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Parco Bassini di Milano, ore 4.30 del 2 gennaio. Presenti in loco un piccolo nucleo di appartenenti al Fridays For Future e del Comitato Bassini per impedire lo scempio dell’abbattimento di un numero elevatissimo (si parla di, addirittura, 140) alberi secolari per far posto a tanto, anzi, tantissimo cemento per costruire il nuovo padiglione universitario, sfruttando il periodo in cui il Politecnico è chiuso al pubblico.

Ore 6.30. Arrivano gli operai addetti al taglio delle piante insieme a numerosi cellulari di polizia e carabinieri per bloccare l’accesso al parco e impedire le eventuali azioni di contrasto degli attivisti.

Le proteste degli abitanti e dei comitati, hanno anticipato, non si fermeranno per bloccare lo scempio di quello che è stato per 70 anni uno spazio di 6000 metri quadri di passeggio, ristoro e riflessione, dandosi appuntamento il prossimo giovedì 9 gennaio per dar seguito ad una manifestazione dal titolo “Fermiamo il consumo di suolo a Milano”. Manifestazione che partirà alle ore 17,30 da via Bassini per arrivare in Piazza della Scala, davanti a palazzo Marino (sede del Comune), dove verrà chiesto:

– che l’area del Parco Bassini non venga edificata, ma rimanga un bene comune;

– che il Comune di Milano si impegni a vietare la costruzione di nuovi edifici in tutte le aree verdi rimaste in città.

Ci si chiede se gli esperti del Comune abbiano mai letto lo studio condotto dalla University of Wisconsin-Madison dove si sostiene che esista una formula precisa per massimizzare l’effetto degli alberi in città e che la giusta copertura offerta dalle foglie durante le calde giornate estive farebbe abbassare la temperatura media delle città tra gli 8 e i 12°C con un notevole risparmio in termini di energia consumata per i condizionatori.

MOWA

la testimonianza del gruppo Resilient