Piero Orteca
I ‘Taurus’, i micidiali missili da crociera di produzione tedesco-svedese, stanno facendo perdere il sonno al Cancelliere Scholz e non solo. Quei missili sono un vero pericolo perché vanno troppo lontano. Li vogliono gli ucraini, alla disperata ricerca di armi capaci di colpire, le munitissime infrastrutture russe. Ma potenzialmente anche Mosca
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‘Taurus’, missili a doppia minaccia
Con 500 chilometri di gittata, il missile di Berlino potrebbe risolvere molti problemi alle truppe d’assalto di Kiev, impantanate tra campi minati, fili spinati, cavalli di Frisia e prese di mira dai battaglioni d’arresto russi. I soldati di Putin sono praticamente ‘interrati’ e l’intenso fuoco d’artiglieria ucraino, che prepara le ondate della controffensiva, non li danneggia più di tanto. Con i ‘Taurus’ sarebbe tutta un’altra storia, anche perché potrebbero essere inquadrati e colpiti bersagli tatticamente fondamentali, come depositi di munizioni, carburante e caserme che si trovano a distanza, nelle retrovie. E allora, perché i tedeschi fanno finta di non capire?
Realpolitik
Pare che nelle riunioni del governo di Berlino, i pareri siano discordi e che in molti trattino il concetto di ‘sicurezza nazionale’ in maniera asimmetrica. Un modo elegante per dire che è una situazione ‘che va interpretata’. Poche chiacchiere, ha tuonato Scholz: «se cediamo quei missili e gli ucraini li sparano sulle città russe, può accadere di tutto». Il passo dalla cobelligeranza alla guerra sarebbe un evento catastrofico, possibile in qualsiasi momento. Ma anche nel suo stesso partito, la SPD, c’è chi non la pensa allo stesso modo e le tensioni aumentano. Ricordando, in fotocopia, tutte le polemiche che accompagnarono le sofferte decisioni per la cessione di qualche decina di carri armati Leopardo 2.
Tensioni interne tedesche
Andreas Schwartz, un autorevole deputato socialdemocratico, in un’intervista concessa a Der Spiegel ha praticamente accusato Scholz di perdere tempo. «La controffensiva sta vacillando – ha detto – e l’Ucraina non ha una forza aerea adeguata per sostenerla. Rimangono solo i missili guidati, come quelli da crociera Taurus, con i quali l’esercito di Kiev potrebbe superare i campi minati, predisposti dai russi, e riconquistare il suo territorio». La l’intervento di Schwartz ha avuto un effetto domino, mettendo in moto le polemiche di partito, che fino a quel momento erano rimaste sotto traccia. Nils Schmid, il portavoce per la politica estera dell’SPD, prendendo la palla al balzo, a sua volta si è fatto intervistare dal quotidiano Tagesspiegel, «non escludendo l’immediata fornitura di missili Taurus all’Ucraina d’intesa con gli Stati Uniti». Una formuletta che ha funzionato in altre occasioni e che sembra una sorta di ‘assicurazione sulla vita’. Ma che per quanto riguarda i Taurus, non sembra trovare l’approvazione di Biden.
Problemi dalla Casa Bianca
Ai vertici della Germania, sanno esattamente quale sia il problema posto dalla Casa Bianca (o meglio, dal Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa). I bersagli vanno scelti e selezionati dagli ucraini, sostiene Schmid, per evitare accuse di ‘cobelligeranza’ nei confronti della Germania, «altrimenti Berlino sarebbe pericolosamente vicina alla partecipazione attiva alla guerra». Questo sulla carta. Perché, invece, a Washington temono che qualcuno, a Kiev, possa essere tentato di sfruttare la lunga gittata dei vettori per allargare il conflitto. Insomma, un’altra prova che più sale la scala tecnologica delle armi fornite e più aumenta il coinvolgimento (o la cobelligeranza mascherata) dell’Occidente. Nel bene e nel male.
La ‘Linea rossa’ da non superare
L’importante è capire quale sia la ‘linea rossa’ che non può essere superata. Pena, un’escalation incontrollabile. Ma, intanto, l’evoluzione degli scontri sul campo di battaglia indica, per Kiev, la necessità di aumentare a tutti i costi il ‘fuoco di preparazione’ prima di ogni singola offensiva. «Equipaggiata con carri armati tedeschi Leopard 2 e altre armi di livello Nato fornite dagli alleati occidentali – scrive il Financial Times – la fanteria ucraina ha faticato a sfondare posizioni russe pesantemente minate e fortificate». Come dicevamo prima, i generali di Kiev, per evitare il sanguinoso muro contro muro, si sono affidati a un massiccio uso dell’artiglieria (obici da 155 mm.) e al lancio di missili da crociera britannici, Storm Shadow (250 Km. di gittata), e francesi, Scalp (fino a 300 Km.). Si tratta di armi sofisticate, dal costo notevole, ma che si esauriscono rapidamente.
Ora pressioni su Berlino
E le pressioni sul governo tedesco si stanno facendo continue. La scorsa settimana, il Ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha dichiarato che la cessione dei missili Taurus all’Ucraina «non è la nostra massima priorità in questo momento». E quasi a giustificarsi ha aggiunto che la Germania fa già la sua parte, dato che è il secondo Paese come fornitore di armi all’Ucraina e che ci sono altri Stati (gli Usa n.d.r.) «che hanno le nostre stesse titubanze». Ma nella SPD continuano le turbolenze.
Schwartz ha controreplicato a Scholz e a Pistorius, ricordando che Kiev possiede già lanciamissili multipli (di terra) Mars e Himars, che sono stati ceduti alla chetichella da Berlino e che, volendo, possono già colpire le città russe. E comunque, dice il deputato socialdemocratico, «come i Leopard 2, presto arriveranno in Ucraina anche i Taurus».
8 Agosto 2023