Ennio Remondino*
Nella foto di copertina, il gran mufti di Gerusalemme Haj Amin al-Husseini che ispeziona i volontari bosniaci delle Waffen SS con saluto nazista, 1941. Problema per le sensibilità democratiche nel mondo islamico, e memoria di antichi peccati bosniaci a spiegare recenti ritorsioni, e l’attualità anche più pericolosa.
La galassia nazifascista europea guarda alle truppe d’élite volute da Himmler. Il battaglione Azov e la deslavizzazione dell’Ucraina. I casi italiano e tedesco. Il possibile utilizzo nel confronto Oriente-Occidente, Nato compresa.
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Il Nazionalismo sociale ucraino
Nel conflitto russo-ucraino, numerosi studiosi hanno tentato di fornire interpretazioni sulla missione di «denazificazione» dell’Ucraina rivendicata da Mosca. A sei mesi di distanza, superati in parte i depistaggi delle contrapposte propagande, diventa possibile un riesame delle diverse mitizzazioni ideologiche che caratterizzano gli ambienti dell’estrema destra, del neofascismo e del neonazismo europei. Ci lavora su Limes Nicola Guerra e la scopriamo un po’ tutti nel seguire i frammenti di cronaca che ci mostrano foreign fighters impegnati negli opposti schieramenti, ispirati ad una comune ideologia neonazista.
Waffen-SS, il soldato politico
Waffen-SS, un ordine militare costruito attorno alla figura del ‘soldato politico’. Le Waffen-SS vengono inizialmente equipaggiate con materiale di scarto e composte con l’arruolamento di volontari stranieri. Gli effettivi, circa 900 mila uomini, incorporano cosacchi, musulmani di Bosnia ed Erzegovina, slavi, indiani, caucasici, asiatici. Sino a comprendere ben trentasette nazionalità diverse. Ed è proprio la particolarità dello sviluppo e della composizione di queste truppe a determinare ancora oggi mitizzazioni contrapposte.
Neofascismo e neonazismo europei
Diverse le mitizzazioni ideologiche negli ambienti del neofascismo e del neonazismo europei. A sintesi rude: mitizzazione delle Waffen-SS come eccellenza militare del Terzo Reich e quindi di un «arianesimo in armi» che si oppone alle «orde barbariche orientali del bolscevismo». Altra lettura, un universo di movimenti, dai neofascisti non suprematisti, «terzomondisti», nazional bolscevichi e eurasisti (Alexander Dugin), che mitizzano le Waffen-SS come esercito di molteplici etnie e credo religiosi e quindi incarnazione di un pan-nazionalsocialismo a forti tinte anti-americane.
Battaglione Azov, doppiamente contro
«Dal 2014 la guerra in Ucraina ha portato alla ribalta il battaglione Azov che per ideologia e simbologia si rifà proprio al mito delle Waffen-SS», scrive Nicola Guerra. «Crociata contro il bolscevismo» delle Waffen-SS traferito nel presente come crociata contro i popoli asiatici, barbarici per il suprematismo occidentale, e contro il «neosovietismo» attribuito alla Federazione Russa. Travisazioni sulla cultura ucraina e riscrittura della storia nazionale a favore del mito occidentale che si traduce in un ipernazionalismo ostile all’identità russa presente in vaste zone del paese.
La simbologia runica
Il ricorso alla simbologia runica delle Waffen-SS, la rivendicazione di superiorità non solo culturale ma persino etnica e la convinzione di adempiere una missione di purificazione della nazione, da perseguire con ogni mezzo. Quindi mobilitazione di gruppi combattenti come barriera geopolitica all’influenza russa e di repressione dell’anima russofona presente nel paese. Utile per noi italiani, il movimento CasaPound, che esprime solidarietà al battaglione Azov, definisce i russi come «neosovietici», imperialismo russo che minaccia l’Europa. Mosca esclusa, concepita come Occidente euro-americano.
Gli SS rossobruni baltici
Il secondo processo di mitizzazione delle Waffen-SS, caratterizza gruppi ‘rossobruni’. «In Lettonia, Lituania ed Estonia, dopo il collasso dell’Unione Sovietica, il mito delle Waffen-SS è stato adoperato come fattore storico-culturale per definire il nemico russo e creare n ipernazionalismo a tratti etnici». In Lettonia viene celebrato «il giorno del ricordo dei legionari», i volontari lettoni nelle Waffen-SS. Sempre in Lettonia, nel 2006, monumenti dedicati ai volontari SS. In Estonia, nel 2013, a celebrare i volontari nazionali nelle Waffen-SS c’era il ministro della Difesa.
Imbarazzi europei ma non Nato
«La mitizzazione baltica delle Waffen-SS di tipo filo-occidentale spinge all’adesione nel 2004 di questi paesi alla Nato, vissuta come erede delle Waffen-SS contro la Russia». Anche in Finlandia, candidata all’Alleanza Atlantica, è presente un certo mito del soldato SS concepito come combattente contro il bolscevico e il pericolo che viene da Mosca. Popolare la figura di Lauri Törni, soldato finlandese decorato in tre diversi eserciti: quello nazionale, le Waffen-SS e l’esercito americano con il quale fu ucciso durante una missione nel Quang Nam vietnamita.
Ipernazionalismi ucraino e baltico
‘Intermarium’, terra tra i mari: Mar Baltico, il Mar Nero e Mare Adriatico. Un terzo polo geopolitico nella Nato lungo la direttrice Nord-Sud. Funzione antirussa con una barriera fisica, culturale, militare e geopolitica al dialogo tra Berlino e Mosca. L’ingresso della Finlandia nella Nato, completerebbe la barriera consentendo alla Nato di avvicinarsi alla base navale russa di Murmansk, strategica per il controllo delle rotte artiche, all’oblast’ di Arcangelo, al cosmodromo di Pleseck e al Golfo di Finlandia, e a un più stringente controllo sul Mar Baltico.
Ultra destra italiana tra Russia e Ucraina
In Italia dove l’estrema destra ha una lunga tradizione, sono presenti le due differenti mitizzazioni. CasaPound, dalla rivista Il Primato Nazional, dichiara «assolutamente impossibile stare con Putin» e resta a uno scenario geopolitico congelato a Jalta, col muro di Berlino e l’Unione Sovietica. Il movimento attacca l’«eurasista russo Aleksandr Dugin», (lasciato all’ammirazione della Lega), mentre «il battaglione Azov è paragonato ai trecento spartani delle Termopili o alla strenua difesa da parte delle Waffen-SS della Berlino assediata dai sovietici».
L’anticomunismo senza comunismo
Il mito della crociata contro il bolscevismo delle Waffen-SS a favore dell’Occidente, anche a stemperare tensioni interne della Nato nello scontro con la Russia. Coloro che non aderiscono a questa ricostruzione, ‘nazionalbolscevichi’, sono «prigionieri della narrazione comunista». Versante opposto, l’operato russo difesa all’espansionismo Nato e a rompere «il giogo americano sull’Europa». I due meccanismi di arruolamento di volontari tra Kiev e Donetsk. Dinamiche del radicalismo neofascista inconciliabili.
Neofascismo e neonazismo europei
La polarizzazione del radicalismo politico anticipa un dualismo ideologico Occidente-Oriente che investe altre aree del radicalismo politico, come quelle dei partiti populisti. «Se in Italia le forze parlamentari si sono dimostrate estremamente fedeli all’Alleanza Atlantica, le recenti elezioni francesi hanno mostrato invece come dei tre principali partiti nazionali, due fossero apertamente contrari alla Nato e uno scettico verso di essa, quello di Macron, che nel 2019 aveva definito l’Alleanza “in stato di morte cerebrale”».
Germania pericolosamente nazi
Nel 2018 uno scandalo travolge la Bundeswehr e la presenza di circa cinquecento militari che pur avendo giurato fedeltà alla Bundesrepublik sono rimasti fedeli agli ideali del Terzo Reich. Qualche mese prima era scoppiato il clamoroso caso del tenente Franco Albrecht. Aggregato nel 2009 all’Accademia militare francese di Saint Cyr, il tenente si era spacciato per rifugiato siriano in un centro profughi dell’Assia per simulare attentati da far ricadere sui rifugiati.
L’estremismo tedesco sottovalutato
In Germania il fenomeno è collegato con la crescita del partito populista di destra Alternative für Deutschland. Nel 2019 il leader del partito Alexander Gauland aveva espresso la sua opposizione alle sanzioni alla Russia e dichiarato che la Germania non avrebbe dovuto essere coinvolta nella questione russo-ucraina. Più clamoroso il viceammiraglio Kay-Achim Schönbach, secondo cui l’Ucraina non riuscirà mai a recuperare la Crimea e che «va dato il rispetto che merita al presidente russo Putin».
Stay Behind oltre la caricatura Gladio
«In questo scenario, non è possibile non considerare che un certo interesse per i militanti animati dal mito occidentalista delle Waffen-SS e da forte antirussismo e sinofobia potrebbe rientrare nuovamente nella strategia operativa della Nato», l’analisi Limes. La «denazificazione» promessa da Putin quando annunciava l’intervento in Ucraina, segue numerose proteste formali di Mosca contro la mitizzazione Waffen-SS nei paesi baltici e l’uso culturale, militare e geopolitico in senso filoccidentale pro Nato.
Giornalismo trombettiere e altro
La narrazione dei media italiani sul battaglione Azov. Dopo un’iniziale stigmatizzazione del suo indirizzo neonazista, accusato di numerosi crimini di guerra in Donbas, il battaglione ucraino viene oggi presentato prevalentemente come difensore delle democrazie occidentali. Un approccio propagandistico che ha spinto il vecchio collega Toni Capuozzo a definire i membri di Azov come «nazisti pragmatici», o da altra parte della lettura dei fatti, con definizioni come «nazisti buoni» e «NaziNato».
25 Agosto 2022
* Giornalista prima nella carta stampata, poi 40 anni di radio televisione, per finire col web. Inviato speciale al Tg1 tra terrorismo, trame e mafia, corrispondente estero Rai per ‘Europa centro sud orientale’ con sedi successive a Belgrado, Gerusalemme, Berlino e Istanbul. Reporter nelle guerre balcaniche, dall’assedio di Sarajevo ai bombardamenti Nato sulla Jugoslavia per il Kosovo, in Iraq, Medio Oriente, Afghanistan. Ora, ‘diversamente giovane’, Remocontro.it per non perdere il vizio