foto: La locandina di UncRsi e Memento
La locandina recita: “Per la commemorazione dei defunti”. Partigiani e Osservatorio sulle nuove destre: “Evitare il ripetersi di simili atti vergognosi di aperta apologia in un luogo pubblico”
Un 29 aprile bis? Un’altra schiera di saluti romani e bandiere con l’aquila e il tricolore e i camerati in parata? Le celebrazioni neofasciste e il cimitero Maggiore. Se ne torna a parlare adesso, e un nuovo caso “politico” si profila all’orizzonte: il 1 novembre è la data scelta dall’UncRsi (Unione nazionale combattenti della Repubblica sociale italiana) e dall’associazione Memento – costola dei neonazisti di Lealtà Azione – per omaggiare i caduti repubblichini al Campo X, detto anche ‘Campo dell’onore’. Una commemorazione dei defunti, dunque, come recita la locandina dell’evento.
E fu proprio in nome di questa formula – “commemorazione dei defunti” – che la procura di Milano (pm Piero Basilone) aveva chiesto quest’estate l’archiviazione dell’indagine che vedeva coinvolti i camerati che il 29 aprile scorso – in mille – avevano dato vita a una parata nello stesso Campo X: un saluto romano collettivo che, secondo i magistrati, non fu apologia di fascismo ma solo, appunto, una “cerimonia funebre e commemorativa”. Ora la storia potrebbe ripetersi.
L’Anpi provinciale di Milano e l’Osservatorio sulle nuove destre fanno un appello congiunto e chiedono a Comune, questura e prefettura di “evitare il ripetersi di simili atti vergognosi di aperta apologia del fascismo in un luogo pubblico, quale un cimitero. E’ doveroso ricordare che al Campo X del Cimitero Maggiore – dice Roberto Cenati, presidente provinciale dell’Anpi – non sono tumulati soltanto semplici aderenti alla repubblica di Salò, ma gerarchi fascisti come Alessandro Pavolini, ultimo segretario del partito fascista repubblicano, Francesco Colombo, capo della legione autonoma Ettore Muti, che operò nella caserma di via Rovello (poi sede del Piccolo Teatro), Armando Tela, uno dei luogotenenti della famigerata banda Koch che aveva sede a Villa Triste. Abbiamo più volte ricordato che la morte rende tutti uguali – aggiunge Cenati – ma in vita i Combattenti per la libertà hanno lottato contro l’oppressione nazifascista, mentre i repubblichini hanno collaborato con i nazisti nella denuncia, nella cattura, nella fucilazione di partigiani, oppositori politici, ebrei, lavoratori protagonisti del grande sciopero generale del marzo 1944. La pietas verso i defunti non può cancellare la storia. Se avessero prevalso i nazifascisti, la libertà e la democrazia nel nostro Paese, per la quale hanno dato la loro vita i Combattenti per la libertà che ogni anno ricordiamo al Campo della Gloria, non sarebbero state riconquistate”.
Come ogni anno il 31 ottobre alle ore 10 al Campo della Gloria si svolgerà la manifestazione promossa dalle Associazioni Partigiane, dal Comune di Milano e dal Presidio Militare per ricordare i partigiani morti nella guerra di Liberazione. Ma torniamo alla parata annunciata per il 1 novembre. Chi sono i promotori? Accanto all’Unione nazionale combattenti della Rsi scende in campo ‘Memento’: si tratta della branca di Lealtà Azione che si occupa di omaggiare non solo i caduti repubblichini, ma anche gli squadristi degli anni Venti (morti nel corso delle loro azioni criminali), dando lustro, tra l’altro, e mettendo a nuovo lapidi e monumenti, da Milano a Torino, da Genova ad Alessandria, solo per citare alcune città. Esponenti di Memento e di Lealtà Azione, assieme a centinaia di militanti di CasaPound e di altre formazioni di estrema destra, soprattutto lombarde, avevano sfilato il 29 aprile dando vita, sempre al Musocco, alla parata dei mille saluti romani. Alle polemiche e alle proteste, seguì la discussa decisione dei pm milanesi di chiedere l’archiviazione. Tutto condonato. Nessuna apologia.