di Lorenzo Baldo
Al processo Trattativa prosegue l’audizione del colonnello Massimo Giraudo
Mino Pecorelli? Iscritto alla P2. Mario Mori e Pecorelli? Molto vicini. Al punto che Mori fa da “sollecitante” per accelerare i tempi di consegna del passaporto per Pecorelli. L’appartenenza di Mori alla P2? Lo si ricava dalla testimonianza di Venturi. Il progetto di fuga di Gelli dall’Italia? L’ex generale del Ros ne era perfettamente a conoscenza. Mori a una riunione di Ordine Nuovo? Lo conferma un estremista di destra che lo ha riconosciuto in una foto. Le indagini di De Donno su Francesco Pazienza? Quest’ultimo era in contatto con un ufficio del Mossad. La Falange Armata? Mori mi disse di non sollevare il caso. E il “protocollo fantasma”? Ne ho sentito parlare quando ero al Sisde, non era una proposta, era un diktat. Mori disse che il reclutamento e la fase di coltivazione e di sperimentazione non dovevano risultare agli atti.
E’ un fiume in piena il colonnello Massimo Giraudo in questa sua seconda giornata di audizione al processo Trattativa. Al termine dell’esame del pm Roberto Tartaglia, è la volta del controesame dell’avvocato di Mori, Basilio Milio. Giraudo risponde punto su punto ai tentativi di metterlo in difficoltà da parte del legale dell’ex generale del Ros. Nella sua lunga deposizione non ci sono tracce di contraddizioni o amnesie. Quelle appartengono piuttosto ai tanti “smemorati di Stato” che si sono intervallati sul Pretorio dell’Aula Bunker. Dal canto suo il colonnello Giraudo snocciola senza remore fatti e circostanze che cristallizzano un ritratto a tinte fosche dove il bianco e il nero sono sempre più fusi in un’unica sfumatura. Che ricorda quella stessa tonalità grigia indicata dall’ex capo del Cesis, Francesco Paolo Fulci, nella sua deposizione al processo Trattativa mentre raccontava della “Falange Armata”. A giugno dello scorso anno Fulci aveva infatti ricordato quelle due cartine geografiche mostrategli da un suo fidato analista: una con i luoghi da dove partivano le telefonate targate “Falange Armata” e l’altra con le ubicazioni delle sedi periferiche del Sismi. La comparazione aveva portato ad un risultato inquietante: le due cartine erano perfettamente “sovrapponibili”. Ed è esattamente quel “mondo sommerso” che lo stesso Giraudo intende portare alla luce attraverso la sua testimonianza. Nel riferire del “protocollo fantasma” una parte di quell’iceberg riaffiora. “Mori suggeriva che la documentazione scritta di una fonte risultasse a servizio solo al momento in cui questa iniziava la manipolazione, il reclutamento e la fase di coltivazione e di sperimentazione non dovevano risultare agli atti. Ovviamente visto che era necessaria ai fini di consultazione tra diversi uffici scrivere qualcosa queste cose sarebbero state messe a ‘protocollo fantasma’, avrebbero avuto una durata temporanea all’interno del servizio”. Niente male per un generale che ritiene i Servizi solitamente predisposti ad occuparsi di “corna” e “marmellata”.
La prosecuzione del controesame di Giraudo è stata quindi fissata per venerdì 4 novembre.
21 Ottobre 2016