre del debito greco, Merkel e Sarkozy che hanno venduto delle armi inutili a una Grecia in piena crisi finanziaria, le banche tedesche che hanno imposto dei tassi usurai, Barroso che trascorreva le sue vacanze col richissimo armatore greco Latsis al quale la sua Commissione ha concesso 10 milioni di euro di sussidi. E l’elenco dei veri profittatori sarebbe ancora molto lungo.
Il vero scopo di questa terapia shock non è aiutare i greci, ma metterli in ginocchio. Con tre obiettivi nascosti:
- Privatizzare per accapparrarsi le loro imprese pubbliche, i loro porti, le loro isole turistiche. Per tentare di risolvere la loro crisi, le società tedesche fanno man bassa delle società straniere.
- Trasformare la Grecia in una nuova Romania: un deserto economico e, dunque, un serbatoio di manodopera semi-gratuita per le multinazionali europee.
- Farne un esempio per spaventare gli altri popoli europei che si ribellano contro queste politiche ingiuste (ero in Catalogna, un mese fa, e ho potuto misurare la profondità ed la radicalità delle lotte sociali, innanzitutto contro le banche). Si tratta di uccidere la speranza.
Dopo i greci, verrà il nostro turno. È tempo di scatenare una protesta dei cittadini europei, dalla base, per sostenere i greci.
20 Agosto 2015