DANILO TOSARELLI MILANO
Quando stai veramente male, quale è il tuo primo pensiero?
Rivolgersi ad un Pronto Soccorso pubblico, perchè quello privato…
Ed allora, sarà bene che tu conosca come siamo messi. Nel pubblico.
Dopo la pandemia si è molto parlato di un rilancio della Sanità Pubblica.
Il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ne ha un gran bisogno.
Peccato che questa promessa non è stata mantenuta.
L’Italia è uno dei Paesi europei che meno investe in salute.
Il rapporto OSSERVASALUTE ci fornisce dati risalenti al 2020. Indicativi.
La spesa sanitaria in Italia è stata di 2609 euro pro capite. In UE di 3269.
Il 9,6% del nostro PIL contro la media europea del 10,9%.
Il Ministro della Salute del governo Meloni Orazio Schillaci ha fatto il suo.
Ha chiesto, di inserire 4 miliardi in più per la Sanità tra le spese di Bilancio.
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha detto NO. Vi sono altre priorità.
L’ultima legge di Bilancio ha stabilito che il Fondo Sanitario nel 2024 sarà questo.
134,1 miliardi nel 2024. Nel 2025 sarà di 135,39 e nel 2026 salirà a 136 miliardi.
Apparentemente un esborso consistente. Finalmente ci saranno servizi migliori.
Non sarà così. Gran parte di quei soldi andranno per un’altra causa assai nobile.
Il rinnovo contrattuale del personale medico. Dio sa da quanto lo si attendeva.
Naturalmente, anche questo rinnovo contrattuale non risolverà la grande questione.
Medici ed infermieri continuano a fuggire dalla nostra sanità pubblica. C’è un perchè.
Troppo basse le remunerazioni in condizioni di lavoro spesso inaccettabili.
Si lavora con turni massacranti, grandi responsabilità e compensi inadeguati.
Attualmente, a livello nazionale mancano 10mila infermieri e 4.500 medici.
L’emergenza-urgenza è una delle specializzazioni più in crisi. Il Pronto Soccorso.
Con poco personale, il sovraccarico di lavoro può comportare anche errori gravi.
Chi ne pagherà le conseguenze sarà il paziente, ma trovo doveroso precisare.
Sono vittime di questo disastro, anche quei medici che non si rassegnano.
Ostinatamente lavorano ancora con grande dedizione per garantire il servizio.
Sapete come si è pensato di far fronte a questa situazione ormai cronica?
Le Aziende Sanitarie hanno scelto di affidarsi ai MEDICI A GETTONE. Chi sono?
Per fortuna non sono ancora medici robot, ma la questione rimane molto grave.
Sono medici liberi professionisti, che coprono turni e servizi a chiamata.
Generalmente tutto ciò avviene tramite società private o cooperative.
Ormai questo metodo viene utilizzato su tutto il territorio nazionale. Chi più chi meno.
In Veneto vi fanno ricorso il 70% degli ospedali. In Liguria il 60%. In Piemonte il 50%.
In Friuli Venezia Giulia e nelle Marche siamo ormai vicini alla cifra record del 100%.
Il Presidente di SIMEU Fabio De Iaco, ha dichiarato che esistono due ordini di problemi.
” Gli alti costi per il SSN, perchè i compensi possono arrivare sino a mille euro a notte.
Sono cifre irraggiungibili per un medico assunto e questo crea dei problemi. Evidente.
Poi c’è la questione dell’esperienza. Sarà bene soffermarsi su questo aspetto. Eccome.
Spesso vengono inviati dalle cooperative neolaureati non specializzati. Oppure medici
in pensione o addirittura medici stranieri che stentano a parlare la lingua italiana.
Unico requisito inderogabile è quello di essere iscritto all’Ordine…”
E’ evidente che tale scelta ci sta accompagnando verso un baratro. Lo smantellamento.
“Quella del nostro servizio sanitario. E’ la cronaca di una morte annunciata” dice GIMBE.
Se non migliorano le condizioni di lavoro e lo stipendio dei dipendenti, ci sarà il declino.
Ci saranno sempre meno sanitari che lavorano nel pubblico. Per andare dove?
Nel privato o verso il fiorente mercato degli interinali. Medici ed infermieri a gettone.
Comunque il problema potrebbe per qualcuno non porsi. Basterebbe non ammalarsi.
Ma esiste anche una soluzione più semplice… Morire prima? Perchè no?
Foto di Engin Akyurt