Come riporta il sito del Ministero della difesa, “l’Aosta, comandata dal generale Mauro D’Ubaldi, sostituisce la Brigata Julia alla guida del Train Advise Assist Command West, il comando NATO multinazionale e interforze a guida italiana che opera nella regione Ovest dell’Afghanistan nell’ambito della missione Resolute Support”. “L’attività dei militari italiani – specifica la Difesa – non è più connessa a compiti diretti di partecipazione alle operazioni ma si estrinseca attraverso attività di addestramento, consulenza e assistenza condotte da team di specialisti a favore dei vertici operativi delle Afghan National Defence and Security Forces (ANDSF)”.
Per la Brigata “Aosta” si tratta di un ritorno in Afghanistan dove, nel 2013, ha operato nell’ambito della missione NATO-ISAF (International Security Assistance Force), formalmente conclusasi il 31 dicembre 2014.
La gravità della partecipazione alla cerimonia di Messina dei minori stranieri si commenta da sé: invece di contribuire all’elaborazione dei lutti e delle immane violenze subite dai giovani in fuga dalle guerre scatenate in Africa e Medioriente, il moderno sistema di “assistenza” emergenziale (in mano a Messina anche ad alcune aziende indagate per l’affaire del CARA di Mineo), contribuisce ad alimentare la cultura della sopraffazione, della violenza e della guerra, sponsorizzando una missione che viola l’art. 11 della Costituzione.
Mi viene da pensare che in fondo si è voluto avviare a Messina la sperimentazione di quello che è auspicato da alcune forze politiche di destra e da alcuni settori militari italiani: condizionare l’attribuzione della cittadinanza italiana agli “stranieri” – come negli USA – alla loro partecipazione diretta alle operazioni di guerra in mezzo mondo, nei reparti d’élite delle forze armate nazionali.
Chi ha autorizzato la partecipazione dei minori del Centro Ahmed alla parata-cerimonia della Brigata Aosta? Erano stati avvisati previamente gli avvocati tutor di questi giovani? Ha qualcosa da dire il Garante comunale all’infanzia? E il sindaco pacifista e antimilitarista Renato Accorinti ritiene che partecipare (per interposta persona) a queste vergognose manifestazioni di propaganda di morte sia un dovere istituzionale inderogabile?
Con l’indignazione e l’amarezza di questi tempi infami.
17 settembre 2015