Foto: AFP, Ministero della Difesa russo, e Reuters
Il Ministero della Difesa russo ha reso noto nei giorni scorsi di aver rilevato grazie alla ricognizione aerea la presenza di forze speciali statunitensi aggregate alle Siryan Democratic Forces (SDF- milizie curde arabe siriane) in aree controllate dell’Isis.
Il Ministero della Difesa russo ha pubblicato fotografie aeree delle zone di dispiegamento dei guerriglieri dello Stato Islamico a nord della città di Deir Ezzor in Siria, dove sono visibili mezzi attribuiti alle forze speciali degli Stati Uniti. Le foto sono pubblicate sulla pagina ufficiale Facebook del ministero russo e rilanciate dall’agenzia di stampa RIA Novosti di cui qui sotto riportiamo il testo (traduzione di Eliseo Bertolasi).
“Con l’aiuto di fotografie aeree, scattate nel periodo dall’8 al 12 settembre 2017 nelle zone in cui sono dislocati i gruppi armati dello Stato Islamico, è stato rilevato un gran numero di veicoli blindati americani del tipo Hummer in dotazione alle forze speciali degli USA”, ha riportato il dicastero su Facebook.
Il Ministero della Difesa evidenzia che nelle foto è chiaramente visibile la dislocazione delle forze speciali statunitensi in punti dove in precedenza erano posizionati i guerriglieri dello Stato Islamico. Allo stesso tempo, intorno a questi oggetti, non rileva tracce di assalti, di scontri armati con i terroristi o di crateri da attacchi aerei della coalizione internazionale.
“Nonostante i punti di appoggio delle unità delle Forze Armate degli Stati Uniti si trovino in zone dove, attualmente, sono presenti anche distaccamenti dello Stato Islamico, non c’è alcun segno che vi abbiano organizzato una loro difesa armata. Pertanto si può solo dire che tutto il personale militare degli Stati Uniti lì stanziato, in aree in mano ai terroristi, si sente in completa sicurezza”, ha concluso il Ministero della Difesa.
Inoltre, il ministero ha dichiarato che le cosiddette Forze Democratiche Siriane sotto il controllo degli Stati Uniti attraversano senza ostacoli il territorio occupato dello Stato islamico in direzione i Deir Ezzor, con il sostegno delle forze speciali americane.
La valle del fiume Eufrate è l’unica grande area parzialmente controllata dallo Stato islamico. Nel corso delle ultime settimane, i soldati dell’esercito siriano, sostenuto dalle Forze Aero-Spaziali russe sono riuscite ad ottenere progressi significativi nella liberazione del territorio dai terroristi.
Il generale maggiore Igor Konashenkov, portavoce del Ministero della Dufesa, in base alla biennale esperienza di combattimento acquisita dalle forze speciali russe che operano nelle retrovie dei terroristi dello Stato islamico, ha evidenziato che quanto rivelato dalla ricognizione suscita una domanda: “Con chi e contro chi combattono le forze speciali americane in Siria?”.
“Risposte ben argomentate a questa domanda per ora non ne abbiamo ricevute”, ha concluso il generale.
Queste le didascalie delle due foto
Nella foto 1 (sopra)
Deposito di munizioni, Siria, Provincia di Deir-Ezzor, 75 km nord di Deir-Ezzor, 8 settembre 2017
Descrizione da sinistra in senso orario: Terrapieno di protezione – Camion – 10 Minivan – Camion – 3 Coguar – Antenna per i collegamenti mobili – 2 pick-up armati
Nella foto 2 (sotto)
Caposaldo, Siria, Provincia di Deir-ez-Zor, 7 km est di Abu Khashab, 8 settembre 2017
Descrizione da sinistra in senso orario: Pick-up armato – Automobile – 5 automobili – Veicolo tipo Hummer – Terrapieno di protezione -Veicolo tipo Hammer – 5 automobili Pick-up armato – 2 automobili
Le accuse di Mosca su inseriscono ovviamente nel contesto di forte contrasto tra Russia e Stati Uniti evidente soprattutto in Siria. Già all’inizio dell’offensiva di Damasco verso Deir Ezzor i russi segnalarono le operazioni delle forze speciali americane tese a evacuare esponenti dello Stato Islamico.
Notizia confermata anche dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), ong con sede a Londra e vicina ai ribelli siriani “moderati”, quini non sospettabile di simpatie per Mosca. In quel caso l’Ondus ipotizzò che gli americani evacuassero loro informatori infiltrati nell’Isis per non farli catturare dalle truppe siriane e russe.
Circa le rivelazioni del Ministero della difesa russo basate sulle immagini che mostrerebbero miliziani curdi delle Syrian Democratic Forces operare al fianco di forze speciali americane in territori in mano all’Isis senza alcuna predisposizione difensiva si può prestare a diverse interpretazioni.
I russi potrebbero avere ragione nel sospettare intese tra statunitensi e Stato Islamico funzionali a contrastare l’avanzata delle forze di Assad affiancate da russi e milizie scite (pasdaran iraniani, Hezbollah libanesi ed altri) e del resto Washington non ha mai fatto mistero della sua ostilità nei confronti della vittoria di Damasco nel conflitto civile siriano.
Meglio non dimenticare che già ad Aleppo i russi e i siriani affermarono i aver catturato consiglieri militari occidentali (almeno uno statunitense e uno israeliano più alcuni europei) che operavano nel quartier generale dei ribelli nella patte orientale della città.
In questo contesto si spiegherebbe la rapida avanzata delle SDF che hanno sospeso l’assedio a Raqqa (ormai difesa da poche centinaia di jihadisti barricati nel 20% della città) per lanciarsi alla massima velocità verso Deir Ezzor e liberare i territori in mano all’Isis ad est dell’Eufrate prima che lo facessero russi e siriani. Un’avanzata che desta sospetti per la sua rapidità, nonostante l’esiguità delle forze che le SDF possono mettere in campo e per l’assenza di resistenza opposta dai miliziani del Califfato.
La denuncia di Mosca potrebbe anche essere propagandistica, utilizzando foto che potrebbero essere state scattate anche altrove o rappresentare contesti diversi. In ogni caso i russi hanno segnalato che non vi sono stati scontri a fuoco tra le forze USA/SDF e miliziani dell’Isis annunciando che effettuerà rappresaglie immediate se le sue forze o quelle di Damasco verranno colpite ancora dal fuoco proveniente dai settori controllati dalle SDF.
Mosca attribuisce, neppure troppo velatamente, al supporto informativo statunitense gli attacchi di precisione condotti (a quanto pare) dallo Stato Islamico contro il nutrito gruppo di consiglieri militari russi che accompagna l’esercito siriano nell’offensiva su Deir Ezzor.
Incursioni in cui sono stati uccisi almeno tre militari russi incluso il tenente generale Valery Asapov, capo della missione di consulenza russa in Siria.
Circa le foto mostrate dal ministero della Difesa, la presenza di veicoli Hummer potrebbe solo indicare che suiano impiegati da personale statunitense che peraltro da diversi anni utilizza più regolarmente mezzi resistenti a mine e ordigni esplosivi improvvisati.
E’ altrettranto vero però che in molti casi le forze speciali statunitensi impiegano anche veicoli civili reperiti sul posto (foto sopra) per ridurre la loro “visibilità” con la possibilità anche di utilizzare Hummer, mezzi non certo rari da reperire in Siria e Iraq e già segnalati con equipaggi statunitensi sul fronte di Raqqa (foto sotto e in alto).
La presenza di questi veicoli in Siria è infatti legata o all’ingresso dalla Turchia, dove nelle basi Usa vi sono molti Hummer, ma anche al gran numero di mezzi catturati dall’Isis all’esercito di Baghdad e poi impiegati anche sul fronte siriano dove potrebbero essere caduti nelle mani delle SDF che da tempo combattono il Califfato nel nord della Siria e nel settore di Raqqa.
Russia Today ha riferito che le foto mostrano anche la presenza di veicoli protetti Cougar ma anche questi sono in dotazione all’esercito iracheno e potrebbero essere stati catturati dall’Isis e poi dalle SDF.
Di fatto la presenza di questi mezzi nelle immagini non permette di affermare con certezza che a bordo vi siano forze speciali statunitensi, né le immagini diffuse dai russi possono garantire che le forze inquadrate dalla ricognizione aerea siano effettivamente USA/SDF considerato che pick-up bianchi, Hummer e Cougar sono in dotazione anche all’Isis.
L’unico aspetto che pare assodato è che lungo l’Eufrate le forze speciali russe e statunitensi sono ormai faccia a faccia.
1 ottobre 2017