L’inchiesta sui flussi dei voti delle ultime elezioni europee, fatta da alcuni istituti di ricerca, pone in risalto la questione delle “migrazioni” tra un partito e l’altro ma non rileva un doppio dato di tendenza: chi sono gli astenuti che non si riconoscono in queste elezioni e qual’è l’estrazione socio-culturale che compone questi dati.
Una cosa è certa sui dati (di chi è andato a votare) come possa essere (oggi più che mai) attuale il detto degli anni passati: “moriremo democristiani”. Dove non si era mai visto prima un “ex(?) DC” come Renzi che durante il comizio di chiusura, della campagna elettorale, rivendicasse la paternità (sic! – storica, politica, culturale) di Enrico Berlinguer… Come non si era mai visto che gli astanti gli dessero corda invocando: “Enrico. Enrico. Enrico.”
Nessuno, però, dei partiti o dei media sostiene che l’astensionismo è il partito (in assoluto) più grosso perché degli elettori aventi diritto 49.256.169 solo 28.908.004 (58,68 %) si sono recati alle urne, mentre 20.348.165 (41,32 %) sono rimasti a casa. [1] Poi ci sono da aggiungere 954.718 di schede nulle, 577.856 di schede bianche e 3.683 di schede contestate e non assegnate.
Si può osare e sostenere che questi risultati elettorali devono subire il dimezzamento, dovuto alla percentuale degli astenuti, oppure il battage mediatico ci ha obnubilato le menti al punto da far diventare la matematica un’opinione?
Dopo, ma solo dopo, si può ragionare di dove si siano spostati tra un partito o l’altro i voti… ma con onestà intellettuale.
MOWA
L’analisi dei flussi elettorali delle Europee: il premier allarga il recinto del centrosinistra
Marco Fattorini
Il segno più accompagna invece la performance della Lega Nord che rispetto alle scorse politiche conferma 890mila voti del 2013, ne incassa 800mila nuovi cedendone 500mila: il travaso in favore di via Bellerio arriva per lo più da M5s e Forza Italia. Se il paragone con un anno fa permette a Matteo Salvini di esultare, il raffronto con le Europee del 2009 è però impietoso e segna una contrazione pari al -46% di consensi. Per l’Istituto Cattaneo è prematuro parlare di un effetto Salvini, «in ogni caso il Carroccio ha temporaneamente bloccato l’emorragia di consensi che ne ha messo in discussione la sopravvivenza dal 2011 in poi».
Tra i piccoli si salva il Nuovo Centrodestra di Alfano che riesce a inglobare una fetta di elettori berlusconiani e le briciole seminate per strada da Scelta Civica, oltre ai 200mila portati in dote dall’alleato Udc e ai circa 100mila elettori in uscita dai Cinque Stelle. Infine c’è l’Altra Europa per Tsipras che, oltre ai voti conquistati dal Pd, può contare sugli oltre 400mila voti del portafoglio di Sinistra Ecologia e Libertà, i 200mila di Rivoluzione Civile ma anche un tesoretto di 120mila elettori che hanno abbandonato Beppe Grillo. La compagine italo-greca è fortemente sbilanciata sul piano geoelettorale e le maggiori soddisfazioni le raccoglie al Nord. Infine se si confrontano i risultati della lista Tsipras con quelli ottenuti alle europee del 2009 da Sel e Rifondazione Comunista la perdita di voti è pari a quasi la metà (-48%,8%), che tradotto in numeri fa 1.050.348. La matematica politica, quella sì, è sempre un’opinione.
27 Maggio 2014
Foto: Renzi Matteo (Franco Origlia:Getty Images)